Una serata splendida alla Guardia è stata lo scenario della Veglia di Pentecoste, presieduta dall'Arcivescovo; una veglia giubilare con il passaggio della porta santa del santuario mariano, che insieme a quella della Cattedrale sta accogliendo un grande numero di pellegrini in questo anno santo della misericordia voluto da Papa Francesco.
Un gruppo di circa quaranta persone è partito al mattino per un pellegrinaggio a piedi da piazza De Ferrari, guidato da Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare e responsabile della pastorale giovanile diocesana. A Maria sono state indirizzate le personali preghiere di chi ha compiuto questo cammino così impegnativo, ma anche le preghiere di tutta la città e di tutti coloro che, non potendo partecipare, le hanno comunque affidate ai pellegrini.
Nel corso del pomeriggio due appuntamenti hanno reso speciale l'attesa della discesa dello Spirito Santo: l'incontro di formazione per gli educatori degli oratori estivi, guidato da don Marco Galli, assistente unitario dell'Azione Cattolica diocesana, e da don Massimo Civinini, responsabile giovani dell'Istituto don Bosco.
Dopo aver condiviso insieme una pastasciutta offerta dalla pastorale giovanile, la Veglia è iniziata con la recita del rosario in processione dalla cappella dell'Apparizione fino al santuario. Un rosario multilingue, con la recita della prima parte delle decine in diverse lingue straniere, tra cui anche l'arabo, ad esprimere la preghiera per l'integrazione religiosa e culturale tra i diversi popoli, per allontanare la logica della divisione e della violenza. La preghiera è proseguita quindi in chiesa che inizialmente ha accolto i partecipanti completamente al buio.
La luce, quindi, ha illuminato tutti i presenti, simbolo della luce che viene da Dio e dallo Spirito Santo.
Il Cardinale Bagnasco ha offerto una catechesi ai giovani partendo proprio dalla meraviglia del cielo della serata al Santuario, caratterizzato da una luce e dei colori suggestivi: “Siamo stati rapiti dallo spettacolo del cielo, dai colori del sole che tramontano, le varie tonalità di luce … uno spettacolo che non possiamo esprimere a parole ma che ancora una volta, come tante volte, mi ha fatto pensare… Come è difficile non credere in Dio! Quanta fede ci vuole per non credere, una fede nel caso che avrebbe tutto disposto, anche questo splendore di intelligenza, bellezza, varietà… Com'è possibile che tutto sia casuale? Allora nel rosario ho pregato per coloro che non credono perché lo Spirito Santo apra il loro cuore e i loro occhi, perché possano vedere la mano di Dio. Cerchiamo di non farci sfuggire questi momenti di grazia, manifestazioni della sua vicinanza, segni della bellezza che Dio ha messo nei nostri cuori”. L'Arcivescovo si è quindi soffermato sulla missione dei giovani ai giovani sulla quale si sta impegnando già da tempo la pastorale giovanile; uno strumento di annuncio e proprio su questo il Cardinale ha voluto specificare che tipo di annuncio deve essere portato avanti: “Siamo alle porte della missione dei giovani ai giovani, di cui parliamo da molto tempo. So che esiste già un buon gruppo di 'missionari', un buon manipolo di voi che da diversi movimenti e associazioni si sta preparando a livello diocesano. Deve essere una preparazione semplice, alla portata di tutti, ma sostanziosa perché si nutre di preghiera, amicizia, fraternità, catechesi. La missione deve avere come contenuto il primo annuncio in maniera molto semplice; deve portare ad annunciare che Gesù è il centro del nostro cuore, il segreto della pace interiore e della gioia anche quando siamo nella prova o nella sconfitta: “Significa comunicare con gli occhi e il volto della gioia che Gesù è la ragione per cui vivere e anche morire – ha proseguito l’Arcivescovo – Gesù è la parola che racchiude in sè tutti i valori e gli ideali più belli e alti senza i quali la vita di qualunque persona non vale niente o meglio è vuota! Non è forse quello che stiamo vedendo nella stanca Europa, nello stesso Occidente? Ci vuole un ideale alto, chi è vuoto resta suggestionato. Gesù e invece un altro mondo! Questa cultura alta è Gesù.
Sicuramente un secondo ambito di missionarietà è la catechesi, non è altro che lo sviluppo del primo annuncio che e Gesù. Ma il vostro compito, cari ragazzi, è il primo annuncio cui facevo riferimento prima, la catechesi verrà in un secondo momento. Non abbiate paura, scaldate i motori che sono i vostri cuori, al fuoco della preghiera e dei sacramenti, della carità fraterna e vedrete che tutto andrà per il meglio.”
Infine il Cardinale ha affidato a Maria il congresso eucaristico nazionale che si svolgerà a Genova dal 15 al 18 settembre 2016: “E’ una tradizione molto antica, un atto di fede, non è un semplice insieme di iniziative. E’ un atto di fede pubblico a colui che è il cuore della chiesa, Gesù eucaristico. E’ Cristo stesso, che sotto il velo del pane e del vino racchiude misteriosamente il corpo e il sangue, l’anima e la divinità di Gesù. E’ Gesù presente nei nostri tabernacoli e nelle nostre chiese che troppo poco frequentiamo. Al congresso bisognerà prepararsi tutti spiritualmente, verranno i delegati dalle diocesi italiane, dobbiamo essere tutti presenti per dire al Signore che è la nostra gioia.
Vorremmo che l’Italia intera lo riconoscesse per condividere e moltiplicare la gioia, la speranza, la fiducia e l’amore vicendevole. Vi invito ogni giorno a fare questa visita a Gesù!
E’ il modo migliore per prepararsi a questo evento” – ha concluso l’Arcivescovo che alla fine ha ricevuto una gradita sorpresa dai suoi giovani.
Una grande torta per festeggiare insieme i suoi cinquant’anni di sacerdozio!
Un gruppo di circa quaranta persone è partito al mattino per un pellegrinaggio a piedi da piazza De Ferrari, guidato da Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare e responsabile della pastorale giovanile diocesana. A Maria sono state indirizzate le personali preghiere di chi ha compiuto questo cammino così impegnativo, ma anche le preghiere di tutta la città e di tutti coloro che, non potendo partecipare, le hanno comunque affidate ai pellegrini.
Nel corso del pomeriggio due appuntamenti hanno reso speciale l'attesa della discesa dello Spirito Santo: l'incontro di formazione per gli educatori degli oratori estivi, guidato da don Marco Galli, assistente unitario dell'Azione Cattolica diocesana, e da don Massimo Civinini, responsabile giovani dell'Istituto don Bosco.
Dopo aver condiviso insieme una pastasciutta offerta dalla pastorale giovanile, la Veglia è iniziata con la recita del rosario in processione dalla cappella dell'Apparizione fino al santuario. Un rosario multilingue, con la recita della prima parte delle decine in diverse lingue straniere, tra cui anche l'arabo, ad esprimere la preghiera per l'integrazione religiosa e culturale tra i diversi popoli, per allontanare la logica della divisione e della violenza. La preghiera è proseguita quindi in chiesa che inizialmente ha accolto i partecipanti completamente al buio.
La luce, quindi, ha illuminato tutti i presenti, simbolo della luce che viene da Dio e dallo Spirito Santo.
Il Cardinale Bagnasco ha offerto una catechesi ai giovani partendo proprio dalla meraviglia del cielo della serata al Santuario, caratterizzato da una luce e dei colori suggestivi: “Siamo stati rapiti dallo spettacolo del cielo, dai colori del sole che tramontano, le varie tonalità di luce … uno spettacolo che non possiamo esprimere a parole ma che ancora una volta, come tante volte, mi ha fatto pensare… Come è difficile non credere in Dio! Quanta fede ci vuole per non credere, una fede nel caso che avrebbe tutto disposto, anche questo splendore di intelligenza, bellezza, varietà… Com'è possibile che tutto sia casuale? Allora nel rosario ho pregato per coloro che non credono perché lo Spirito Santo apra il loro cuore e i loro occhi, perché possano vedere la mano di Dio. Cerchiamo di non farci sfuggire questi momenti di grazia, manifestazioni della sua vicinanza, segni della bellezza che Dio ha messo nei nostri cuori”. L'Arcivescovo si è quindi soffermato sulla missione dei giovani ai giovani sulla quale si sta impegnando già da tempo la pastorale giovanile; uno strumento di annuncio e proprio su questo il Cardinale ha voluto specificare che tipo di annuncio deve essere portato avanti: “Siamo alle porte della missione dei giovani ai giovani, di cui parliamo da molto tempo. So che esiste già un buon gruppo di 'missionari', un buon manipolo di voi che da diversi movimenti e associazioni si sta preparando a livello diocesano. Deve essere una preparazione semplice, alla portata di tutti, ma sostanziosa perché si nutre di preghiera, amicizia, fraternità, catechesi. La missione deve avere come contenuto il primo annuncio in maniera molto semplice; deve portare ad annunciare che Gesù è il centro del nostro cuore, il segreto della pace interiore e della gioia anche quando siamo nella prova o nella sconfitta: “Significa comunicare con gli occhi e il volto della gioia che Gesù è la ragione per cui vivere e anche morire – ha proseguito l’Arcivescovo – Gesù è la parola che racchiude in sè tutti i valori e gli ideali più belli e alti senza i quali la vita di qualunque persona non vale niente o meglio è vuota! Non è forse quello che stiamo vedendo nella stanca Europa, nello stesso Occidente? Ci vuole un ideale alto, chi è vuoto resta suggestionato. Gesù e invece un altro mondo! Questa cultura alta è Gesù.
Sicuramente un secondo ambito di missionarietà è la catechesi, non è altro che lo sviluppo del primo annuncio che e Gesù. Ma il vostro compito, cari ragazzi, è il primo annuncio cui facevo riferimento prima, la catechesi verrà in un secondo momento. Non abbiate paura, scaldate i motori che sono i vostri cuori, al fuoco della preghiera e dei sacramenti, della carità fraterna e vedrete che tutto andrà per il meglio.”
Infine il Cardinale ha affidato a Maria il congresso eucaristico nazionale che si svolgerà a Genova dal 15 al 18 settembre 2016: “E’ una tradizione molto antica, un atto di fede, non è un semplice insieme di iniziative. E’ un atto di fede pubblico a colui che è il cuore della chiesa, Gesù eucaristico. E’ Cristo stesso, che sotto il velo del pane e del vino racchiude misteriosamente il corpo e il sangue, l’anima e la divinità di Gesù. E’ Gesù presente nei nostri tabernacoli e nelle nostre chiese che troppo poco frequentiamo. Al congresso bisognerà prepararsi tutti spiritualmente, verranno i delegati dalle diocesi italiane, dobbiamo essere tutti presenti per dire al Signore che è la nostra gioia.
Vorremmo che l’Italia intera lo riconoscesse per condividere e moltiplicare la gioia, la speranza, la fiducia e l’amore vicendevole. Vi invito ogni giorno a fare questa visita a Gesù!
E’ il modo migliore per prepararsi a questo evento” – ha concluso l’Arcivescovo che alla fine ha ricevuto una gradita sorpresa dai suoi giovani.
Una grande torta per festeggiare insieme i suoi cinquant’anni di sacerdozio!
Laura Ferrero