«Evangelizzazione, Sinodalità e Fraternità di parrocchie»

Lettera Pastorale ai Fratelli e alle Sorelle della Chiesa che è in Genova

La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima
sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto
era comune.
Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore
Gesù e tutti godevano di grande favore.
(At 4, 32-33)

 

Cari Fratelli e care Sorelle,

Luca, nel libro degli Atti degli Apostoli, presenta la prima comunità di Gerusalemme unita «cuore e anima» (cfr. Dt 6, 5; 10, 12), suggerendo così che l’unità vissuta nella Chiesa non riflette soltanto il valore dell’amicizia, ma si basa sulla fede e sulla conversione, che sono fondamento della comunione dei credenti. La vita di fraternità è la prima forma di annuncio e di testimonianza (cfr. Gv 13, 35).

«L’evangelizzazione non è opera di un singolo, ma della comunità e i presbiteri sono chiamati ad accompagnare la comunità nell’opera dell’annuncio» . L’unione dei cuori si concretizza nella comunione dei beni. Anche le nostre comunità sono chiamate ad aprirsi le une alle altre, condividendo persone, carismi e ministeri, strutture, spazi, iniziative e incontri.

Premessa

1. Perché questo progetto. Il testo è nato, innanzitutto, dal desiderio di trovare una via per promuovere l’evangelizzazione della nostra comunità cristiana. Guardando al nuovo millennio ormai vicino, il card. D. Tettamanzi, Arcivescovo di Genova dal 1995 al 2002, scriveva «l’evangelizzazione è l’annuncio e la testimonianza di un’assoluta “novità” che è entrata nella storia e che “rinnova” l’umanità: questa novità è Gesù Cristo stesso, il Figlio di Dio fatto uomo, morto e risorto, presente e operante nella Chiesa, unico Salvatore del mondo, colui che viene. La Chiesa è chiamata a dire Cristo all’uomo» . Noi abbiamo un messaggio bellissimo da portare che è il vangelo di Gesù Cristo e vorremmo che molti fratelli e sorelle lo ricevessero. Abbiamo una comune passione per l’annuncio del Regno di Dio e ci domandiamo «quali vie la Chiesa che è in Genova debba oggi percorrere in ordine all’evangelizzazione, al servizio della carità e alla presenza nel mondo».

2. Chiesa e Sinodo. Il Papa ci invita a riscoprire «la sinodalità come dimensione costitutiva della Chiesa»4. Non è una caratteristica tra le tante, ma «esprime la natura della Chiesa, la sua forma, il suo stile, la sua missione»5. Consapevole di ciò, la comunità diocesana intera si è interrogata su come mantenere e accrescere la vita cristiana in quelle parrocchie dove non è più possibile la presenza stabile di un parroco e, nella sua riflessione, è giunta a riconsiderare attentamente il compito dell’evangelizzazione. Queste pagine ‒ oltre ai loro contenuti ‒ hanno il valore aggiunto della condivisione e quindi della sinodalità; sono testimonianza del continuo confronto, animato anche da contenuti teologici e pastorali, svolto negli incontri di zona con il clero, in alcuni vicariati, al Consiglio presbiterale, al Consiglio pastorale diocesano e al Consiglio episcopale. Al di là delle necessità immediate ‒ che potrebbero essere affrontate nella logica dell’emergenza ‒ si cerca di immaginare come sarà lo scenario nei prossimi anni e quali soluzioni siano percorribili. Grazie ai tanti presbiteri ‒ diocesani e religiosi ‒ ai diaconi, ai consacrati e alle consacrate, alle aggregazioni laicali e ai laici che in questi ultimi mesi hanno offerto un contributo, un pensiero, un’idea migliorativa. Anche a Genova la Chiesa, Popolo di Dio, cammina nei sentieri della storia, talvolta sconosciuti, incontro a Cristo Signore.

3. Il cammino proposto. La riflessione della presente lettera procederà in quattro momenti.

Nel primo capitolo “Tra sfide e forze” si parte da una lettura della realtà di oggi, da quello che lo Spirito ci sta indicando come punto d’avvio. Da un lato, la situazione che stiamo vivendo ci mette alla prova, creando incertezza e insicurezza. Davanti a questo scenario avvertiamo che modalità di catechesi, di insegnamento, di vita pastorale, che in passato hanno tanto aiutato, oggi devono necessariamente essere sottoposti ad una verifica: non possiamo più pensare e fare come si è sempre pensato e fatto. Dall’altro, questo cambiamento di epoca ci sfida ad affrontare scelte che ormai non si mettevano più in discussione, ci rende in un certo senso più liberi e consapevoli, costituisce un tempo favorevole (kairòs) in cui il Padre opera sempre (cfr. Gv 5, 17). All’inizio del mio episcopato a Genova scrivevo: «la Chiesa esiste per celebrare, annunciare, servire e testimoniare l’iniziativa di Dio nel suo Figlio. La sua missione è quella di favorire l’incontro degli uomini con Cristo; essa è spinta da una sana inquietudine, quella che oggi tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo».

Nel secondo capitolo “Evangelizzare oggi” si accoglie l’invito della Chiesa del nostro tempo a porre al centro della vita cristiana e dell’azione pastorale la gioia del Vangelo. Ripercorreremo l’esortazione Evangelii gaudium (2013), il documento programmatico di papa Francesco. Riascolteremo insegnamenti che ci aiutano a mantenere vivo il cuore della fede cristiana, percorrendo al contempo nuove vie di annuncio. Non si parte da zero. La nostra Chiesa offre da tempo molte “buone pratiche” di annuncio e alcune di esse – necessariamente solo alcune! – meritano di essere evidenziate. Altre ancora stanno nascendo.

Nel terzo capitolo “Fraternità di parrocchie” si pensa alla vita delle nostre comunità parrocchiali, già oggi segnate dalla diminuzione del numero dei presbiteri, dalla riduzione e dall’invecchiamento della popolazione e dalla maggiore mobilità delle persone. Come ci immaginiamo il futuro? La comunità diocesana tutta è chiamata ad interrogarsi, in ascolto della Parola di Dio, nella preghiera, seguendo le indicazioni della Chiesa e osservando esperienze in atto in altre diocesi. Il cammino sinodale ha già raccolto il pensiero di tanti, offrendo interessanti suggerimenti. La “fraternità di parrocchie” è la forma di cura pastorale pensata per le comunità affidate ad un solo presbitero con l’intento di mantenere invariato il numero delle parrocchie, cercando di ripartire al meglio le funzioni tra ministri ordinati (presbiteri e diaconi), religiosi, religiose e fedeli laici. Ora, se non ovunque è necessario e possibile costituire “fraternità di parrocchie”, le intuizioni sottese a questo progetto possono utilmente aiutare tutte le comunità cristiane affinché cresca la fraternità in ogni parrocchia e tra le parrocchie.

Nel quarto capitolo “Chiamati a camminare insieme” lo sguardo si allarga ad alcune dimensioni fondanti la pastorale odierna. Il cammino sinodale in atto ci permette di riscoprire la vocazione fondamentale ricevuta nel Battesimo, ovvero di essere membra vive del Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa. A questa profondità si pongono la corresponsabilità e la sinodalità cui oggi siamo tanto invitati. La comunità cristiana in tutti i suoi membri si pone in ascolto dello Spirito che anche oggi parla nella Scrittura e, in modo diverso, nel vissuto degli uomini e delle donne. Così giunge, tramite il discernimento comunitario, a comprendere che cosa lo Spirito indica per camminare insieme verso l’attuazione del Regno di Dio. Nello stile sinodale il discernimento si realizza attraverso l’esercizio di una vera corresponsabilità tra i diversi livelli, ministeri, competenze ed esperienze. Occorre tenere conto che, da un lato, la grazia del Battesimo e il dono dello Spirito chiamano tutti i battezzati a partecipare al discernimento ecclesiale sulle scelte da compiere e, da un altro, che ai presbiteri, in virtù della loro conformazione a Cristo buon Pastore, compete di guidare sulle strade del Regno.

Sono inserite nel testo alcune domande per aiutare il confronto, anche in gruppo, sui contenuti cercando di tradurre i principi esposti in riflessioni concrete e operative.

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In allegato il testo completo della Lettera Pastorale comprensivo di Note a piè di pagina e QR-Code per l’approfondimento

08-06-2024
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