Ibla, 23.04.2021
Festa di San Giorgio
Omelia
“Liberi della Libertà di Dio”
Cari Fratelli e Sorelle nel Signore,
È un onore e una gioia partecipare alla festa di questa comunità cristiana che si stringe attorno al suo Patrono San Giorgio. Ringrazio il Parroco per il fraterno invito e saluta i suoi collaboratori augurando copiosi frutti pastorali.
La figura di San Giorgio e spirituale questa comunità e Genova, che ha San Giorgio e San Giovanni Battista come patroni dell’Arcidiocesi e della Città. Preghiamo dunque gli uni per gli altri con affetto, fisicamente lontani ma spiritualmente vicini.
- La sua figura
La figura del Santo Martire è avvolta nel mistero, ma è carissima nel cuore del popolo credente. La tradizione lo colloca agli albori dell’era Cristiana, nel terzo secolo, e lo presenta come un soldato dell’imperatore Diocleziano. La persecuzione contro i cristiani era spietata e colpì anche il giovane Giorgio: neppure la sua generosità verso i poveri, il suo coraggio a favore dei deboli come nel caso della lotta contro il drago, placarono la furia della persecuzione. È chiaro che alla base della sua vicenda, vi è un filo conduttore certo e attuale: il confronto tra Dio e l’impero del male, tra l’amore e l’odio, tra la luce del Vangelo e il buio del principe delle tenebre. In mezzo a questa lotta vi è Cristo. È Lui lo spartiacque tra la notte e il giorno, tra la verità che libera e la menzogna che rende schiavi. È Cristo la pietra di inciampo che chiama il genere umano a libertà. La storia umana, infatti, è drammatica tra due libertà, quella di Dio e quella dell’uomo: il mondo, anche oggi, parla molto di libertà, ma solo Dio la rispetta veramente.
- Una domanda sempre attuale
Perché tanto accanimento, nella storia di ieri e di oggi, verso la fede cristiana? In modi aperti o felpati, tutti possiamo esserne colpiti. Perché la cultura odierna pare segnata da un sentimento anticristiano? Quali colpe hanno i discepoli di Gesù? Ai tempi di San Giorgio i cristiani erano visti come nemici dell’Impero; ma erano proprio nemici? Il soldato Giorgio serviva l’imperatore e beneficava il popolo: dov’era e dov’è il pericolo? Sotto i diversi pretesti via un filo comune: il mondo ha paura della libertà e della verità.
- Il mondo invisibile e quello visibile
Il mondo visibile è forte di mezzi, di organizzazioni e di strategie, e irride la fede che predica un mondo invisibile abitato da Dio, dalla Madonna e dai Santi, dalle anime beate in Paradiso. Questo messaggio è inerme e la cultura dominante lo considera una favola. E allora perché si preoccupa tanto? In certe parti del mondo ancora si usa la violenza fisica contro i cristiani, e altrove la violenza è quella della parola, degli atteggiamenti emarginanti, della esclusione sociale, della pubblica delegittimazione. Perché questo? Credo che – dietro tanta intolleranza – ci sia il timore che la fede generi uomini liberi, e questo non è gradito ai poteri che contano. Tutto è passeggero, volteggia e scivola verso la fine, solo Cristo rimane: fuori da questo unico centro, l’unica certezza è che niente vi è di certo e che niente è più infelice dell’uomo. La fede non allontana dal mondo terreno, ma il contrario rende più responsabili per amarlo e costruirlo nella luce di Cristo. La fede fa ordine nelle cose che ci assillano, dà il giusto peso, permette di giudicare le potenze che passano, gli idoli di argilla, rende capaci di denuncia con la parola e con la vita. In una parola, ci rende liberi, senza paura, e questo è insopportabile per la logica del mondo.
- La forza della verità morale
Vi è un altro motivo di contrasto: la libertà deriva non solo dalla conoscenza del destino ultimo, ma anche dalla verità dei valori morali, cioè dei comportamenti, di ciò che è giusto e di ciò che non lo è. Oggi sembra che ognuno sia legge a se stesso, che l’opinione individuale possono decidere il bene e il male, secondo ciò che piace e convince. Ma questo è arbitrio. La libertà, invece, è scegliere ciò che è buono e giusto, anche se costa fatica e sacrificio. Oggi si vuole che cristiani non parlino, affinché il mondo pensi che il Vangelo non ha più nulla da dire. Ma ciò non è vero! Molte questioni spinose odierne non sono oggetto esclusivo della fede Cattolica; anche la ragione umana – se non è corrotta – può cogliere le verità della vita, della famiglia, dell’educazione, della democrazia, del vero sviluppo.
Cari amici, la Lettera agli Ebrei e il libro dell’Apocalisse ci hanno ricordato che la vita cristiana è una salita verso il Cielo, comporta una lotta spirituale. San Giorgio lo sapeva, ha vinto il suo combattimento, e da millenni il popolo di Dio lo venera. Egli ha creduto alle parole di Gesù che la Chiesa ripete nei secoli: “Non temete, Io sono con voi fino alla fine del mondo”. Noi oggi vogliamo riascoltare queste parole e insieme preghiamo San Giorgio perché preghi il signore in questo tempo grave per la salute, il lavoro, le famiglie, per i nostri anziani e i nostri ragazzi. Perché ritorni presto il sereno e diventiamo più saggi. Lo preghiamo perché ci aiuti ad essere anche noi liberi della libertà di Dio.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo Emerito di Genova
Presidente Consiglio Conferenze Episcopali d’Europa