D a anni la Ratio Fundamentalis per i seminari suggerisce di preparare per l’anno di Propedeutica una esperienza che non coincida con l’entrare fisicamente in Seminario, ma che sia una esperienza preparatoria nella quale avviene un primo discernimento, un’esperienza di vita comune fuori dal Seminario. In questa prospettiva, in questo anno stiamo così avviando un nuovo percorso di Propedeutica, in collaborazione con l’Area Giovani di Caritas e l’esperienza di vita comunitaria denominato “Tenda”.
– Premesso che l’anno propedeutico deve essere “un tempo sufficientemente prolungato non inferiore a un anno e non superiore a due, all’interno di un significativo contesto di vita fraterna per verificare e approfondire le intuizioni e motivazioni vocazionali a una possibile vita donata come presbitero”;
– Premesso che la formazione ha come obiettivo “una formazione integrale e piena per quanto graduale della persona, formazione della coscienza che abbraccia il cammino di tutta la vita in cui si impara a nutrire gli stessi sentimenti di Gesù Cristo assumendo i criteri delle sue scelte e le intenzioni del suo agire”;
– Premesso che in Caritas esiste da anni una esperienza di vita comune, di educazione al servizio in una dimensione vocazionale in senso ampio; in essa tutti i giovani che vi partecipano trovano una nuova visione della vita e di come affrontarla.
Come comunità dei formatori, ci pareva urgente iniziare a dare corso a quanto dicono i documenti della Chiesa e separare l’anno di chi chiede di iniziare un cammino di discernimento al presbiterato (propedeutica) da quello di chi già vive il Seminario: quindi si propone al candidato un anno di vita nella “Tenda”.
La vita comune lo rafforzerà e preparerà nella crescita umana e nelle relazioni con gli altri. In “Tenda” troverà una vita comune più stringente, più a contatto di gomito con altre persone, e che metterà alla prova più intensamente la sua capacità relazionale.
La sua residenza sarà la “Tenda” e con i responsabili di essa che diventano parte dunque dell’equipe educativa, dovrà concordare l’andare a casa o meno o altre iniziative personali, che comunicherà naturalmente prima al Rettore che rimane il responsabile della propedeutica. Il servizio ai poveri gli farà toccare con mano il corpo di Cristo, entrando subito in una profonda dimensione di comunione con il “popolo di Dio”. Vivere in un ambiente più variegato quale è la “Tenda” lo verificherà nella sua capacità di mantenere viva la sua spiritualità e frequenza alla preghiera.
Parteciperà naturalmente a tutti gli appuntamenti di spiritualità della “Tenda” quando vengano proposti. Dovrà relazionarsi bene e costantemente con l’assistente spirituale della “Tenda” e il direttore di Caritas. Attraverso Caritas e le esperienze proposte incontrerà una dimensione diocesana di appartenenza ecclesiale. Nello specifico il giovane che vivrà questo percorso si avvicinerà gradualmente alla comunità del seminario attraverso questi momenti:
– Inizierà da subito il cammino umano di formazione attraverso una previa diagnosi psicologica e il cammino con la psicologa del Seminario.
– Incontrerà una volta alla settimana il padre spirituale per avviarsi a una vita spirituale.
– Da ottobre a dicembre ogni quindici giorni un colloquio col Rettore. Da gennaio in poi una volta al mese.
– Parteciperà alla liturgia nella Cattedrale coi seminaristi quando fanno servizio al Vescovo.
– Parteciperà ai ritiri mensili coi seminaristi.
– Parteciperà a momenti comunitari importanti e formativi dei seminaristi che comprendono alcuni giorni.
– Parteciperà al primo giovedì del mese all’incontro “Luce nella notte” dalla cena, inclusa, al termine.
Normalmente, il sabato e la domenica rimarrà a disposizione del proprio parroco, concordando le attività con la “Tenda” con cui si accorderà anche per come poter partecipare alla messa feriale.
La Formazione intellettuale prevede:
– Le materie scolastiche che il propedeuta non ha eventualmente affrontato nel suo curriculum studi quali filosofia, greco, latino, etc.;
– Introduzione al Catechismo della Chiesa Cattolica;
– Conoscenza dei documenti del Concilio, in particolare la Presbiterorum Ordinis;
– Introduzione alla Liturgia;
– Iniziazione alla Sacra Scrittura.
Questa formazione intellettuale comporterà almeno un paio di mattinate che potranno essere vissute in Seminario o in “Tenda”. Le motivazioni e le convinzioni personali sono quelle che devono crescere nella direzione della sequela che sarà la seconda tappa.
Gli obiettivi della tappa Propedeutica sono:
Abitare presso il Signore – Con i colloqui col padre spirituale si inizia un percorso di preghiera personale e di introduzione alla Lectio Divina. Altre preghiere specifiche saranno concordate col padre spirituale. La liturgia delle ore andrà introdotta in accordo con il padre spirituale gradatamente. L’Eucarestia quotidiana diventa momento centrale della giornata.
Abitare se stessi – La capacità di guardare dentro se stessi, di raccontarsi, di conoscersi realisticamente. Di qui l’inizio del percorso umano con lo psicologo di riferimento del seminario. L’obiettivo è anche quello di una maturità affettiva e sessuale consolidata, capacità relazionale serena e gioiosa verso tutti, cammino di relazioni oblative, cioè non legate al possesso, alla manipolazione, ma che hanno come obiettivo il dono di sé.
Abitare la Chiesa – Conoscere bene la spiritualità del sacerdote diocesano, scoprire una dimensione diocesana e popolare della Chiesa e una dimensione mondiale perché si è presbiteri per tutta la Chiesa in tutto il mondo. Capacità di stare soprattutto coi più poveri, coi lontani con tutti.
Abitare il mondo – Conoscere le realtà sociali nelle quali ci si va immergendo. Banalmente: comprendere cosa vuol dire essere nel mondo, ma non del mondo. Amare profondamente il mondo anche se ha rifiutato Cristo. Dare la vita non per una organizzazione ma per Cristo e quindi per tutta l’umanità. Essere inseriti dentro la storia. Verificare che la “vocazione” altro non sia che una fuga dal mondo e dalle sue responsabilità.
Naturalmente tutto ciò è un “work in progress”, sperimentazioni in attesa e nella speranza che si formino vere e proprie comunità vocazionali dove i giovani possono vivere sperimentando la gioia della fede, della preghiera, del servizio ai poveri, della fraternità vissuta nel concreto. Che davvero sia la “Tenda” questo luogo definitivo?
Don Fully Doragrossa
Rettore