400 giovani da tutta Italia sono convenuti mercoledì 12 marzo a Genova per il 10° incontro dei giovani in servizio civile organizzato dal Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile (TESC). Il tema riprendeva il messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace 2014: Fraternità, fondamento e via per la Pace.
La data non è casuale: il calendario liturgico inserisce in quel giorno la memoria di San Massimiliano di Tebessa, che in quel giorno del 295 d.c. fu giustiziato per essersi rifiutato di fare il servizio militare. Nella sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale sono risuonate, all’inizio dell’incontro, le parole del giovane martire (aveva solo 21 anni): “Non posso prestare il servizio militare; non posso far del male. Sono cristiano”.
Oggi alle ragazze e ai ragazzi che prestano servizio non viene più richiesta, come un tempo, l’obiezione di coscienza e la scelta della nonviolenza, ma San Massimiliano rimane un importante punto di riferimento per scelte che si confrontino con il vangelo e con la propria coscienza, anche pagando di persona.
Aprendo la giornata Mons. Giuseppe Merisi, presidente di Caritas Italiana, ha esortato, citando il Papa, a “guardare gli altri con occhi buoni e cuore aperto”, che si traduce con l’impegno a corrispondere alle attese degli ultimi, dei più poveri. La scelta del servizio civile è un modo di esercitare una cittadinanza responsabile e consapevole.
Le istituzioni erano rappresentare dall’Assessore regionale Rossetti che ha ricordato il servizio civile svolto nel Centro di Solidarietà diretto da Bianca Costa.
Dopo alcune significative testimonianze – tra gli altri, Alfredo Remedi, genovese e primo obiettore Caritas in Italia e Desbele Zerai, giovane eritreo rifugiato sbarcato a Lampedusa – ha preso la parola Suor Giuliana Galli, delle suore del Cottolengo. “La Bibbia – ha esordito – non è ottimista riguardo alla fraternità”. Adamo ed Eva, Caino e Abele, Giuseppe e i fratelli testimoniano che proprio nel luogo dell’amore, la famiglia, il male si insinua. La parola di Dio ci propone di scegliere il bene.
Don Luigi Ciotti si è rivolto ai ragazzi presenti, definendoli meravigliosi: la loro scelta – ha detto – è controcorrente, perché ai 3 verbi dominanti – salire, avere, possedere – contrappongono SCENDERE (verso le periferie dell’anima, dice il Papa), ESSERE DONARE. Un fiume in piena il suo intervento, durante il quale ha parlato della necessità di “abitare il presente insieme, no ai navigatori solitari, perché siamo tutti piccoli, poveri”; “essere una spina nel fianco, ma facendo conoscere le cose belle che danno dignità e speranza”; “attenzione al peccato del sapere, mentre è essenziale scendere in profondità”.
Al pomeriggio, dopo un breve giro turistico nei luoghi significativi della storia di Genova, si è celebrata in cattedrale la Messa presieduta dal Cardinale che alla fine si è voluto intrattenere con i ragazzi per salutarli.