Omelia pronunciata in Cattedrale nella S. Messa per l'ordinazione diaconale di Don Andrea Carcasole
15-05-2016
Arcidiocesi di Genova
Solennità di Pentecoste, 15.5.2016
Ordinazione Diaconale di Andrea Carcasole
OMELIA
‘Per sempre‘
Cari Fratelli e Sorelle nel Signore
Giorno di grazia e di gioia: il mistero della Pentecoste dona alla nostra Diocesi un nuovo Diacono che cammina verso il Sacerdozio. Permettete che dica una parola soprattutto a lui, certo che tutti noi entriamo in qualche modo in questa breve omelia di Ordinazione.
Caro Andrea, grazie perché hai risposto senza paura al Signore, che ti ha chiamato a consacrare la vita a Lui e alle anime. Oggi, dopo la preparazione in Seminario con i tuoi formatori – che tutti ringraziamo con stima e affetto – stai per prendere la tua vita nelle mani e – passato, presente, futuro – lo deporrai nel cuore di Gesù: per sempre!
C’è tanta paura, oggi, di questo ‘per sempre’: limita la mia libertà, si dice, impedisce di essere spontaneo, mortifica la personalità, ognuno deve essere se stesso, deve sentirsi bene, a suo agio. E se si sente a disagio, allora si deve cambiare situazione, persone, ambiente, stato di vita. Si pensa così oggi, ma è un enorme errore di prospettiva che conduce a delle scelte sbagliate, cariche di sofferenza per sé e per gli altri. L’esistenza diventa friabile, liquida, perché non ha più il fondamento roccioso del ‘per sempre’, ma quello fragile e volubile del ‘sentirsi a proprio agio sempre e dovunque-. Dobbiamo tutti essere vigili affinché il criterio della nostra vita non sia tanto centrato su di noi – gusti, talenti veri o presunti, progetti -, ma sia piuttosto il Signore Gesù, la sua volontà su di noi. Quando siamo moralmente certi di essere nella sua volontà, quando lo desideriamo sinceramente e per questo preghiamo, allora il ‘per sempre’ è possibile, e il disagio o scompare oppure si sfuma pur dentro alle difficoltà che ogni stato di vita riserva. Se guardiamo alla alle coppie, alle famiglie, abbiamo esempi straordinari di quel ‘per sempre’, di quella capacità di sacrificio e di resistenza nei momenti bui, senza dei quali forse noi non saremmo venuti al mondo.
Il ‘per sempre’ non significa non parlarsi, non dirsi le ombre – anche i coniugi lo fanno e lo devono fare – ma significa piuttosto non perdere l’orizzonte, il riferimento decisivo della volontà di Dio che è amore e ci ha pensati dall’eternità, ha scritto il nostro nome sul palmo della sua mano per sempre. Il cuore deve rimanere caldo! Forse non rimarrà sempre ad alta temperatura, ma anche questo può appartenere alla vita e non deve spaventare nessuno. Nessuno, però, può presumere di dimorare a lungo nel freddo e nel grigiore del cuore. Per questo il Signore ci chiede di stare innanzitutto con Lui: ‘ne scelse dodici perché stessero con Lui’. Non è una visione intimistica, come a volte si sbandiera con tono di sufficienza, ma necessità di vita. Caro Andrea, non saranno i programmi, i successi, il consenso, che riscalderanno il tuo cuore, ma il tuo stare con Lui, e in questa intimità divina gli altri non saranno estromessi, ma saranno inclusi e abbracciati nel modo più vero. Tornando tu fra il popolo dove il Vescovo ti invierà, la gente ti troverà più generoso, più caldo, più vero, pronto a lavar i piedi dell’anima e del corpo nelle mille forme che il tuo cuore, oggi di Diacono domani di Pastore, vedrà necessario. E sarà gioia!
Lo Spirito Santo, che tra poco sigillerà la tua anima, sarà sorgente perenne di consolazione, di luce e di forza. Ricorda, la Santa Vergine ti aspetta in ogni momento, ma soprattutto la sera. Quando tutto si calma e i pensieri si raccolgono nel silenzio e nella solitudine, troverai Lei che ti aspetta per la carezza che sana, ricompone, rigenera.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo di Genova