“Gettare l’àncora in Dio”

Omelia pronunciata al Santuario di N.S. della Guardia nella S. Messa solenne del pomeriggio della festa
29-08-2017
Arcidiocesi di Genova
Santuario della Madonna della Guardia, 29.8.2017
Santa Messa del pomeriggio
OMELIA
‘Gettare l’àncora in Dio’
Cari Fratelli e Sorelle
Il pellegrinaggio alla Madonna della Guardia è un appuntamento atteso e significativo per noi genovesi e non solo. Tanto più quest’anno, a breve distanza dalla visita del Santo Padre Francesco, che ha lasciato nei nostri cuori la sua parola e i suoi gesti Desidero qui ricordare alcuni temi dell’Omelia della Messa conclusiva.
1. La nostra umanità è in cielo
Il Papa – parlando dell’ascensione – ha affermato che con il Risorto ‘la nostra carne umana ha varcato la soglia del cielo: la nostra umanità è in Dio per sempre (…) Per questo Dio non si staccherà mai dall’uomo’. In questo orizzonte di fede, la vita di ogni uomo ha un valore unico e vale sempre la pena di essere vissuta con responsabilità verso la terra e cercando le cose del cielo, come ricorda l’Apostolo Paolo. Oggi è necessario ritornare frequentemente sulle realtà celesti, che sono la meta verso la quale camminiamo, poiché il modo di pensare corrente riduce la nostra vita al presente, al materiale, come se non ci fosse che il vuoto oltre la morte. Come se la morte non fosse la porta della vita piena. La mentalità corrente, che assedia da ogni parte, dà una visione capovolta della realtà, riducendola esclusivamente a ciò che si vede, si tocca e si misura. Anche noi cristiani siamo tentati da questo modo di pensare che mette al centro l’individuo con le sue voglie e interessi, misura del bene e del male, della verità e del falso. È invece necessario purificare continuamente il nostro modo di giudicare alla luce del pensiero di Gesù e del suo modo di amare e di vivere. Per questa opera di continua conversione dobbiamo ‘ogni giorno gettare l’ancora in Dio’. Questa immagine è molto espressiva di ciò che è la preghiera quotidiana, che non deve mai mancare personalmente e in famiglia.
2. Intercedere presso Dio
Il secondo tema, sul quale il Papa si è soffermato, è quello dell’intercessione. Come Gesù asceso al cielo intercede continuamente per noi presso il Padre presentandogli le sue piaghe gloriose, così anche noi abbiamo con Lui il compito e la gioia di intercedere presso Dio per noi, per non essere sommersi dal ‘male di vivere’ tanto diffuso; per i fratelli e per il mondo, affidando a Lui ‘i pesi, le persone, le situazioni’. Veramente la preghiera collega la terra al cielo e ‘permette a Dio di entrare nel nostro tempo’. Veramente ‘la preghiera è la forza che fa andare avanti il mondo’. Dobbiamo credere molto di più alla preghiera, alla sua necessità, alla sua potenza, alla sua bellezza. Nessuno dica: io non sono capace, non ho tempo, è difficile. Anche amare è difficile, e non sempre siamo capaci, ma s’impara. Così a pregare s’impara pregando: mettendosi davanti a Gesù, nel tabernacolo, nella nostra casa, in un luogo solitario.. Specialmente in alcuni momenti della giornata dobbiamo entrare nel profondo del nostro cuore che contiene Colui che l’universo non può contenere: lì troveremo Lui, e con Lui anche noi. Ci parlerà di sé e anche di noi!
3. Annunciare il Signore
Infine, il Pontefice ha raccomandato di annunciare il Signore là dove ognuno vive, ricordando che Gesù ha fiducia in noi e quindi non dobbiamo temere. Ma anche ricordando che ogni giorno siamo chiamati a superare le nostre chiusure interiori, vincendo le posizioni di comodo, sapendo che il Maestro ci invia per ogni angolo della vita per dire con semplicità che Gesù è la nostra speranza, il sole del mondo, il nostro respiro, il destino. Non ci vuole chissà quale preparazione teologica o culturale: gli apostoli erano uomini semplici, del popolo. Ci vuole umiltà e un po’ di fede in Gesù. Non si tratta di fare delle disquisizioni accademiche o delle difese argomentate, basta comunicare umilmente ciò che il Signore è per noi, che Dio è Qualcuno che si incontra, che è La ragione alta della nostra esistenza.
Cari Amici, lasciamoci andare alla fede: non rendiamola complicata. Non lo è e ce ne accorgiamo vivendola. La santa Vergine ci renda semplici come dice il suo Figlio Gesù: ‘Ti ringrazio, o Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli’.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo Metropolita di Genova
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