Il Vicariato Centro Est conta 8 comunità parrocchiali che compongono la porzione più piccola della Diocesi, che è anche però il cuore di Genova. Il Vicariato Centro Est comprende nel suo territorio anche la Chiesa Cattedrale: per questo i fedeli e i sacerdoti di questa fetta di Diocesi hanno scelto un giorno “importante” per vivere insieme il loro giubileo vicariale: domenica 27 marzo, nel giorno di Pasqua, in circa 300 hanno varcato la Porta Santa di San Lorenzo e partecipato poi alla S. Messa pontificale pasquale presieduta dal Cardinale Arcivescovo. “La Porta Santa della Cattedrale è proprio al centro del nostro territorio – ha detto Don Gian Piero Carzino, parroco di S. Marco al Molo – e quindi abbiamo sospeso le funzioni della mattina di Pasqua nelle nostre comunità per poter vivere tutti insieme qui in San Lorenzo il nostro Giubileo e la S. Messa pasquale.
Nelle nostre parrocchie c’è stata la preparazione a questo momento nel periodo quaresimale per poter vivere con fede e devozione il passaggio della Porta Santa e il giubileo della misericordia”.
Il Cardinale Bagnasco nell'omelia ha rivolto un saluto ai pellegrini del Vicariato Centro Est: “In questo grandioso giorno di Pasqua, cuore dell'anno liturgico ma soprattutto cuore e centro della vita cristiana – ha detto – saluto in modo particolare tutti i pellegrini del Vicariato Centro Est che hanno scelto proprio questo giorno per celebrare insieme il giubileo della Misericordia. Avete scelto un giorno bellissimo per varcare la Porta Santa e in spirito di penitenza e gioia celebrare insieme l'Eucaristia pasquale. Con voi saluto i vostri sacerdoti che vi hanno accompagnato e che condividono da pastori buoni del loro gregge questo grande momento di purificazione di grazia di festa”.
“Vivete in un quartiere complesso, con una grande storia – ha detto ai 300 fedeli del Vicariato l’Arcivescovo prima della benedizione finale – Il rischio, che ho avvertito anche durante la visita pastorale e nelle mie visite di tanto in tanto nei vicoli e nelle parrocchie, è quello che diventi un quartiere anonimo dove nessuno o pochi, pochissimi, si conoscono; dove ognuno vive le proprie solitudini, le proprie precarietà, la propria disoccupazione, il proprio abbandono di affetti, chiuso nella propria casa, mancante di rapporti”.
“Il tessuto sociale, non solo ecclesiale, – ha proseguito – potrebbe disfarsi sempre di più, ma questo non deve accadere: alle comunità parrocchiali in modo particolare chiedo di ricreare, di consolidare i rapporti, le relazioni, nei negozi, nei palazzi, con i vicini di casa, con i conoscenti, per la strada!”.
“Non perdete l'occasione per creare relazioni – ha invitato – per aumentarle, per promuoverle, per custodirle, il tessuto delle relazioni umana e cristiane deve essere promosso, ripreso, ricucito. Questo lo potete fare voi, perché questa parte di Genova non diventi deserto. Dove non regni la solitudine, l'isolamento, la sfiducia con tutto ciò che consegue.
Vi lascio questo piccolo impegno al termine di questo pellegrinaggio giubilare e di questa Santa Pasqua”. GUARDA LA FOTOGALLERY
Nelle nostre parrocchie c’è stata la preparazione a questo momento nel periodo quaresimale per poter vivere con fede e devozione il passaggio della Porta Santa e il giubileo della misericordia”.
Il Cardinale Bagnasco nell'omelia ha rivolto un saluto ai pellegrini del Vicariato Centro Est: “In questo grandioso giorno di Pasqua, cuore dell'anno liturgico ma soprattutto cuore e centro della vita cristiana – ha detto – saluto in modo particolare tutti i pellegrini del Vicariato Centro Est che hanno scelto proprio questo giorno per celebrare insieme il giubileo della Misericordia. Avete scelto un giorno bellissimo per varcare la Porta Santa e in spirito di penitenza e gioia celebrare insieme l'Eucaristia pasquale. Con voi saluto i vostri sacerdoti che vi hanno accompagnato e che condividono da pastori buoni del loro gregge questo grande momento di purificazione di grazia di festa”.
“Vivete in un quartiere complesso, con una grande storia – ha detto ai 300 fedeli del Vicariato l’Arcivescovo prima della benedizione finale – Il rischio, che ho avvertito anche durante la visita pastorale e nelle mie visite di tanto in tanto nei vicoli e nelle parrocchie, è quello che diventi un quartiere anonimo dove nessuno o pochi, pochissimi, si conoscono; dove ognuno vive le proprie solitudini, le proprie precarietà, la propria disoccupazione, il proprio abbandono di affetti, chiuso nella propria casa, mancante di rapporti”.
“Il tessuto sociale, non solo ecclesiale, – ha proseguito – potrebbe disfarsi sempre di più, ma questo non deve accadere: alle comunità parrocchiali in modo particolare chiedo di ricreare, di consolidare i rapporti, le relazioni, nei negozi, nei palazzi, con i vicini di casa, con i conoscenti, per la strada!”.
“Non perdete l'occasione per creare relazioni – ha invitato – per aumentarle, per promuoverle, per custodirle, il tessuto delle relazioni umana e cristiane deve essere promosso, ripreso, ricucito. Questo lo potete fare voi, perché questa parte di Genova non diventi deserto. Dove non regni la solitudine, l'isolamento, la sfiducia con tutto ciò che consegue.
Vi lascio questo piccolo impegno al termine di questo pellegrinaggio giubilare e di questa Santa Pasqua”. GUARDA LA FOTOGALLERY
Michela De Leo