Perchè l’olio non manchi

Omelia pronunciata nella Chiesa di San Giovanni Bosco nella S. Messa per l'Incontro dell' Ispettoria Salesiana
28-08-2015
Arcidiocesi di Genova
Venerdì 28.08.2015
Incontro Ispettoria Salesiana
Cari Confratelli nel Sacerdozio
Cari Fratelli e sorelle nel Signore
1.         Una grande Basilica
È una gioia potervi accogliere per l’annuale raduno dell’ Ispettoria Salesiana a Genova, città particolarmente cara al cuore di San Giovanni Bosco, e vi ringrazio di aver scelto la basilica di San Siro dove il Santo ha predicato. Questo chiesa è tanto più significativa in quanto – sorta nel IV secolo, e dedicata inizialmente ai Dodici Apostoli – ebbe la funzione di Cattedrale fino a quando, nel 918, San Lorenzo divenne l’unica e definitiva chiesa-madre. Queste circostanze ci immettono in modo tanto più evidente nel solco della grande tradizione della Chiesa, che Don Bosco amava con tanta passione e intelligenza.
I vostri lavori di programmazione si collocano in una cornice che li ispira e sostiene: il Giubileo della Misericordia, i duecento anni della nascita di San Giovanni Bosco, e il Congresso Eucaristico Nazionale. Al centro troviamo la Parola di Dio: essa costituisce come il colore dominante l’insieme, come la luce del vostro lavoro. E’ come la nota di fondo, il cantus firmus di uno spartito che andrete insieme a comporre.
2.         Il Vangelo
Il Vangelo delle dieci vergini ci ricorda che, oltre la carità che deve animare i rapporti fraterni e la pastorale, ognuno deve fare la sua parte, e in questo nessuno lo può sostituire. Le vergini che non danno del loro olio alle improvvide che ne mancano, sembrano poco misericordiose e poco caritatevoli. Se si trattasse solo di olio, si potrebbe discutere; ma qui Gesù va ben oltre, e ci ricorda che se per un verso esistono beni che si possono e si devono dividere, ve ne sono alcuni per cui non è possibile. Gli altri possono pregare per me, ma non al mio posto. La coltivazione della vita spirituale, la formazione permanente, la vita fraterna, chiedono occasioni e iniziative offerte a tutti, ma è necessario anche che ciascuno le accolga, cioè non solo che sia presente ma che si coinvolga con tutto ciò che è. Senza i pani e i pesci, Gesù non avrebbe fatto il miracolo: poteva sì, ma voleva che i dodici ci mettessero tutto il poco che avevano, e avessero fede.
3.         Il Giubileo della Misericordia
Il Santo Padre Francesco ci dona l’Anno Santo della Misericordia: quanto ce ne sia bisogno è sotto gli occhi di tutti. Se esiste tanta violenza in giro, credo sia anche perché il mondo non si sente amato, e così resta preda delle proprie paure e angosce. E la paura profonda e costante ci rende capaci del peggio. Bisogna riempire il vuoto dell’anima, la sete di bellezza e di infinito, il desiderio di assaporare la felicità vera, di respirare la verità. In una parola, quando non si sente di essere amati e di poter amare, si cova il risentimento, la ribellione, facilmente sfocia la violenza. Ecco la misericordia: Gesù ha portato accanto a noi poveri e miseri il cuore di Dio. E il suo cuore è fatto della verità dell’amore e dell’amore alla verità.
4.         Due secoli di vita
I duecento anni della nascita di Don Bosco – anniversario onorato anche dall’esposizione della Sindone e dalla visita del Santo Padre – ci ha accompagnati con il sorriso profondo e incoraggiante del grande Sacerdote Educatore. Ci vorrebbe oggi un altro Don Bosco, ma ci siete voi, suoi figli. Il mondo dei giovani è straordinariamente bello perché hanno il dono della vita che è come un fiore che sta sbocciando, pieno di attese e speranze: cosa sarà di me, quale domani, sarò felice? E queste loro domande, spesso non dette per pudore o timidezza, sono per noi adulti e sacerdoti come un irresistibile invito a stare con loro. Sono per noi una continua e pungolante domanda: chi sono io? Qual è il mio centro vitale? Romano Guardini ricordava che ogni formatore, di fronte ai suoi ragazzi, non deve chiedersi ‘che cosa posso fare per loro?’, ma ‘chi sono io?’. Sono certo che tutti noi siamo presi da un sentimento di tenerezza nei loro confronti, un misto cioè di affetto, simpatia profonda, e di trepidazione: che cosa sarà di ognuno di loro? Ognuno è un capolavoro nel cuore di Dio, riuscirà a liberarsi dalle menzogne che lo avvolgono e far emergere il sogno che il Signore ha per lui?
4.         Il Congresso Eucaristico Nazionale
Infine, permettete che ricordi un altro appuntamento della Chiesa italiana: il Congresso Eucaristico nazionale. Avremo l’onore e la gioia di celebrarlo a Genova dal 15 al 18 settembre del prossimo anno. Il Comitato preparatorio è al lavoro, e vorremmo che fosse un’esperienza forte di fede e di Chiesa. Il tema è ‘L’Eucaristia sorgente della missione’, sapendo che se Gesù è il volto della misericordia di Dio, l’Eucaristia è il volto sacramentale di Cristo. Dall’incontro con il Mistero eucaristico, dalla partecipazione ‘actuosa’ ai divini misteri, che significa naufragare nel sangue di Gesù come la goccia d’acqua nel calice, non solo si rigenera la Chiesa, ma si alimenta quel fuoco d’amore che sta all’origine della missione: ‘Gesù Cristo ti ama – scrive il Papa – ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti’ (Evangelii gaudium, n. 164).
                                                                                Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo di Genova
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