Omelia pronunciata nella Chiesa di San Marco al Molo nella Santa Messa di suffragio per le vittime nel crollo della Torre di Piloti del 2013
08-05-2015
Arcidiocesi di Genova
Sabato 8 Maggio 2015
Santa Messa di suffragio per le vittime nel crollo della Torre di Piloti del 2013
OMELIA
‘Nella sua Croce le nostre croci’
Autorità civili e militari
Cari Fratelli e Sorelle
Nel secondo anniversario del crollo della Torre dei Piloti che ha visto distruzione e morte, siamo qui per ricordare e pregare. La memoria non vuole rinnovare tanto dolore – che resta comunque incancellabile dal cuore dei familiari, colleghi, amici e istituzioni – ma per dire ancora una volta che mai più la tragedia deve ripetersi e che i luoghi del lavoro, dove ognuno esprime se stesso, si guadagna il pane e partecipa alla società, non devono diventare luoghi di morte.
Rinnoviamo il nostro abbraccio – l’abbraccio di Genova – alle famiglie delle vittime. Così come vogliamo rinnovare la stima e la gratitudine per quanti si sono immediatamente prodigati per il soccorso, a cominciare dalla Capitaneria di Porto. Su tutti il Signore stenda la sua benedizione.
Siamo qui anche per pregare Dio che, in Gesù Risorto, ci assicura che nessuno è solo e che Egli è con noi.
Cari Amici, sapere di non essere soli sotto i pesi della vita terrena, davanti alle prove dell’esistenza, è una grande grazia. Gesù non ci toglie le tribolazioni presenti, così come Lui, il Figlio di Dio, non ha cancellato la croce dalla sua esistenza terrena; ma la sua croce abbraccia le nostre croci, le illumina, le riempie di vita eterna; ci dice che nessuna tribolazione va perduta davanti a Lui, che ogni nostro respiro, di gioia o di dolore, ogni sorriso e ogni lacrima, hanno un senso misterioso ma reale, che un giorno vedremo in Cielo. Sì, in Cielo, dove i nostri cari defunti vivono nella luce senza tramonto e nella gioia senza fine. Essi ci vedono e ci guardano, su di noi vegliano con la loro preghiera. E ci attendono per la vita eterna in Dio.
Cari Fratelli e Sorelle, è questa la nostra fede e per questo siamo qui oggi, per rinnovare anche i legami di stima, affetto, vicinanza. Vorrei anche dire il mio, il nostro grazie affettuoso a Mons. Giovanni Denegri, Cappellano della Militare, e ai suoi collaboratori, per la dedizione che anche in quelle tragica circostanza come sempre ha mostrato: l’amore alle anime, il bene delle persone, è ciò che ispira la presenza e l’agire di ogni sacerdote.
Dopo la celebrazione eucaristica, ci recheremo al Molo Giano dove faremo la benedizione della statua della Madonna che tornerà, nella segno della fede e del simbolo, a guardare il porto e Genova, quanti lì lavorano e transitano. La sua immagine – antica e nota per la nostra Città – sia occasione non di uno sguardo fuggevole e distratto, ma devoto e orante per tutti, così come i figli guardano la propria mamma: è lo sguardo del cuore che dà anima al lavoro delle mani e dellintelligenza. La Grande Madre di Dio, Regina di Genova dal 1637, ricordi a tutti noi, ovunque siamo, che il Signore è con noi sempre, che ci sostiene nelle vicende della vita, che la vita e l’amore sono e saranno sempre più forti della morte.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo di Genova