“Dono e gratuità di Dio”

Omelia pronunciata in Cattedrale nella S. Messa per l'inizio dell'Anno pastorale
11-10-2020

Chiediamo la grazia al Signore, attraverso l’intercessione dei Santi e Sante, di cogliere dalla Parola che oggi la Chiesa ci propone, di cogliere l’ispirazione per il cammino di quest’anno.

Oggi il Vangelo ci parla del Re che, per fare festa per le nozze del figlio, invita le persone, ma alcune di esse non accettano l’invito, e non sono interessate a partecipare. Il padrone manda dunque i suoi servi ai crocicchi delle strade, dove si trovano tutti, per invitare. Come ha detto Isaia, il Signore preparerà un banchetto per tutti. Il Signore invita il mondo intero alle nozze del figlio, invita tutti al suo banchetto senza escludere nessuno. Quest’anno, come nostro compito, credo sia bello favorire a tutti l’accesso al banchetto del Signore. Questa è la grazia da chiedere al Signore: favorire a tutti l’accesso al banchetto.

C’è poi un secondo aspetto, quello del Re che visita i suoi commensali al banchetto di nozze e si accorge di un invitato che non indossava la veste bianca nuziale. Quest’uomo ha dunque accettato l’invito del Re, ma fino all’ultimo momento ha rifiutato il dono gratuito del Re, e la veste bianca. Oggi, dobbiamo invece ringraziare il Signore per averci chiamato a far parte di una comunità. Questo spesso è dato per scontato: prima di tutto viene il dono e la gratuità di Dio. Ringraziamo allora per questo Anno pastorale che sta per cominciare.

Tutti siamo chiamati dal Signore, ma a nessuno è garantito l’accesso al Regno, neanche a chi appartiene alla Chiesa. Occorre sempre accedere alla grazia di Dio e rimuovere tutto ciò che ci è di ostacolo affinchè Dio regni sulla nostra vita. Chiediamo al Signore di lasciargli il potere sulla nostra vita, che la guidi e ci insegni cosa è bene.

Facendo qualche incontro nelle comunità cristiane, credo che questa sia la grazia più bella da chiedere: che il Signore ci dia la possibilità di intuire dove Egli vuole portare questa nostra Chiesa di Genova oggi, per quali strade, per quali vie e per quali pensieri. Certamente, bisogna fermarsi anche oggi a capire, in questa situazione di emergenza, dove il Signore vuole portarci, e cosa vuole dirci. 

Vogliamo vivere questo tempo con la passione missionaria. Dobbiamo esserci fisicamente negli ambienti di vita quotidiana, magari soltanto con un semplice saluto, partendo da un incontro. Da qui, dal nostro inizio, poi il Signore disegnerà la sua storia.

Nelle comunità cristiane ci sono tante persone che fanno servizio nei modi più disparati: da loro può nascere il coinvolgimento anche di chi magari è lontano. Questo slancio missionario deve essere sempre rinnovato, vivendo il centro dell’esperienza cristiana che è il rapporto con il Signore Gesù.

Così, a fine anno ci ritroveremo e potremo condividere quanto abbiamo scoperto e riscoperto come dono di Dio, anche grazie all’intercessione dei nostri Santi. La consegna del nuovo Messale deve essere vissuto anche esso come un dono, per poter vivere al meglio la Liturgia nelle nostre comunità”.

Mons. Marco Tasca

Arcivescovo di Genova

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