L o scorso lunedì 20 gennaio, alla Sala Quadrivium, si è svolto un incontro di grande valore per la riflessione politica e la partecipazione civica, con la presenza di un centinaio di persone, rappresentative di diverse realtà.
L’incontro, che si è svolto seguendo il metodo del discernimento comunitario, ha rappresentato un’occasione preziosa per concretizzare questi inviti.
I partecipanti, divisi in gruppi di discussione, hanno avuto modo di riflettere insieme sul valore della partecipazione alla vita democratica e sulle modalità con cui rinvigorire una democrazia che sembra spesso essere in crisi. Il confronto ha portato a proposte significative e pragmatiche, con l’intento di rendere la partecipazione politica non un atto isolato, ma una pratica quotidiana e diffusa.
Tra le principali proposte emerse, una grande attenzione è stata data al ruolo delle parrocchie e dei quartieri come luoghi ideali per favorire la discussione e l’educazione civica. “La parrocchia è un punto di partenza, non solo per la preghiera, ma per la formazione della coscienza civica”, ha dichiarato uno dei partecipanti, riprendendo la visione di Papa Francesco, che ha più volte parlato della Chiesa come “ospedale da campo”, pronto a curare le ferite della società. Questo impegno non si ferma alla sola dimensione religiosa, ma si estende a quella civile, promuovendo luoghi di incontro e di dialogo anche nelle scuole e nelle comunità locali.
Sono emersi anche progetti che mirano a ripensare il concetto di solidarietà: la creazione di condomini solidali, ad esempio, è stata vista come una risposta concreta alla crescente disconnessione sociale, in cui i legami tra le persone diventano sempre più fragili.
L’incontro si è concluso con una consapevolezza comune: quella di dover “sporcarsi le mani”, come sottolineato più volte dai relatori del corso di formazione politica, in un percorso che implica fatica, sacrificio e impegno, ma che rappresenta l’unica strada per “inverare” la democrazia.
L’obiettivo è quello di creare “piazze della democrazia”, luoghi fisici e simbolici di confronto aperto, in cui le persone possano incontrarsi, discutere e scambiarsi idee sulla vita pubblica e sulla politica. Queste piazze rappresenterebbero non solo uno spazio per il dibattito, ma anche per educare alla partecipazione, dove cittadini di ogni età possano sentirsi coinvolti in un cammino comune.
Ida Valicenti
L’articolo integrale su Il Cittadino n. 4/2025