Sabato 4 aprile in Cattedrale il Cardinale Arcivescovo ha presieduto la Veglia pasquale, la solenne celebrazione della Risurrezione del Signore, che celebra la vittoria sul peccato e sulla morte da parte di Gesù Cristo. La funzione é cominciata con la benedizione del fuoco. Dalle braci messe nel turibolo si accende il Cero pasquale; l'Arcivescovo, benedicendolo, vi ha tracciato una croce, le lettere greche Alfa e Omega e le cifre dell'anno; prendendo poi cinque grani di incenso li ha conficcati alle quattro estremità e al centro della croce disegnata, a simboleggiare le cinque piaghe gloriose di Cristo, delle mani, dei piedi e del costato. Quindi il diacono, portando il cero pasquale, ha cominciato la processione che, entrando in chiesa, ha intonato il “Lumen Christi”.
Dopo la ricca Liturgia della Parola della Veglia di Pasqua che ripercorre storia della redenzione dall'origine della vita in Dio, l'Arcivescovo nell'omelia ha sottolineato che “Gesùci chiama tutti alla santità, e la santità è aprire il cuore a Lui ogni giorno”.
Poi un forte e chiaro appello affinchè cessino nel mondo le persecuzioni dei cristiani: “La barbarie fanatica e feroce – ha detto – continua ad esibirsi senza fermarsi davanti a nulla e a nessuno, mentre il mondo sta a guardare”. “Noi non possiamo rimanere muti – ha proseguito – preghiamo perchè Cristo risorto illumini l'oscurità delle loro tombe e le apra alla libertà della vita”.
Durante la celebrazione 14 catecumeni hanno ricevuto per mano del Cardinale i sacramenti di Battesimo, Eucaristia e Confermazione. A loro l'Arcivescovo ha raccomandato di osare di “diventare santi”: “Ma ricordate – ha detto – la gioia cristiana è seria e impegnativa: dipende dal sapersi amati e dal lasciarsi amare da Dio”.
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