Svolto in Curia l’incontro con i rappresentanti di 20 scuole cattoliche primarie 1° e 2° grado

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Martedì 29 marzo presso la Curia Arcivescovile si sono incontrati i rappresentanti di circa 20 scuole cattoliche primarie, di I e II grado genovesi. Don Gianfranco Calabrese, Vicario Episcopale, ha guidato la riunione con la collaborazione di Massimiliano Costa, coordinatore dell’Ufficio Scuola e di don Bruno Sopranzi, coordinatore dell’Ufficio Insegnanti di Religione.

Lo scopo dell’incontro era quello di fare il punto sulla situazione delle diverse scuole, capire quali sinergie si possono mettere in atto e cogliere il senso ecclesiale di un rapporto più stretto tra la Diocesi ed il mondo della Scuola.

Sono intervenuti tutti nelle oltre due ore di riunione e l’elemento caratteristico e comune emerso è la volontà di fare rete perché “non è possibile vedere le scuole vicine come concorrenti” ma solo unendo le forze, anche per azioni tecniche o organizzative si può pensare ad una prospettiva meno difficile. Il tema di “una parità giuridica non praticata totalmente né dallo Stato né dalle Regioni” è il limite strutturale che le scuole cattoliche scontano anche se emerge chiaramente come le famiglie siano soddisfatte dell’azione educativa proposta. L’idea di sperimentare vie innovative per “progetti didattici e per azioni educative generali” può vedere le scuole in prima linea se riusciranno a lavorare in rete come un tutt’uno.

Il tema della formazione dei docenti, di tutti i docenti, è centrale per l’azione scolastica anche se sconta la grande mobilità verso lo stato dopo i concorsi e questo rende più fragile il corpo docente delle singole istituzioni scolastiche. L’attenzione posta verso gli alunni diversamente abili coinvolge le scuole in uno sforzo supplementare perché non sono aiutate economicamente dallo stato per i docenti di sostegno e questo rende il servizio ancor più prezioso verso le famiglie.

Dalla riunione è emerso anche un invito a tutti a “chiedersi il senso di questa presenza ecclesiale e del ruolo che la scuola cattolica svolge sul territorio”, auspicando una maggior relazionalità con il mondo delle parrocchie. I prossimi anni saranno certamente difficili “anche perché si sta andando verso un forte calo demografico ed inoltre i valori che si propongono nella scuola cattolica sono spesso controcorrente” non compresi nemmeno dalle famiglie degli studenti frequentanti. Infine si è manifestata la piena disponibilità di tutti ad accogliere i ragazzi profughi ucraini in sinergia con le azioni proposte dalla Caritas.