Omelia tenuta in Cattedrale nella S. Messa per la Consacrazione episcopale di Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare di Genova
08-02-2015
Arcidiocesi di Genova
Domenica 8.2.2015
Consacrazione Episcopale di S.E. Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare di Genova
OMELIA
‘Inno al Pastore delle anime’
Cari Confratelli nell’Episcopato, nel Sacerdozio e nel Diaconato
Cari Fratelli e Sorelle nel Signore
La Diocesi di Genova è in festa: è consacrato Vescovo un Sacerdote da tutti noi stimato e a noi tutti caro, Don Nicolò Anselmi. Ringraziamo il Santo Padre Francesco per questo atto di attenzione e affetto: a Lui la Chiesa genovese rinnova fedeltà e obbedienza. Nel compito di Ausiliare dell’Arcivescovo – cor unum et anima una – la Comunità cristiana potrà avere un ulteriore riferimento per un cammino pastorale sempre più unitario e organico. In modo particolare, penso al mondo dei giovani, verso i quali Mons. Anselmi manterrà la peculiare attenzione e responsabilità.
Saluto con fraterna gratitudine i Signori Cardinali e i Vescovi: lo loro presenza non solo è un atto di amicizia per il nuovo Vescovo, ma anche onora l’intera Diocesi.
Caro Don Nicolò, il tuo animo è sicuramente attraversato dallo stupore – perché il Signore ha scelto proprio me? – e dalla trepidazione – ce la farò? Quante volte ti sarai posto queste domande- e ancora te le porrai! Potrebbero essere delle tentazioni per toglierti la pace, ma devono diventare occasioni di grazia. Questo passaggio – dal timore per l’umana insufficienza, il peso dei compiti, la responsabilità dei fratelli, alla fiducia e all’abbandono in Dio – sarà il luogo della tua santificazione per il resto dei tuoi giorni. Un esodo continuo che tutti i credenti sono chiamati a vivere, ma che per te – come per ogni Vescovo – diventa ancor più decisivo: ‘Per essi io santifico me stesso’. D’ora in poi queste parole saranno le tue, sapendo che, in quel -per essi-, vi sono in prima fila i Confratelli nel Sacerdozio: innanzitutto per loro noi Vescovi dobbiamo essere come dei ceri accesi, la cui vita si esprime in una fiamma d’amore, certi che è questo il modo più efficace per amarli, aiutarli e sostenerli.
Tra poco ti prostrerai sul pavimento, ricordando così che ciò che sei e che diventerai è dono di Dio. Poi, tutti noi chiameremo i Santi del Paradiso, ed essi si affacceranno dalla finestra del cielo, ti sorrideranno, e pregheranno per te e per tutti. Infine, il gesto antichissimo dell’imposizione delle mani e le parole della consacrazione risuoneranno nella Cattedrale, e così sarai immesso, per le mani dello Spirito, nel fiume della successione apostolica: grazie al sacramento, chi si avvicinerà a te raggiungerà i Dodici e, attraverso i Dodici, raggiungerà Cristo, la Pietra angolare, il Figlio del Dio vivente, il Maestro dell’umanità, il Redentore del mondo; Colui che è nato, morto e risorto per noi; il segreto della storia; la chiave dei nostri destini; Colui che ci conosce e ci ama; il compagno e l’amico della nostra vita; Colui che deve venire e che deve, un giorno, essere il nostro Giudice e, noi lo speriamo, la nostra Eternità beata. Non finiremo mai di parlare di Lui: Egli è il pane, la Fonte d’acqua viva per la nostra fame e per la nostra sete, la Risposta al nostro cuore! ‘Guai se non annuncio il Vangelo’ ammonisce Paolo! Il sì che – come ministri di Cristo – abbiamo pronunciato, agli occhi del mondo ci ha messo nel campo degli idealisti, dei sognatori, dei folli, ma anche – grazie a Dio – in quello di coloro che sanno perché vivono e per chi vivono. Non temere, allora, di salire sui tetti della nostra Città e di dire: Gesù Cristo! Gesù Cristo! Tutto è in Lui e tutto è per Lui.
In comunione con il Successore di Pietro e con i Vescovi della Terra, dovrai confermare la fede del Popolo di Dio. Sii posseduto dal desiderio sublime di far conoscere il Signore. Disarmato ma araldo dell’Amore, sii profeta dello Spirito in un mercato della materia; sii erede di una Tradizione viva; annunciatore del futuro in un mondo che sembra aver perso la sua storia e il suo domani, teso solo alla conquista del successo presente. La Chiesa non ti garantisce la tranquillità, ma – forte della voce di Cristo – ti dice: ‘Non temere’. Sì, non temere! Dio non è morto! Dio è più sfolgorante che mai sul cielo nuvoloso del nostro tempo, e l’uomo resta il miglior alleato del Vangelo, assetato com’è di felicità e di amore. Molte cose cambiano e cambieranno, ma il cuore umano non cambierà mai!
Intraprendi questa nuova tappa della strada di Dio con la lampada in mano: è la lampada della fede. Alimentala con l’olio della preghiera e dell’Eucaristia, dell’umiltà e del Vangelo: nei momenti di fatica e di solitudine, di possibile incomprensione e prova, essa illuminerà il cammino un passo per volta, e ti dirà che non c’è fecondità senza sofferenza. Allora tu, apostolo e pellegrino, starai nella pace. Sarà ogni volta un travaglio di vita, segnato da quell’immensa simpatia per l’umanità, che ha pervaso il Concilio Vaticano II e che – in questo momento tanto solenne – vogliamo riascoltare dalle parole del beato Paolo VI: ‘L’umanesimo laico e profano è apparso nella sua terribile statura ed ha, in un certo senso, sfidato il Concilio. La religione del Dio fatto Uomo si è incontrata con la religione dell’uomo che si fa Dio. (…) E che cosa è avvenuto? Uno scontro? Poteva essere; ma non è avvenuto. L’antica storia del Samaritano è stata il paradigma della spiritualità del Concilio. Una simpatia immensa lo ha tutto pervaso. La scoperta dei bisogni umani ha assorbito l’attenzione del nostro Sinodo. Dategli merito, merito di almeno questo, voi umanisti moderni, rinunciatari alla trascendenza delle cose supreme, e riconoscerete il nostro nuovo umanesimo: anche noi, noi più di tutti, siamo i cultori dell’uomo’ (Paolo VI, Discorso di chiusura del Concilio, 7.12.1965).
Alla Santa Vergine Maria, la grande Madre di Dio, Regina della Guardia e N.S. delle Vigne, affidiamo il tuo ministero episcopale: sarà Lei a guidare i tuoi passi, sarà Lei a fecondare il tuo operato, sarà Lei ad accarezzare ogni giorno il tuo cuore di Pastore.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo Metropolita di Genova