Nella prima domenica di Avvento, domenica 2 dicembre, la chiesa genovese ha festeggiato un nuovo diacono nella celebrazione eucaristica presieduta in Cattedrale dal Cardinale Arcivescovo e concelebrata da Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare, Mons. Marco Doldi, Vicario Generale, e molti sacerdoti.
È stato ordinato diacono in vista del presbiterato, Don Enrico Litigio, 28 anni, originario della parrocchia SS. Annunziata di Pedemonte.
Accompagnato da genitori, parenti, parrocchiani e amici in una San Lorenzo gremita, il nuovo Diacono ha riposto nelle mani dell'Arcivescovo il suo impegno ad essere “consacrato al ministero nella Chiesa con il dono dello Spirito Santo”. La S. Messa è stata trasmessa anche in diretta streaming sul sito www.ilcittadino.ge.it ed è stata seguita così anche da molte persone che non hanno potuto partecipare alla funzione in Cattedrale.
Intensa e toccante la liturgia dell’ordinazione, in particolare il momento della prostrazione sul pavimento dell’ordinando mentre l'assemblea pregava intonando le litanie. Don Enrico ha poi vestito la stola e la dalmatica e ha ricevuto il libro dei Vangeli dall'Arcivescovo con le parole 'credi sempre in ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni'.
Il Cardinale Bagnasco, nell’omelia, ha sottolineato che l’Avvento, il tempo di preparazione al Natale del Signore, ridesta il desiderio della Luce, la nostalgia del Grande Bene, il bisogno della Grande Speranza. “Luce, speranza, bene – ha detto – che, in una certa misura, vediamo nel giovane che diventa Diacono in vista del Sacerdozio, Per questo possiamo dire che l'ordinazione che stiamo vivendo ci introduce nell'Avvento verso il Natale”.
Rivolto poi a Don Enrico l’Arcivescovo ha detto che col Diaconato la sua vita assume in modo sacramentale la forma del servizio per la Chiesa. “Le modalità di questo servizio – ha rimarcato il Cardinale – oggi da diacono, domani da presbitero, non le deciderai tu, ma la Chiesa nella persona del Vescovo: e questo, unito alla tua piena disponibilità, farà di qualunque servizio che ti verrà richiesto, un dono”. “Ricorda – ha concluso – che il servizio ha un cuore interiore, un fondamento invisibile che dà verità e spessore ad ogni gesto altruistico e fraterno: è l'amore di Dio per te, e il tuo desiderio di aprire alle anime l'accesso a Dio, di far incontrare gli uomini con la bellezza di Cristo. Se questa ansia apostolica venisse meno, tutto della nostra vita avrebbe il sapore della paglia! Avremmo lavorato invano, perché avremmo cercato noi stessi”.
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