Arcidiocesi si Genova
Cattedrale San Lorenzo 7 maggio 2023
S. Messa per i 10 anni del crollo della Torre Piloti al Molo Giano
OMELIA
Cari Familiari e Amici delle Vittime della Torre Piloti Distinte Autorità civili e militari Ammiraglio Comandante e Personale della Capitaneria di Porto.
Cari Fratelli e Sorelle nel Signore
Sono trascorsi dieci anni dal tragico evento, e il dolore è sempre vivo nelle menti e nei cuori di tutti. In particolare saluto i parenti con l’affetto di tutti noi. Come vorremmo poter lenire lo strazio di quei giorni che per voi non passano!
Siamo qui non solo per fare doverosa memoria delle vittime e di quanto accaduto perché mai più accada, ma anche per pregare per loro e per tutti noi, sapendo che solo il Dio dell’amore e della misericordia può versare sulle ferite dell’anima l’olio della forza e della consolazione.
Non è un conforto passeggero quello che il Signore ci offre, ma è denso di fede, è la certezza che i nostri sono nella vita eterna, vivono con Dio e di Dio, e per questo ci sono accanto, ci guardano, pregano per noi e ci amano in attesa di ritrovarci per sempre nella gioia del cielo. Il Signore Gesù nel Vangelo ci ha detto “Vado a prepararvi un posto (…) affinché dove sono io siate anche voi”.
Quanta fiducia scaturisce da queste parole che sono inverate dalla morte di Gesù per noi: egli sulla croce ha dato la sua vita perché noi avessimo la vita divina.
Non è forse questa la meta del pellegrinaggio terreno? Le croci che incontriamo nel nostro cammino sono croci, cioè dolore, ma il loro significato è speranza, è la certezza di ciò che Cristo ci ha detto con il suo sacrificio. Fuori da questo orizzonte non vi è luce, e tutto resta solo oscurità e disperazione.
Per questo il Signore esorta gli Apostoli a non avere paura, a non vivere nel turbamento come se non ci futuro, come se l’esistenza fosse una corsa verso un salto nel nulla.
Egli ha anche indicato il modo per non perdere la strada che porta al Paradiso: “Io sono la via, la verità e la vita”.
Gesù è la nostra meta, il principio e il fine del nostro andare nel tempo, del nostro navigare il mare dei giorni, ma è anche la bussola che ci orienta, ci accompagna e ci rassicura tra le tempeste. Seguire Lui, non perderlo di vista, invocarLo, tornare a Lui se ci siamo smarriti, è ciò che Dio stesso ci chiede e ci offre come un mendicante chiede il pane per vivere. Lui che è tutto vuole avere bisogno di noi!
Certamente tutti vorremmo un decorso lineare e fluido del nostro esistere, senza traumi improvvisi e brutali, ma la prospettiva della fede non cambia, è una prospettiva più ampia che non ci esonera dai nostri compiti e non ci mette al riparo dalle croci e dai colpi improvvisi, ma ne dà un significato più alto e un futuro più vero.
Il Figlio di Dio ci ha preceduto nelle diverse situazioni dell’umana esistenza per portare con noi i pesi e le prove, per rafforzarci nei nostri doveri, per sollevarci nel dubbio e lenire i cuori feriti.
A Lui, cari Amici, leviamo lo sguardo anche oggi, e attorno all’altare preghiamo per le loro anime.
Insieme rinnoviamo la fiducia in Lui e nella Santa Vergine, la grande Madre di Dio e nostra, Madre di ogni maternità. E’ colei che, dalla croce ha accolto il Figlio Gesù tra le sue braccia.
Anche noi oggi ci affidiamo a lei, e le chiediamo di tenerci stretti al suo cuore.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo emerito di Genova