Diocesi di Ventimiglia-Sanremo 15.8.2022
Santuario di N.S. della Costa
OMELIA
“La religione della libertà e della gioia”
Cari Fratelli e Sorelle nel Signore
È una gioia essere qui per la festa di Nostra Signora della Costa che, da circa sei secoli, viene venerata in questo santuario. UN saluto affettuoso e grato per il fraterno invito al Pastore di questa veneranda Diocesi, S.E. Mons. Antonio Suetta, e a S. A. Mons. Alberto Maria Careggio amato Vescovo Emerito. Sia le letture ascoltate, sia la storia di questo luogo ci invitano alla riflessione e alla preghiera.
- “Nel cielo apparve un grande segno”
E’ il segno della Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi, coronata da dodici stelle. E’ una visione grandiosa che ci invita a pensare in grande le cose piccole della vita, poiché, diversamente, tutto diventa fine a se stesso e banale. E vivere nella banalità rende pesante e triste il quotidiano, ci fa fantasticare aspettative mondane forse scintillanti ma certamente vuote, ci fa sognare sogni di gloria che rendono noi banali perché lontani dalla gloria di Dio.
La visione dell’Apocalisse non solo ci invita a pensare in grande, ma anche a credere in grande, cioè a guardare a Dio, Creatore e Padre, alla misteriosa Donna vestita di gloria, al Bimbo che partorisce per la salvezza del mondo. Maria assunta al cielo manifesta il legame unico della Madre con il Figlio, un legame non solo di sangue ma di destino: nella carne gloriosa di Cristo e di Maria vi è la primizia e il pegno della nostra umanità glorificata. Non è forse questa la nostra meta? Ciò per cui Dio ci ha creati? La Redenzione dal peccato e l’adozione a figli del Padre? La vita della grazia, la trasfigurazione del nostro pensare nella verità di Cristo, e del nostro amare nel suo stesso amore? Ecco perché l’intuito che i semplici e gli umili hanno da duemila anni, sa che attorno alla Grande Madre di Dio la fede cresce, la carità si purifica, la fiducia si rafforza, e ritroviamo il coraggio della testimonianza e la gioia che tutti rincorrono, che nessuno può produrre, ma può solo essere invocata dall’ alto.
- La religione della libertà
È noto che, nelle origini di di questo santuario, vi sono anche motivi storici precisi, legati a quell’anelito di libertà che è insito nel cuore umano, poiché è dono di Dio che ci ha creati. Per questo la religione non può essere che religione di libertà, non solo della libertà di scegliere, ma anche del dovere di scegliere bene, cioè nella verità. In questo intreccio possiamo essere creature veramente libere.
Ma – ci chiediamo – può la religione essere via di libertà? Oggi è avvertita piuttosto come un insieme di precetti a cui obbedire, mentre ognuno ha una sua opinione di libertà. Ma così ci distruggiamo a vicenda! Quanto smarrimento nei cuori, quanta confusione nelle menti e nella vita! Oggi sembra che l’uomo non sappia più chi è, da dove provenga e verso dove stia andando: all’ orizzonte sembra esserci solo il buio e il nulla. Ma così nulla ha più valore e senso, neppure il vivere e il morire! Forse è proprio questo che vuole il pensiero unico che respiriamo: persone smarrite e deboli, senza coscienza critica, illuse di essere libere, mentre invece sono manipolate da coloro che pretendono di pensare per tutti, voluttuose di potere e profitto.
L’anarchia non è la più alta forma di libertà, come a volte si pensa, è piuttosto la sua distruzione. Ma la religione come aiuta, dunque, ad essere liberi senza cadere nell’anarchia individualista? Religione significa legame, così come alleanza: Dio si lega agli uomini, e gli uomini, legandosi a Dio, giungono alla verità di se stessi, scoprono la propria identità, il proprio volto, la propria natura, il proprio destino, e come arrivarci.
La libertà si declina in diverse libertà che, se vere, diventano diritti: della famiglia e del lavoro, alla salute e all’educazione, alla e della religione … Ricordiamo che una società è giusta quando le diverse libertà si rispettano e contribuiscono al bene comune senza sopraffarsi le une con le altre, cioè quando sono ordinate.
Ma come è possibile? Bisogna che ogni forma di libertà scopra innanzitutto se è vera, cioè secondo verità, per non sopraffare le altre ma per camminare insieme. La verità che guida ogni libertà è la persona, il suo essere umano; è questo il criterio che può ordinare e inverare ogni scelta, personale, sociale e politica. Solo legandoci a Cristo possiamo giungere alla nostra verità, scoprire il nostro volto senza maschere o deformazioni, e così riconoscere l’ordine e la bellezza delle nostre libertà. Diversamente, ognuno può fare di una sua singola scelta o desiderio, un assoluto che, anziché creare un ordine giusto, snatura la coscienza e la collettività.
E quando c’è una libertà giusta, allora nasce la gioia cristiana, quella letizia che la Santa Vergine canta nel Magnificat, e che ci consegna come grazia e compito; come misura della nostra fede.
Card. Angelo Bagnasco
Arcivescovo emerito di Genova