Arcidiocesi di Genova
Venerdì 9.7.2021
Monastero delle Suore Clarisse Cappuccine
Festa di Santa Veronica Giuliani
OMELIA
“Vedere Dio”
Care Sorelle Clarisse Cappuccine
Cari Fratelli e Sorelle nel Signore
Grazie per l’invito a pregare con voi nella memoria di Santa Veronica Giuliani, grande mistica che ha vissuto nella vostra famiglia religiosa per cinquant’anni (dal 1677 al 1727) in Umbria nel monastero di Città di Castello. Entrò in monastero a 17 anni e vi morì a 67.
Il mondo di oggi potrebbe pensare: una vita sprecata, segregata dal mondo, nella monotonia dei giorni, negli stessi ambienti e con le stesse persone, senza altre esperienze e orizzonti! Una vita così non può che essere rattrappita e triste. E anche inutile, perché chi ha soccorso nell’indigenza? Ma la verità è questa? La fede dice altro, poiché usa il criterio dell’amore di Dio. La differenza sta qui! La fede dà ad ogni parola e gesto una densità diversa rispetto alla logica del mondo: fuori da questo orizzonte tutto è rovesciato.
L’amore è il cuore della fede cristiana: ogni scelta dev’ essere ispirata, sostenuta e orientata dall’ essere amati da Dio e dall’amore per Dio. Gesù ha subito la passione e la croce non solo per mostrarci l’amore di Dio, ma per donarci il suo amore: ecco la vita della grazia. Ed ecco anche il senso della vita morale, del combattimento spirituale, dell’ascesi, della vita vissuta come consegna e oblazione. Consacrandosi radicalmente a Cristo, Veronica raggiunge il cuore dell’umanità e la serve.
Se ci pensiamo, il Signore ci chiede, come sulla via di Emmaus, di invitarlo ad entrare nella nostra casa. Egli non vuole sfondare l’uscio del nostro cuore, desidera che l’ apriamo noi dall’interno: lo desidera e lo chiede come il più povero dei poveri, Egli che tutto ha e può! L’amore non si può esigere, tanto meno imporre; e allora lo mendica, bussa alla nostra porta Lui che è la Porta della vita, e se noi Gli apriamo, allora entra e si mette a tavola per cenare con noi nel segno dell’intimità e dell’amore, Lui che non solo ama, ma è l’amore!
La regola di vita e l’ordine della giornata nel monastero non sono monotonia come immagina il mondo, ma sono novità poiché impastate dall’amore. È questo il segreto della vera bellezza dell’ esistenza: non la quantità delle esperienze, le nuove conoscenze, la ricerca di emozioni, il continuo cambiamento. Il senso dei giorni non è dato in superficie, nella cronaca, ma nel profondo, nella storia di ognuno. E nelle profondità dell’anima sta Dio con il suo amore per noi. E’ il rovesciamento del modo di pensare mondano.
Santa Veronica era scesa fino al nucleo incandescente della fede; aveva intuito che la fede non è fare qualcosa per Lui, ma è lasciarsi fare da Mistero tre volte santo, e in questo lasciarsi fare sta l’attività più vera. Contemplando Gesù crocifisso, aveva intuito che l’Amore divino era non solo la meta dell’umana esistenza o l’esempio da seguire, ma era anche la sorgente da cui scaturiva la sua capacità di amare Dio con tutta se stessa. Qui siamo nel centro pulsante della vita cristiana: tutto il resto è conseguenza.
La santità non è il risultato di uno sforzo volontaristico gigantesco e individuale, quasi un’affermazione di sé, ma è frutto di Dio che ci ama e ci rende capaci di amare Lui sopra ogni cosa, e gli altri con il cuore di Cristo. E’il suo amore che muta il cuore di pietra in cuore di carne; è il suo amore che ci rende pronti al sacrificio; è il suo amore che sostiene la lotta della conversione, il miglioramento del carattere, l’acquisizione delle virtù umane, l’accoglienza di quelle teologali; che rende l’uniformità dei giorni una scoperta continua, la consuetudine con le stesse persone una sorpresa insondabile, un camminare aiutandoci a vivere la grazia e i limiti delle diverse stagioni degli anni.
Al culmine della vita spirituale, Santa Veroica scopre una dimensione nuova, la mistica. Questo vertice deve essere da tutti desiderato, sapendo però che non possiamo programmarlo né tanto meno costruirlo noi. E’ solo un dono di Dio. Ma chi è il mistico? Non è necessariamente colui che ha le visioni del soprannaturale, e Veronica le ha avute. Il mistico è colui che semplicemente “vede” Dio. Le visioni possono essere una forma, ma non necessaria né esclusiva.
Per il mistico il mondo è diventato trasparente. Il mistico conosce i mali del mondo e il male del mondo, ma non ne è catturano, non lo abbattono, non lo rendono acido: semplicemente lo rimandano a Colui che tutto ha creato per amore, e tutto ha ricreato con un amore impenitente. Allora ogni circostanza, ogni volto, ogni espressione del creato … ai suoi occhi lascia trasparire la Presenza che tutto abbraccia. Il mistico sente il mistero dell’Amore divino e lo vede non come un visionario ma come un vedente. Per questo può camminare sui carboni ardenti e stare in pace.
Suo Veronica ha vissuto così per 50 anni, rimanendo nello stesso posto con lo stesso orario ogni giorno. Una vita apparentemente monotona, piatta e grigia; in realtà, ella ha vissuto la vita invisibile dello Spirito sempre giovane e nuovo, capace di sorprendere. Ha ripercorso la vicenda del Cantico dei cantici dove lo sposo, nel cuore della notte, gioca con la sposa il gioco dell’amore: si fa desiderare apparendo e scomparendo da una parte all’altra; i suoi sguardi si alternano al suo sorriso alimentando il fuoco dell’amore e dell’incontro.
Sì, cari Amici, la vita cristiana dovrebbe essere questo, il gioco dell’amore di Dio con noi. In questo dinamismo si alternano chiari e scuri, ostacoli e risurrezioni, fatiche e leggerezza, silenzi e parole, abbracci e lontananze. Così è stata la sua vita in monastero: non conta il luogo o le cose da fare, conta il desiderio dell’anima, l’abbandono e la fiducia in Gesù, l’umiltà dei piccoli, depositari della sapienza di Dio. Tutto il resto è importante ma non conta: può esserci, ma possiamo sbagliare la vita, così come può mancare, ma vincere la vita terrena che prelude l’eternità. Nelle sue ultime parole, Santa Veronica ha lasciato la sintesi della sua esperienza mistica: “Ho trovato l’Amore, l’Amore si è lasciato vedere”!
Angelo Card. Bagnasco