“La libertà di pensare e di parlare”

Omelia pronunciata Rivignano di Teor (Udine) nella S. Messa in occasione delle Cresime
08-10-2022

Rivignano di Teor (Udine) 8.10.2022

Santa Messa delle Cresime

OMELIA

“La libertà di pensare e di parlare”

 

Cari Fratelli e Sorelle nel Signore

È bello poter celebrare questa solenne Liturgia nella quale i vostri ragazzi riceveranno la Santa Cresima. E’ un dono per loro, per le loro famiglie, per l’intera Comunità. Un dono  perché la loro scelta  è di esempio a noi adulti, stimolo per essere fieri  della fede che abbiamo ricevuto.

Cari ragazzi, voi avete bisogno di noi, a cominciare dai vostri genitori e parenti, perché noi abbiamo più esperienza della vita, e possiamo aiutarvi ad affrontarla con fiducia e meglio preparati. Ma anche noi abbiamo bisogno di voi, della vostra giovinezza, del vostro desiderio di futuro, dell’ottimismo che vi dispone all’avvenire. Dove sarete domani? Che cosa farete? Quale sarà la vostra vocazione? Chiedete a Gesù: “Signore cosa vuoi che io faccia?”.

Noi crediamo che il disegno divino su ciascuno  è il vero bene,  abbracciandolo con fiducia, sarete felici. Come nella vita di tutti, ci saranno giornate di sole e giornate di nubi, gioie e preoccupazioni: dovete saperlo per non illudervi, ma anche per non spaventarvi. Non sarete mai soli, perché Gesù sarò sempre con voi.

Oggi, nella luce dello Spirito Santo che il Vescovo vi conferirà, la Liturgia ci raccomanda due cose che valgono per tutti: voi e noi.

 

  1. “Non sono stati guariti tutti e dieci?”

Gesù guarisce dieci lebbrosi, se ne vanno contenti, e uno solo torna per ringraziare il Signore … uno solo! Il Maestro mostra meraviglia per questa  mancanza di gratitudine, di questa palese maleducazione. Sembra che il Signore ci tenga al loro grazie, quasi che ne abbia bisogno: ma così non è! Sono i malati guariti che hanno bisogno di ringrazia Dio!

Così’ accade a noi: abbiamo bisogno di rendere grazie a chi ci fa del bene. Questo richiede  che non viviamo con la testa per aria, distratti e incuranti del bene che gli altri ci fanno, come se tutto fosse dovuto. Non  accorgersi che i genitori si sacrificano per voi, delle possibilità che vi danno – ad esempio poter andare a scuola e studiare! – significa essere immaturi e diventare egoisti. Significa quindi essere infelici.

Ma non basta dire grazie a chi vi fa del bene – parenti. amici, catechisti, i vostri sacerdoti – è necessario che abbiate un atteggiamento interiore  lieto per la vita che è dono di Dio, per la fede, per Gesù,  per la confessione, per l’Eucaristia; per la Chiesa che è la famiglia dei figli di Dio.

Sì, tutti abbiamo noi bisogno di ringraziare il Signore e gli altri, di non restare chiusi in noi stessi come se fossimo il centro del mondo.

  1. “La parola di Dio non è incatenata”

San Paolo racconta la sua prigionia a causa del Vangelo: egli era un coraggioso predicatore e non cercava il consenso dei suoi ascoltatori, ma il bene delle loro anime. Quindi parlava a tutti di Gesù, Signore e Salvatore, del Regno che non è di questo mondo, della vita eterna. Tutto questo, dai potenti di allora non era ben visto e lo misero in catene.

Ma oltre all’esempio della  coraggiosa testimonianza della fede,  colpisce l’accanimento contro il Vangelo: certamente molti pensavano che Gesù fosse una minaccia per il potere terreno, ma c’è  – allora come oggi –  un motivo più profondo. La gente di allora si accorgeva che la fede in Cristo creava libertà, la libertà di pensare prima che di fare, poiché per scegliere liberamente bisogna pensare liberamente, e questo non è possibile quando non si conosce la verità, cioè il bene e il male, il vero e il falso. Infatti non basta scegliere liberamente, ma bisogna scegliere bene, ciò che si deve perché è buono e vero.

Tutto questo è possibile nella luce della fede, della parola di Gesù, dei comandamenti di Dio che non sono limitazioni alla libertà ma scuola e palestra di libertà. Ciò significa avere un pensiero intelligente e una coscienza critica sulle cose, sulla vita e sul mondo. Ma chi comanda nel mondo non vuole essere giudicato! Per questo la persecuzione esisteva ai tempi di san Paolo ed esiste oggi.

Nel nostro tempo, cari ragazzi, tale persecuzione non si presenta  con un volto truce e un fare violento, ma con maschere accattivanti e modi suadenti. Cerca in ogni modo di riempire la mente  di idee decise dall’alto, di stili di vita sbagliati o vuoti, e quando il vuoto riempie la mente, pesa!  Oggi si vuole imporre un unico modo di pensare  per manipolare il popolo; ma soprattutto, per non poter giudicare i poteri che non vogliono essere giudicati da nessuno. Ecco la forma di persecuzione nel nostro occidente che, in mezzo a molte luci di civiltà, nasconde anche metodi antichi ma aggiornati di oppressione della coscienza.

Cari Amici, Paolo ricordava che la “parola di Dio non è in catene”, che essa corre nel mondo e nei cuori con il soffio dello Spirito Sano che oggi voi  riceverete. Non dimenticatelo mai: non sarete soli nella vita, il Signore sarà sempre accanto al  vostro cuore se gli terrete aperta la porta. Siate grati per la fede ricevuta e coraggiosi nel dichiararvi cristiani e cattolici ovunque vi troverete. Ma siate uniti alla Chiesa: essa è la comunità dei  fratelli nella fede, dove  vi sono l’Eucaristia e la Confessione, il Vangelo risuona come luce, il raccoglimento e la preghiera sono più facili, dove il Sacerdote vi ascolta con il cuore di Gesù, dove la Madonna è Madre di Dio e nostra.

Card. Angelo Bagnasco

Arcivescovo emerito di Genova

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