In un’unica cornice

Omelia tenuta in Cattedrale giovedi 17 aprile 2014 in occasione della S. Messa in Coena Domini
17-04-2014
Cari Fratelli e Sorelle,
Il Giovedì Santo è il giorno in cui il Signore ha istituito la Santa Eucaristia e il Sacerdozio. Le due realtà sacramentali sono inserite, come in una cornice, nel gesto di Gesù che lava i piedi ai suoi Apostoli. E’ evidente che il Signore vuole legare le cose insieme, così che la cornice non è un contorno, seppure prezioso, ma fa parte del quadro. I due sacramenti, infatti, si spiegano solo come espressione dell’amore di Cristo per il mondo. Non solo ne sono la conseguenza, ma la loro sostanza è fatta da questo amore divino.
Il mondo d’oggi è violento perché non conosce l’amore ed ha sconfinato bisogno d’amore. Solo l’amore apre e fa crescere, altrimenti si resta prigionieri dei propri egoismi e fragilità, delle proprie paure. Quando viviamo di insicurezza ci chiudiamo in noi stessi per difenderci, cerchiamo di affermarci sugli altri per sentirci vivi, prevarichiamo per dire che ci siamo. In realtà, mostriamo solamente il nostro vuoto interiore, la paura della fine; gridiamo la nostra disperazione, il bisogno di essere amati. Possiamo dire che il bivio di ogni uomo è sempre o l’amore o la prepotenza: quando non si imbocca la strada dell’amore ci si trova su quella della prepotenza nelle sue forme diverse. Tanti atti di sopruso e violenza, che non di rado si consumano all’interno dei rapporti affettivi, forse nascono da questo vuoto interiore, che rende l’uomo fragile e insicuro, incapace di avere in mano le proprie emozioni, di resistere alle ferite, di accettare i sogni infranti, fino a perseguitare e sopprimere gli altri. Si può vivere senza pane, ma non si può vivere senza amore.
In questo orizzonte, appare Dio che lava i piedi del mondo con l’Eucaristia e il Sacerdozio. Nel Pane eucaristico e nel Sacerdozio ordinato Gesù si dona all’umanità fino alla fine dei tempi. Ma noi ci lasciamo lavare i piedi? Vogliamo fare questo? Pietro ha reagito per un senso di indegnità verso il Maestro. Ed aveva ragione! Ma forse – col passare del tempo – avrà compreso che la sua istintiva repulsione nasceva da un motivo più profondo: avrà intuito che lasciarsi amare da Dio significa arrendersi. E com’è difficile arrendersi all’amore! Lasciare il timone della propria vita ad un altro, soprattutto quando quest’altro è Dio. Eppure, quanto è straordinario e affascinante, e quanto ne sentiamo il bisogno!
Ecco, cari Amici, la grazia da chiedere: che il Signore ci aiuti a lasciarci lavare i piedi ogni giorno senza tirarci indietro. Che ci insegni ad abbandonarci alla sua tenerezza: quale forza contiene la tenerezza! Pensiamo alla tenerezza di una madre verso il figlio: non è dominio che umilia, ma potenza che attira! Sì, lasciamoci amare da Dio, non resistiamo all’amore. Ma Gesù, mentre ci lava i piedi, ci chiede di lavarceli gli uni gli altri: di amarci a vicenda. A cominciare dai nostri familiari, e dai più poveri: essi rappresentano in modo più evidente il grande Povero che è Cristo. Toccare la loro carne con umiltà e tenerezza è toccare la carne del Signore. E’ un privilegio!
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