Malati e disabili al Santuario della Guardia

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Sabato 18 settembre scorso al Santuario Guardia i volontari delle Associazioni diocesane che si occupano di assistenza a malati e disabili hanno condiviso con i loro assistiti una giornata di fede e di festa, per riprendere quella “normalità” che manca da troppo tempo e che gli ampi spazi del Santuario e le norme hanno concesso.

Una giornata di condivisione, così la volevamo all’Ufficio Diocesano della Pastorale della Salute e così l’ha chiamata l’Arcivescovo nel suo saluto a fine giornata, segno che i buoni propositi che ci eravamo dati nell’organizzare la giornata con Oftal, Unitalsi, Ordine di Malta, Misericordie e Croce Rossa sono stati raggiunti.

Già al mattino presto i volontari si sono prodigati per allestire la sala da pranzo, mentre il gruppo folkloristico allestiva i propri strumenti; poi finalmente la Santa Messa nel Santuario, ai piedi della Madonna della Guardia che tanta devozione ispira e presso la quale tutti, assistenti e assistiti, trovano protezione e aiuto.

Il saluto del Direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Salute, Don Giorgio Rivarola, ha riassunto lo scopo della giornata e la gioia per una partecipazione numerosissima, di buon auspicio per le iniziative future. Nel corso dell’omelia l’Arcivescovo ha esortato a custodire la Parola di Dio e a seguire Gesù, ricordando che tutti hanno delle debolezze, talvolta fisiche.

Dopo la celebrazione i partecipanti, tutti muniti di green pass, hanno partecipato al pranzo comunitario servito dai volontari delle varie associazioni e hanno poi partecipato allo spettacolo di canti e balli genovesi culminati con l’Ave Maria Zeneize, nel pubblico l’Arcivescovo.

Alla fine della giornata tutti si sono nuovamente radunati nel Santuario, per l’adorazione Eucaristica e il Santo Rosario guidato da Don Mattero Pescetto e concluso con il saluto dell’Arcivescovo che ha spronato tutti a ripetere questa bella esperienza di condivisione.

Da questa esperienza, simile a quelle per la Giornata Mondiale del Malato, abbiamo ancora una volta avuto conferma che l’unione delle Associazioni ci consente di organizzare le cose meglio e più facilmente e che la condivisione con volontari diversi nelle insegne associative ma uguali nella vocazione al servizio crea una vera fratellanza ricca di frutti non solo materiali per il bene spirituale dei volontari stessi e dei nostri assistiti. E’ quindi su questa strada che l’Ufficio Docesano continuerà il suo percorso, stimolando quella che il Santo Padre in visita a Genova ha chiamato “diocesanità”, che vogliamo declinare come il vederci insieme, Chiesa, nel cammino a cui siamo chiamati dalla nostra vocazione di cura dei malati per la santificazione loro e nostra.

Luca Aragone

 

Alcune foto della giornata