Nonostante il tempo inclemente e le vigenti disposizioni sanitarie, questa mattina si è celebrata, sul Monte Figogna, la festa della Madonna della Guardia, nell’anniversario dell’apparizione.
Nessuna processione con i tradizionali Cristi delle Confraternite, e nessun pellegrinaggio in preghiera dalla Cappella dell’Apparizione fino al Santuario.
Sul piazzale antistante la Basilica mariana, Mons. Marco Granara, Rettore, ha accolto Mons. Marco Tasca in occasione della sua prima celebrazione sul Figogna.
Allo scoccare delle campane, alle ore 10, Mons. Granara ha ricordato l’apparizione della Vergine al Beato Pareto. Lo scoppio di un violentissimo temporale ha costretto tutti i presenti, numerosi nonostante l’allerta meteo, ad entrare nel Santuario per l’inizio della celebrazione.
Una festa sicuramente inusuale, da un lato priva dei momenti tradizionali e cari alla grande devozione mariana genovese, dall’altro ancora più raccolta e intensa.
Numerose anche le autorità che hanno voluto essere presenti a questo momento di fede così significativo per Genova.
Nell’omelia, Mons. Tasca ha commentato la lettura evangelica:
“Cari fratelli e sorelle,
il Signore vi dia la sua pace, e ne abbiamo bisogno, in questi tempi, di pace come dono del Signore.
Nel testo del Vangelo di Luca che abbiamo appena ascoltato”, ha detto l’Arcivescovo commentando la lettura del brano evangelico, “mi hanno colpito alcuni atteggiamenti di Maria. Mi piace sottolineare la risolutezza di Maria. E’ lei che decide di muoversi per prima, non viene sollecitata da nessuno, è lei che si inventa questo viaggio, non riceve suggerimenti dall’esterno. E’ lei che si risolve a fare i primi passi, di certo non molto facili, su per i monti della Giudea.
Mi piace molto questo atteggiamento di Maria che parte per prima e non aspetta che tutti le dicano ‘brava, continua, coraggio’. E’ bellissima questa immagine di una donna che comprende un bisogno e parte, senza che nessuno le dica il da farsi. Maria è risoluta e parte. E’ una grazia che siamo chiamati a chiedere oggi non solo per noi credenti, ma per tutta la società: questo coraggio di fare il primo passo. Non aspettate di fare il primo passo verso chi ha bisogno, verso coloro con cui non siamo tanto in amicizia, o con chi abbiamo qualche discordia. Fate il primo passo sul grande esempio di Maria”.
“Un secondo atteggiamento che mi colpisce – ha continuato Mons. Tasca – è la premura di Maria, la stessa avuta alle Nozze di Cana. Questo ci mostra lo stile attivo e intraprendente, deciso e creativo, di Maria. Ciò che riempie il suo cuore mette le ali piedi: le ali ai piedi non vengono solo dopo una riflessione o uno studio molto attento. Le ali ai piedi vengono quando l’uomo ha il cuore pieno, e questo mette le ali per camminare e correre”.
“Abbiamo sentito Elisabetta chiedere: ‘Perché la Madre del mio Signore viene a me?’. Io credo che lo stupore di Elisabetta rappresenti l’esperienza di fede e di gratuità al di là delle nostre attese. Lo stupore di fronte a un Dio che fa la sua storia, e non fa la storia che noi vorremmo. E’ un Dio che fa la sua storia, e sta a noi il coraggio di vederla: Maria ha colto, nella sua storia, la storia che Dio aveva in serbo per lei, e sotto la Croce, Maria ha compreso completamente quale era il disegno di Dio su di lei.
Chiediamo la grazia di stupirci, per noi credenti è un grande dono della fede, ha detto Mons. Tasca rivolgendosi ai fedeli”.
“Infine, mi piace pensare a Maria missionaria, un’immagine che rappresenta la realtà a cui tutti noi credenti siamo chiamati. Il primo passaggio dell’essere missionari è ascoltare, il secondo passaggio è accogliere la parola ascoltata. La Parola di Dio non è materia su cui mettersi a discutere; la Parola di Dio deve essere accolta per come è.
Ascoltare, accogliere e lasciarsi condurre dalla Parola di Dio: non siamo noi a condurre, ma siamo chiamati a lasciarci condurre. Oggi questo non è molto di moda, ma noi credenti dobbiamo chiedere la grazia di lasciarci condurre. La prova di quanto siamo missionari è la gioia che, come credenti, abbiamo. Dobbiamo chiedere al Signore la grazia di essere testimoni della gioia di vivere il Vangelo.
Affidiamoci all’intercessione di Maria che continui a benedire la nostra città e la nostra Regione e ci dia la grazia di essere testimoni della bellezza del Vangelo”.
La celebrazione si è conclusa con la benedizione finale impartita dall’Arcivescovo. La mancanza della luce in tutto il Santuario a motivo del forte temporale in corso ha reso questo momento ancora più intenso.