La luce della vita interiore

Omelia tenuta in occasione della solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
08-12-2014
Arcidiocesi di Genova
Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, 8.12.2014
OMELIA
La luce della vita interiore’
Cari Fratelli e Sorelle,
1. Si avvicina la luce del Natale, la luce di Cristo! Maria Santissima, che ebbe il privilegio di non essere sfiorata dal peccato originale, ne è la mistica preparazione, l’aurora, il presagio. E noi siamo qui, in questa splendida basilica – prima nel mondo dopo la definizione del dogma dell’Immacolata concezione da parte di Pio IX nel 1854 – per guardare Lei, la grande Madre di Dio e nostra. Proprio perché lei è nostra madre, noi apparteniamo alla luce. Il mondo intero appartiene alla luce: essa è la sua origine e il suo destino. Ogni uomo sente il bisogno disperato di appartenere a qualcuno, di non sentirsi solo di fronte alla vita, alle sue asprezze. Ha bisogno di sapere che i suoi giorni hanno un senso nobile, che la sua vita è utile, anzi importante. Ha bisogno di essere guardato con occhi d’ amore, di sapere che qualcuno lo pensa con pensieri di luce. Il mondo è spesso violento e crudele perché è disperato, perché non si sente amato, perché vive nei sotterranei della terra, attorcigliato su se stesso, preso dalle proprie paure anziché dalla luce del cielo.
2. Nel cuore umano esiste una forza oscura e ribelle: non lo possiamo dimenticare come si fa oggi. L’antico peccato è stato cancellato dall’acqua del Battesimo, ma le conseguenze continuano a pesare e la tentazione di rimanere chiusi è continua. Mentre la luce ci chiama fuori da noi stessi e ci apre al dono, ogni peccato invece ci imprigiona nel nostro io, ci illude di essere autonomi, ci spinge verso la logica perversa di servirci degli altri. Al fondo di violenze e ingiustizie non sta forse questo continuo movimento? Dobbiamo lottare ogni giorno contro la tentazione di una vita segnata dagli spasmi del possesso anziché del dono gratuito. Da questa radice debole nasce la voluttà di approfittarsi, di denaro a qualunque costo, di sopruso a danno dei deboli e degli onesti; nasce la voglia di ergersi sugli altri alla ricerca del dominio per sentirsi più grandi, della carriera come scopo della vita, dell’ebbrezza effimera del potere. E così la vita si complica, si sprecano energie e talenti per rincorrere idoli falsi. Ci si adegua al pensare unico che vuole isolare gli uni dagli altri e ridurre la società da popolo a moltitudine senza volto, perché di volti ne può avere tanti quanti sono gli individui che formano il ‘mucchio’. Se camminiamo su questa strada senza reagire, se accettiamo supinamente questa forma di vita nella menzogna, allora non arriveremo mai né a Betlemme né a Nazaret, là dove, nell’umile casa del falegname, nella semplicità dei gesti e dei ritmi, ognuno – persone e famiglie – ritrovano se stessi, assaporano le cose che contano come il pane fatto in casa.
3. Cari Amici, la più grande difesa non è verso chi ci vuol male, ma verso noi stessi: questa è la lotta più difficile per vincere la sfida fra la vita nella menzogna e la vita nella verità, fra l’indegnità morale e la nobiltà dell’anima. Ognuno è chiamato a decidere le cose per cui vale la pena di soffrire: e se queste non sono cose che durano per sempre, anche oltre il tempo, allora viviamo nella menzogna rincorrendo fantasmi che ci possono soddisfare ma non riempire il cuore. Vivere nella verità delle cose, così come Dio le ha pensate – la vita e la morte, l’amore e la famiglia, la libertà e il dovere -; proclamare sui tetti ciò che pensiamo anche se si viene esposti al ridicolo e al pubblico ludibrio, è comportarsi in sintonia con il proprio ‘io migliore’, con la luce anticipata dalla Santa Vergine e nata a Betlemme. Non vogliamo essere necessariamente contro qualcosa, ma vogliamo rappresentare qualcosa in cui crediamo non solo come credenti, ma come persone e cittadini della Terra.
4. La Vergine Immacolata – aurora del Dio nascente – ci indica un mondo dove la menzogna viene smascherata dalla luce della verità, dove l’interesse viene superato dalla gratuità del sacrificio, dove il lavoro onesto assicura dignità. Noi non abbiamo avuto il privilegio della Vergine Maria, ma possiamo entrare tra le sue braccia come il piccolo Gesù, possiamo essere da lei generati nella luce di Cristo, possiamo camminare lieti nella via della vita vera, da lei accompagnati e sorretti ogni volta che inciampiamo. Non lasciamoci rubare la luce: non dobbiamo temere!
Un uomo che ha vissuto nella verità a caro prezzo, Solzenicyn, scriveva nel 1978: ‘Il cammino che abbiamo percorso (…) ha arricchito la nostra esperienza, ma ci ha fatto anche perdere quel Tutto, quel Più alto, che un tempo costituiva un limite alle nostre passioni e alla nostra irresponsabilità. Abbiamo riposto troppe speranze nelle trasformazioni politico-sociali e il risultato è che ci viene tolto ciò che abbiamo di più prezioso: la nostra vita interiore’ (Solzenicyn, Discorso ad Harvard, 8.6.1978). Fratelli e Sorelle, noi non vogliamo perdere la luce della vita interiore.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo di Genova
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