Cari Amici che festeggiate i diversi anniversari di matrimonio! Grazie perché siete qui, nella nostra cattedrale cuore di Genova per ringraziare il Signore che vi ha uniti nel sacro vincolo dell’amore coniugale.
1. Come ho scritto nella Lettera Pastorale, ‘tra le luci dell’universo, vi è la famiglia: vedere un papà e una mamma con i loro figli, commuove e apre l’anima al sorriso. Come non rimanere stupiti davanti a questa realtà unica e incomparabile? Essa è comunità di vita e di destino, grembo damore che genera nuove vite, scuola e palestra di umanità, tirocinio di fede e di preghiera’. Nulla può essere paragonato alla famiglia che nasce dal matrimonio! Essa è come uno scoglio in mezzo al mare: i venti contrari e le onde tempestose non possono smuoverlo, resta approdo sicuro per i figli che ‘ senza ‘ sarebbero travolti dai colpi di quel mare insondabile che è la vita. Possiamo forse vivere senza dei punti fermi e sicuri su cui contare in qualunque circostanza? Quando le tempeste ci rendono naufraghi affaticati e laceri, dove andare senza la roccia stabile e certa della famiglia? Su quello scoglio ognuno può approdare, lì si sente accolto comunque, trova ascolto e verità ma sempre nell’abbraccio dei cuori. Su quella roccia – a volte ruvida – ognuno ritrova fiducia in se stesso, coraggio verso la vita, voglia di ricominciare e di lottare. Tutti sappiamo che, quando perdiamo fiducia in noi stessi, le forze vengono meno e abbiamo paura di tutto. La malattia più mortale e oggi diffusa è la solitudine, il sentirsi soli a portare la vita; e sappiamo che la società fa presto ad abbandonare ai bordi della strada. Dalla riva della famiglia, invece, le onde fan meno paura, non appaiono più insormontabili, e allora ci si rilancia nel mare. Le difficoltà restano, ma lanima cambia: ci sentiamo rinfrancati perché non ci siamo soli, perché abbiamo toccato l’abbraccio caldo e rigenerante del noi. Come potrebbe vivere il nostro ‘io’ senza il ‘noi’ della famiglia, dove nulla si perde e tutto si guadagna?
2. Oggi si dice che ‘dove c’è amore c’è famiglia’. Ma non è così! L’amore coniugale, infatti, è unico poiché non ammette concorrenti, perché è un dono e non un prestito o una prova, perché è un grembo aperto al dono dei figli, perché è l’originaria scuola di vita comune e – se il papà e la mamma sono credenti- è anche esperienza di fede.
Guardo a voi, cari amici, e attraverso i vostri volti, che portano i segni della vita, vedo il volto dell’amore. C’è tanto bisogno di sapere così è l’amore, poiché la confusione è grande su questo punto: si pensa che sia solo emozione, o sentimento, o vibrazione; che debba essere sempre gratificazione e spontaneità. Ma voi sapete che non è così: l’amore è un impasto di tutto questo, ma lelemento decisivo è la scelta della persona con cui si vuole costruire una nuova realtà, la famiglia. Il Sacerdote chiede agli sposi non se si sentono di prendersi a vicenda, ma se ‘vogliono’ prendersi per sempre. Voi sapete che l’amore di coppia non è sempre effervescente e facile, senza sacrificio: credere e aspettarsi questo, è credere ad una devastante bugia – oggi molto diffusa e pubblicizzata – che crea delusioni e amarezze.
E’ Dio il grande maestro dell’amore, poiché Dio è amore. Il mistero della Santissima Trinità ci rivela che Dio è comunione, è Famiglia: Padre-Figlio-Spirito Santo. Ma anche nell’Incarnazione di Gesù scopriamo il volto vero dell’amare: Dio, nel Figlio, è uscito da sé per venirci a cercare e per ricondurci a casa, il suo cuore. L’amore è, dunque, un continuo uscire da noi stessi per andare incontro alla persona amata; è rinunciare a qualcosa di sé, dei propri gusti, dei propri progetti. E questo non è perdere la propria personalità, ma arricchirla nella comunione con l’altro. Molte sono le difficoltà del cammino d’amore, nella coppia e tra genitori e figli. A volte si arriva a ferite gravi e a lacerazioni profonde; ma nessuno deve sentirsi rifiutato: La Chiesa è Maestra e Madre; è vicina con cuore di misericordia, nella verità del Vangelo e nella fiducia. Essa non esclude nessuno.
Cari Amici, grazie per il vostro esempio: sia per le giovani generazioni un forte incoraggiamento e un monito a non perdere il meglio della vita: sposarsi è bello, fare famiglia è bello e possibile anche in mezzo alle difficoltà che voi stessi avete conosciuto; senza la famiglia la società non tiene perché svanisce l’umano. La Madonna doni saggezza a tutti, fiducia ai giovani in difficoltà, coraggio a guardare avanti e osare; a non avere paura del ‘per sempre’ dell’amore vero. E doni luce a quanti hanno responsabilità pubbliche perché mettano al centro dei loro seri compiti ciò che è il cuore del bene comune: la persona e la famiglia. Tutto il resto deve ruotare attorno!
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo di Genova