“Tornare a vedere”

Omelia pronunciata a Melzo nella S. Messa per la solennità della Madonna della Scoladrera
11-06-2022

Melzo, 11 Giugno 2022

Madonna della Scoladrera

Santa Messa

 OMELIA

“Tornare a vedere”

Cari Fratelli e Sorelle nel Signore

Ringrazio il Parroco e i suoi collaboratori per il fraterno invito, e sono lieto di essere con voi nel giorno in cui – era il 1568 – il volto della Santa Vergine della Scoladrera ha parlato con lo sguardo e il volto a numerosi pellegrini. Da quel momento, dopo  l’indagine canonica presieduta dall’ Arcivescovo San Carlo, la venerazione del popolo cristiano crebbe in questo luogo benedetto, e divenne luogo di preghiera, conversione, conforto, forza.

Ma oggi tutto questo parla ancora? E’ ancora capace di aprire i cuori, sciogliere i nodi e le durezze della vita convulsa? Oppure tutto è inghiottito dalla fretta che, impedendo la riflessione e il silenzio, ci spinge a vivere solo l’immediato, assorbiti dalle preoccupazioni e illusi dal vuoto diffuso e brillante? Forse siamo tutti presi da un certo scetticismo scambiato per fede adulta?

Cari Amici, queste domande le dobbiamo fare a noi stessi prima che al mondo moderno, dobbiamo lasciarle entrare in noi senza paura, con umiltà e fiducia, poiché nulla è spiritualmente irreparabile nella vita terrena, se stiamo sotto lo sguardo della Vergine e in compagnia del Signore. Nulla è irreparabile! Tutto può rinascere e risorgere, tutto può essere sanato, corretto, migliorato con l’aiuto della grazia.

  1. Non possiamo cedere alla sfiducia

In verità – per rispondere alla domanda di partenza, se l’uomo moderno sia ancora capace di aprirsi all’invisibile – dobbiamo rispondere: sì! L’uomo di oggi è capace di Dio, ha bisogno di Lui, desidera più la sua presenza che la sua lontananza: è un inquieto cercatore di Assoluto.

A volte, il mondo sembra lontano e indifferente, ebbro del progresso che promette una specie di immortalità, una eterna giovinezza ed efficienza, ma – se alziamo il velo delle apparenze – le cose cambiano. Troviamo infatti una vita che brulica nel bene, una moltitudine di anime umili che si dedicano alle cose che contano, che non fanno  cronaca ma fanno storia. Nelle viscere dell’umanità troviamo dignità e sacrificio, amore e onestà, scopriamo l’eroismo senza proclami. Per questo non possiamo perdere la fiducia, arrenderci al male, adattarci al pensiero unico che vuole decidere i comportamenti, manipolare il pensiero e spegnere la coscienza critica.

Che cosa ha dunque da dire la Madonna con il suo sguardo? Ancora una volta – con un prodigio singolare ed estremamente significativo – ci invita a “guardare e a vedere”.

Le letture  che abbiamo ascoltato sono legate da un medesimo filo: il volto e lo sguardo.

  1. ”Mostrami il tuo viso”

L’innamorato del Cantico è rapito dal volto della sua amata: Dio è rapito dalla bellezza dell’anima! Che cosa vede Dio nelle nostre anime? La nostra bontà, certamente, ma soprattutto vede il volto del Verbo eterno, il Figlio, ed è questo che lo rapisce, è questo volto che ama e che con il Battesimo ha impresso nelle nostre anime. E’ questa la nostra vera bellezza!

Ma noi guardiamo la nostra anima? Che cosa c’è di più concreto dell’anima che è immortale? Però non basta guardare, è necessario vedere: si può, infatti, fissare qualcosa senza vedere nulla, poiché per vedere ci vuole intelligenza e  cuore. Senza il cuore, infatti, si osservano delle forme, col cuore si scopre l’invisibile, il mistero interiore dell’altro. Ognuno di noi deve guardare se stesso non per compiacersi, ma per vedersi, cioè per riconoscersi come Dio lo vede e lo ama. E’ solo questo il punto di vista che ci salva dal pessimismo e dalla sfiducia.

  1. “I miei occhi hanno visto la tua salvezza”

Sono le parole del vecchio Simeone che ha riconosciuto in quel fragile Bambino la salvezza del mondo, la potenza del Dio vivente, la Luce degli uomini, la gloria di Israele. Simeone è andato oltre le apparenze della fragilità e ha visto la forza che salva, ha guardato la povertà e ha visto la maestà di Dio, ha guardato l’impotenza e ha visto la potenza divina, ha guardato la consuetudine di una nascita e ha visto il mondo uovo.

Sì, cari Fratelli e Sorelle, la Madonna ci invita a cambiare il nostro sguardo, così come accade nell’adorazione eucaristica dove con gli occhi guardiamo l’ostia santa, e con la fede vediamo Gesù, il Mistero che circonda il mondo e lo sostiene:  scopriamo che tutto è grazia e che la croce è salvezza.

  1. “A viso scoperto (…) veniamo trasformati in quella medesima immagine”

San Paolo non teme di parlar chiaro ai cristiani ostinati di Corinto; non addomestica la verità per non spaventarli. Egli sa per esperienza che l’uomo non è affascinato dalla mediocrità, ma da ciò che è alto e arduo, e per questo parla  della grandezza e della bellezza della fede.

La vita cristiana è una scalata impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile, basta che ci arrendiamo all’Amore, e l’Amore è Dio che si è manifestato in Cristo Gesù. La bellezza del discepolo è Cristo che è la Verità, è lasciarsi amare da Lui che è l’Amore, è affidarsi a Lui che non tradisce, è obbedire a Lui che è la Gioia, è seguire Lui che è la Via della Vita, è essere trasformati in Lui che è la Gloria di Dio. Ecco dove porta arrenderci al suo amore, ci porta alla trasfigurazione nel volto che è in noi, il volto di Gesù. Quanto più l’anima si immerge nello sguardo eucaristico, tanto più impara a guardare il mondo con gli occhi di Dio, e scorge negli altri volti il Volto di tutti i volti, il Volto santo di Cristo.

Ma anche il mondo visibile è trasfigurato: le ombre restano ombre, certo, ma attraversarle è possibile poiché la voce di Cristo ci chiama, e la sua mano si tende verso di noi e ci invita a non avere paura.

L’uomo moderno deve tornare a guardare con fede la vita per vedere il Dio presente; deve tornare ad ascoltare la voce di Gesù per sentire la sua Parola, deve tornare a sostare in silenzio perché il nostro volto – come quello della Santa Vergine – possa ritrovare i colori della vita e rifletter la Luce che è venuta nel mondo.

Card. Angelo Bagnasco

Arcivescovo emerito di Genova

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