Pace e riconciliazione tra i popoli. Due sfide cruciali del nostro tempo messe a dura prova. Ferite con il sangue degli innocenti. In Iraq, in Siria, in Ucraina. Hanno attraversato come un vento forte anche la penisola coreana in queste giornate di Papa Francesco nel suo viaggio apostolico in Corea.
Terra divisa in due dai primi anni Cinquanta, teatro di una sanguinosa guerra che ha causato un milione e mezzo di morti e tre milioni seicentomila feriti in tre anni. Le due Coree vivono ancora oggi in uno stato di “sospensione temporale della guerra”. Come può sanare ferite radicate da anni? Come può smuovere i signori della guerra? Brucia ancora forte il destino di morte in cui si trovano oggi i popoli del Medio Oriente.
La missione di Papa Francesco dimostra quanto sia difficile gettare il seme della riconciliazione nel mondo. “Chiediamo la sua preghiera”. Lo ha implorato la presidente coreana. E il capo dell’episcopato coreano, gli ha chiesto “una benedizione particolare per questa terra”. Papa Francesco ha espresso apprezzamenti per gli sforzi compiuti in favore della riconciliazione e della stabilità. Ha incoraggiato ad andare avanti nel “paziente lavoro della diplomazia” e nella “perenne sfida di abbattere i muri della diffidenza e dell’odio”. Perché – dice – il mondo è “stanco della guerra”.
Nella Solennità dell'Assunzione, Papa Francesco ha presieduto la Messa nello stadio di Daejeon. “Possano i cristiani di questa nazione – ha detto nell’omelia – essere una forza generosa di rinnovamento spirituale in ogni ambito della società”.
Grande entusiasmo poi al Santuario di Solmoe, dove il Papa ha incontrato migliaia di ragazzi della Giornata della gioventù asiatica: “Siete chiamati a condividere con i vostri coetanei la gioia del Vangelo – li ha invitati il Papa – nella scuola, nel mondo del lavoro, nelle vostre famiglie, nell’università e nelle vostre comunità”. “Lasciatevi guidare dalla parola di Cristo: Lui vi insegnerà a valutare bene ogni cosa e a conoscere ogni giorno il suo progetto su di voi”.
Bagno di folla in piazza Gwanghwamun a Seoul per la S. Messa presieduta da Papa Francesco per la beatificazione di 124 martiri coreani.
L’esempio dei martiri – ha detto Papa Francesco – ci insegna l’importanza della carità nella vita di fede e può ispirare tutti gli uomini e le donne di buona volontà ad operare in armonia per una società più giusta, libera e riconciliata, contribuendo così alla pace e alla difesa dei valori autenticamente umani in questo Paese e nel mondo intero”.