Omelia della Veglia Pasquale
30-03-2013
Un nuovo mondo è sorto
Omelia della Veglia Pasquale
Genova, Cattedrale di San Lorenzo,
30 marzo 2013
Cari Fratelli e Sorelle
“Cristo è risorto: alleluia!”. E’ il canto che, in questa santissima notte, risuona in tutte le chiese della terra. E’ il lieto annuncio della Pasqua. Il Signore è risorto non alla vita di prima, quella terrena, ma ad una vita nuova che la fede cristiana chiama “gloriosa”. Una vita che abbraccia l’umanità e la divinità di Gesù, il suo vero corpo, l’anima, tutto se stesso. Alla fine del mondo, anche i nostri corpi risorgeranno dai sepolcri e si uniranno all’anima immortale di ciascuno per l’eternità: allora, come dice la Scrittura, vi saranno cieli nuovi e terre nuove, e Dio sarà tutto in tutti secondo la responsabilità di ciascuno. E’ questo in sintesi il destino della creazione; è questo il senso della vita. A questo dobbiamo prepararci con le opere buone che il Vangelo ci insegna come via della luce e della vita, verso la gioia vera, quella che non dipende dal successo, dall’apparire e dall’avere, ma dalla comunione con Dio. Il cristianesimo non è un’idea, una filosofia morale, una saggezza umana! E’ aver incontrato una persona viva, l’amore di Dio che in Cristo ha preso volto.
Tra poco, alcuni fratelli e sorelle riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana: battesimo, cresima ed eucaristia. Si sono preparati da tempo e ora, accompagnati dai loro padrini e madrine, stanno per diventare discepoli di Gesù e membri della Chiesa Cattolica. Che cosa è accaduto nella loro esistenza? Ognuno ha la propria storia, ma certo tutti hanno incontrato – come i primi discepoli – il Signore. Lo hanno intravisto nei modi che solo loro conoscono: hanno sentito- per vie diverse – un fascino sconosciuto, un richiamo interiore… come una luce che si accende ed illumina la notte. Hanno intuito che si trattava della risposta vera alle aspettative profonde del cuore, alle domande radicali che nulla di terreno può soddisfare. Solo una persona può affascinare la persona, solo il cuore può parlare al cuore: la persona e il cuore di Dio rivelato in Gesù. Allora hanno deciso di stare con Lui per vivere con Lui!
Cari Amici catecumeni: il battesimo che state per ricevere laverà in voi l’antico peccato, il peccato originale, e i vostri peccati personali. Vi farà creature nuove, colme della vita di Dio, della sua grazia, figli del Padre celeste. Gesù sarà il vostro salvatore e tutti noi entreremo con voi in un vincolo nuovo che va oltre a quello di creature: saremo fratelli nell’unica Chiesa. Sì, diventate parte attiva di un nuovo mondo in un mondo vecchio, che si dilania nella logica vecchia delle invidie e delle discordie, delle ingiustizie e delle violenze. Un vecchio mondo che rende gli attori vecchi, e che si rovescia sempre sulle spalle esangui dei deboli e dei poveri. Dio è sempre giovane e i suoi figli, se restano in Lui che è verità e amore, saranno sempre giovani, capaci di novità e di coraggio, di fiducia e di slancio.
Poi riceverete il sacramento della cresima: se lo Spirito Santo nel Battesimo imprime nell’anima il sigillo indelebile di figli, nella Confermazione vi imprime il sigillo di testimoni intrepidi di Gesù. C’è bisogno di testimoniare la fede con umile fierezza, in ogni ambiente e momento, di resistere ai poteri del mondo perché Dio non venga estromesso dalla storia e la civiltà perisca. Siate all’altezza del dono.
Infine, vi accosterete per la prima volta alla Santa Eucaristia, il corpo e il sangue del Signore sotto i veli del pane e del vino consacrati. E’ il culmine del cammino dell’iniziazione: poter accostarvi alla mensa eucaristica è il vertice della vita cristiana, sorgente di forza e coraggio, di tenerezza e di amore: amore per Dio, per gli uomini, per il mondo.
Vi ringraziamo per l’esempio che ci date: preghiamo per voi e vi chiediamo di pregare per noi. Insieme non vogliamo dimenticare, in questa santissima notte, i martiri cristiani di oggi: sono migliaia nel mondo. Perseguitati per la fede, sono discriminati e inseguiti spesso fino al sangue e alla morte. Essi sono i nostri esempi e ci incoraggiano a non essere discepoli tiepidi del Signore, figli distanti della Chiesa. Anche per le loro preghiere e per il sacrificio della loro vita, invochiamo su di noi una fede più forte, convinta e piena di gioia.
Angelo Card. Bagnasco