Omelia pronunciata in Cattedrale nel rito della Passione del Signore del Venerdì Santo
25-03-2016
Arcidiocesi di Genova
Venerdì Santo, 25.3.2016
OMELIA
‘La vendetta di Dio’
‘Ave o croce, unica nostra speranza’
La croce è la nostra speranza perché è il volto della misericordia di Dio. Ci testimonia che la misericordia non è un sentimentalismo evanescente che tutto abbraccia comunque. Davanti a quel legno, che ha lacerato la carne di Gesù, le parole vengono meno, cedono il passo al silenzio e allo sguardo smarrito.
La misericordia è il caso serio dell’amore di Dio, un amore tale da assumere la condizione umana in tutto, tranne il peccato (cfr Ebrei 4,15), al fine di liberarci dal male radicale dell’ anima. Il peccato, infatti, ci allontana da Dio che è come il sole: senza, l’uomo non ha né volto né vita. E’ a partire da questa lontananza che nascono tutti i mali, scompare o si offusca la verità dell’uomo, tutto si confonde, e la terra diventa disumana: gli uomini, come le Nazioni, si lasciano allora guidare da altri riferimenti che sono l’interesse, il potere, la sete insaziabile di godimento, la noia, la voluttà di veder soffrire e morire, di uccidere e uccidersi perché la vita non ha più senso.
Era necessario che qualcuno facesse cadere il velo che l’uomo aveva posto fra la terra e il cielo; e per questo era necessaria una umanità talmente trasparente e affidata che solo Dio poteva incarnare. E nel Figlio Gesù sia fatto luogo di riconciliazione e di pace. La croce, da patibolo infamante, diventa così il prezzo del riscatto, la fornace dell’amore che consuma i peccati, strumento di espiazione che toglie l’ostacolo che ci separava da Dio. Nel momento della morte di Gesù, infatti, si lacera il velo del tempio di Gerusalemme, e l’umanità accede di nuovo al cospetto di Dio, al suo abbraccio. Sulla croce il velo finalmente cade, appare il volto di Dio-Amore, e la verità dell’uomo diventa riconoscibile.
La cultura di oggi, che cerca di cancellare Dio dall’orizzonte umano, sta perdendo il senso dell’umano, la sua verità: chi è l’uomo? Ne parla come di qualcuno, ma sempre più lo tratta come un qualcosa. Una crescente cecità dilaga nell’occidente, tanto che spesso non si ha più il coraggio di chiamare il male con il suo nome, e se ne vedono le conseguenze. Quanto più l’uomo moderno scopre i segreti della natura, tanto più sembra smarrire se stesso, il suo destino. Ma senza questa verità, egli non coglie il senso della vita e lascia il campo ai più forti. La croce è dunque la rivelazione di chi è veramente Dio – il Dio che dà la vita perché noi abbiamo la vita – e rende riconoscibile l’uomo, il suo valore; rompe il muro della menzogna, fa luce sulle cose, le chiama per nome.
Possiamo dire che la croce è la vendetta di Dio sul male: il Dio che ci ha creati per amore, con un eccesso d’amore si vendica del male con cui il Maligno ha inquinato il mondo. La vendetta divina è dunque la misericordia che vince il peccato e rende capaci di vivere in modo nuovo.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo di Genova