Si avvicina l’appuntamento della Settimana Sociale che si svolgerà a Taranto dal 21 al 24 ottobre; dalla diocesi di Genova parteciperà una delegazione guidata da don Gianpiero Carzino, responsabile dell’ufficio per la pastorale sociale, il lavoro e la custodia del creato, a cui abbiamo posto alcune domande:
Da quali realtà territoriali provengono i delegati genovesi alla Settimana Sociale?
Le Diocesi più grandi, come la nostra, possono portare a Taranto 5 delegati, oltre al Vescovo.
Questa edizione delle Settimane Sociali aveva però un vincolo: almeno due dovevano essere donne, e almeno due sotto i 35 anni.
Il motivo è comprensibile, soprattutto pensando al fatto che normalmente a questi eventi partecipano quasi solo uomini. In più – affrontando il tema del futuro del pianeta – sarebbe stato incomprensibile una ridotta partecipazione di giovani.
Abbiamo scelto quindi persone che si sono impegnate nello studio e nella realizzazione di iniziative tendenti a migliorare l’impatto delle attività umane sull’inquinamento e il riscaldamento globale, sulle gravi disuguaglianze sociale ed economiche: Manuela Fico, animatrice del progetto Policoro, lavora in Caritas, ed ha lì attivato lo sportello per accompagnare giovani in difficoltà nella ricerca di lavoro.
Luca Barigione, membro UCID, si è impegnato proprio nel seguire la transizione ecologica e digitale delle aziende. Terry Torre, docente presso il Dipartimento di Economia della Università di Genova, è da anni impegnata nello studio delle dinamiche aziendali nella trasformazione digitale.
Infine Francesco Gallarati, che frequenta il Corso di formazione politica della Diocesi, è un giovane impegnato nel portare nell’ambito politico queste attenzioni, che potranno fare la differenza per il futuro dell’umanità. Il quinto delegato sono io in quanto responsabile della pastorale sociale della Diocesi.
Quali aspettative avete verso questa esperienza perché non sia un’occasione sprecata per la vita della Chiesa e della società?
Guardando alle precedenti Settimane Sociali si può essere preda di un certo sconforto, visto che spesso se ne parla un po’ in TV nei giorni del convegno e poi tutto sembra tornare come prima.
Ci sono però due fattori che mi fanno sperare che questa volta l’esito sarà diverso: la Pandemia e l’emergenza climatica.
Ci siamo accorti a forza, un po’ tutti, che – qualche volta – quello che dicono gli scienziati non è solo teoria, ma se li sia ascolta per tempo si possono evitare disastri che semplicemente non sono rimediabili (vedere i 710.000 statunitensi che sono morti finora di covid, perché Trump all’inizio prendeva in giro Fauci).
D’altra parte gli eventi estremi sempre più frequenti (l’Organizzazione Meteorologica Mondiale parla di un incremento del 500% di eventi estremi negli ultimi 50 anni) stanno facendo riflettere anche i più distratti sul fatto che bisogna prendere urgentemente delle decisioni politiche, e la Settimana Sociale è una delle poche occasioni in cui migliaia di Italiani, in rappresentanza di molti altri, si fermano a riflettere su cosa sia giusto fare a questo riguardo.