“Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Come Coordinatore dell’Ufficio Sport, Turismo e Tempo Libero della Diocesi di Genova voglio girare l’invito a tutto il mondo sportivo genovese a stare vigili. Così come anche io l’ho sentito nel profondo, in particolare in questo anno giubilare dedicato dal Papa al tema della speranza che non delude.
Oggi si direbbe “dare una sveglia”! Come spronano certi allenatori dal bordo del campo da gioco, di una palestra o di una piscina. Quelli bravi. Quelli che ci vogliono bene, ci stimano e ci chiedono di essere pronti e concentrati. Operativi, sul pezzo. Di combattere su ogni pallone. Di scendere in campo, salire su un tatami oppure pedalare la nostra mountain bike o anche tuffarci nella nostra corsia in piscina, sempre per dare il massimo.
Anche quando l’avversario sembra forte – troppo forte. Anche quando la tentazione è quella di entrare in gara rassegnati. Oppure di non scenderci proprio su quel campo, in quella corsia. E invece è la partita della vita, quella che Gesù ci invita ad affrontare.
Giocare all’attacco! Ciascuno secondo il proprio ruolo. Senza guardare alla classifica e magari alle sconfitte del passato. Certi che proprio quando meno ce lo aspettiamo il risultato arriverà. È un invito, quello di Cristo, a restare vigili. A non permettere che la cultura dominante ci assopisca tra social e modelli, anche sportivi, che sempre più hanno a che fare con quello che avviene fuori dai campi da gioco. E sempre meno hanno a che fare con la partita, la gara o il gesto atletico. Un invito, restando in metafora, a farsi trovare atleti in campo, non spettatori da divano e tv.
L’augurio per questo anno (quello del Giubileo!) è questo: che la partita, la gara o anche la semplice corsetta in palestra siano l’occasione per allenarci allo stare vigili. Con quel fremito nel cuore, leggero e gioioso, che ci tiene svegli prima della gara. Prima di indossare le nostre scarpette, prima di scendere in campo, prima del via. Una attesa attiva prima della festa. Sport insomma, quello vero.
Enrico Carmagnani
Coordinatore