18 marzo 2005
Le componenti del mondo del lavoro e le associazioni ecclesiali impegnate nella pastorale del lavoro, insieme ai movimenti e gruppi familiari, ai docenti e agli insegnanti di religione sono presenti in questa cattedrale per la celebrazione della festa di san Giuseppe.
L’intento che la chiesa genovese vuol perseguire stasera, attraverso la riflessione e la preghiera, è chiaro e usando le parole di Giovanni Paolo II può esser così sintetizzato: “Mettere in risalto – forse più di quanto sia stato fatto finora – il fatto che il lavoro umano è una chiave, e probabilmente la chiave essenziale, di tutta la questione sociale, se cerchiamo di vederla veramente dal punto di vista del bene dell’uomo”.
Il Santo Padre sottolinea la rilevanza del lavoro per la famiglia e nel processo educativo affermando: “Il lavoro è, in un certo modo, la condizione per rendere possibile la fondazione di una famiglia, poiché questa esige i mezzi di sussistenza, che in via normale l’uomo acquista mediante il lavoro. Lavoro e laboriosità condizionano anche tutto il processo di educazione nella famiglia, proprio per la ragione che ognuno “diventa uomo”, fra l’altro, mediante il lavoro, e quel diventare uomo esprime appunto lo scopo principale di tutto il processo educativo”.
Stasera dobbiamo ricordare con maggiore incisività che molte persone, nella nostra città, sono prive di lavoro senza loro colpa. È una constatazione che ci interpella tutti e trasforma questa celebrazione in un severo richiamo alla coscienza e alla responsabilità. È il necessario presupposto per avviare la nostra città su un cammino di maggiore giustizia relativamente al bene fondamentale del lavoro.
Mons. Luigi Molinari, Delegato Arcivescovile per il mondo del lavoro