Sabato 24 giugno Genova ha festeggiato solennemente il patrono San Giovanni Battista. L’Arcivescovo Tasca ha celebrato al mattino la S. Messa Pontificale in Cattedrale. Nel pomeriggio, dopo il canto dei Vespri, migliaia di fedeli si sono radunati in piazza San Lorenzo per prendere parte alla processione che si è snodata lungo Via San Lorenzo attraverso Piazza Caricamento fino a giungere al Porto Antico. Qui, le pilotine e i rimorchiatori radunati nello specchio acqueo con il suono delle sirene hanno salutato l’arrivo della processione.
Come da tradizione, l’Arcivescovo ha mostrato ai fedeli l’urna con le ceneri del Battista e da qui ha benedetto il mare, il porto e tutta Genova.
La processione si è conclusa nuovamente in Cattedrale. L’Arca di San Giovanni (la più antica tra le Arche conosciute che abbiano conservato le ceneri del Battista), portata a spalla, è giunta in San Lorenzo dopo la lunga fila di sacerdoti, di religiosi e religiose, di confratelli e fedeli in processione.
Nel suo Discorso alla Città pronunciato dalla Cattedra di San Lorenzo (novità di questa edizione, l’intervento di Mons. Tasca va a ‘sostituire’ il discorso di fine anno che si teneva il 31 dicembre in occasione del canto del Te Deum) l’Arcivescovo si è soffermato su temi importanti quali l’inclusione, la famiglia, l’economia della città, il lavoro, la povertà e le disuguaglianze che “persistono e si registrano grandi disparità di accesso al lavoro, ai servizi sanitari, all’istruzione, all’educazione”.
Un richiamo poi a Genova quale terra che con braccia larghe accoglie chi arriva dal mare e che non deve avere paura e non deve essere diffidente, ma deve essere città che “desidera continuare a crescere nel diventare un modello di inclusione e di multiculturalità, un esempio di civiltà e di umanità, dove le persone di qualunque ceto sociale e da qualunque punto del mondo arrivino, siano sempre considerate degne di ogni interesse politico”.
IL DISCORSO INTEGRALE DELL’ARCIVESCOVO
IL VIDEO