Omelia pronunciata in Cattedrale nella S. Messa del giorno di Natale
25-12-2017
Arcidiocesi di Genova
Santo Natale 2017
OMELIA del giorno
‘Dio abita l’umano’
Cari Fratelli e Sorelle
Il Natale è la nascita di Gesù, Figlio di Dio e Signore della storia. Il mondo tende a dare altri nomi a questo santissimo giorno, e a riempirlo di altri significati per giustificare luci e colori, addobbi e festa. Ma la verità per noi cristiani resta questa, e come tale la proclamiamo per essere fedeli alla fede e quindi al mondo. Sì, fedeli al mondo, perché amare non può prescindere dalla verità e dalla disciplina che ne consegue, anche quando la verità fa male alla nostra sensibilità, alle nostre idee; anche quando ci invita a uscire dal guscio che ci siamo fatti per stare comodi, pensando che quello sia la misura degli altri, della Chiesa, delle cose. Nella luce del mistero natalizio, vogliamo riflettere su alcune verità.
1. Innanzitutto sulla serietà dell’amore. Tutti vogliamo essere amati e abbiamo bisogno di amare, ma oggi spesso non si capisce che cosa significhi amore. Il Figlio di Dio ce lo insegna, ne rivela l’essenza in modo inequivocabile: Egli ci ha amato rinunciando alla sua gloria, assumendo la condizione di noi peccatori, nascendo in una grotta, essendo riconosciuto innanzitutto dai pastori e perseguitato dai potenti, vivendo nel nascondimento a Nazaret, resistendo – nella vita pubblica – a incomprensioni e insuccessi, opportunismi e tradimenti, ripudiato dai nemici e dai codardi, dando la vita perché il mondo vivesse la vita di Dio. Che cosa vogliamo sapere di più sull’amore? Ogni altro discorso è chiacchiera inutile: serve solo per mascherare le nostre pigrizie e le nostre immaturità affettive, la nostra difficoltà di rapportarci con gli altri e con la vita.
2. Parlando dell’amore che Gesù ci ha insegnato con la sua incarnazione, non possiamo non pensare alla culla dellamore umano, la famiglia, nucleo generativo, scuola dove si impara a dare alle cose il loro nome – il bene è bene e il male è male – a di fa chiarezza su di noi al banco di prova del quotidiano, dove le maschere cadono inevitabilmente, e dove si impara ad avere fiducia negli altri, in coloro che, amandoci, ci guidano e ci iniziano alla vita. Dove si esercita la pazienza, il rispetto e la collaborazione; dove, insieme, si decifra la presenza di Dio e dei suoi doni, per diventare caratteri positivi e non dei salici piangenti.
La famiglia – lo sappiamo – è sotto l’attacco di una cultura che vuole destrutturare, liquefare i vincoli, che fa apparire la sequenza ordinata dei giorni e dei doveri qualcosa di insopportabile, anziché la struttura portante e lieta dell’esistenza. Cari Amici, dobbiamo opporci a questa demolizione della famiglia così come Dio l’ha creata, e come lesperienza universale la conosce. La sua stabilità genera personalità stabili e mature, e crea una società affidabile.
3. Il Natale del Signore, inoltre, ci fa riflettere anche sul mistero della vita, dono che Dio pone nelle nostre mani non come padroni ma come custodi. Anche su questo versante, il discorso è quanto mai serio e decisivo, poiché assistiamo ad una paradossale schizofrenia. Da una parte si pretende di avere nuove vite ad ogni costo, e dall’altra si pretende di sopprimere la vita umana: nell’uno e nell’altro caso, la mentalità è quella del padrone e non del custode, è quella dell’individualismo assoluto e non quella della solidarietà personale e collettiva. La società è veramente umana quando si spende innanzitutto per i più deboli: il bambini, i vecchi, i malati; diversamente, dà l’idea che prevalga il criterio dell’ economia e dell’efficienza anziché dell’amore, che sempre più si affermi l’io anziché il noi.
Anche su questo versante, il Natale va oltre ogni poesia esterna, e ci conduce al cuore delle cose che più contano. Sarà un buon Natale, sarà veramente festa, se ci lasceremo provocare da Gesù mentre veste la nostra vita mortale, e nasce nel cuore di una famiglia. L’umano è abitato da Dio, e quindi non solo è più prezioso e bello perché sacro, ma anche è più possibile, perché accompagnato non da una presenza esterna, bensì da una presenza d’amore che ha messo la tenda dentro di noi, nei nostri cuori. Nel cuore della famiglie, e nel cuore della vita, anche in ogni sua frammento, Dio c’è e ci attende: nulla allora è impossibile, e tutto diventa grazia.
Cari Amici, lasciamolo entrare, lasciamolo fare, e il mondo dellumano sarà più luminoso anche se non sempre facile.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo Metropolita di Genova