Domenica 14 giugno in Cattedrale il Cardinale Angelo Bagnasco, Amministratore Apostolico, ha presieduto la S. Messa nella solennità del Corpus Domini. La funzione è stata concelebrata da Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare, Mons. Martino Canessa, Vescovo Emerito di Tortona, Mons. Marco Doldi, Vicario Generale, e diversi altri sacerdoti. A motivo delle limitazioni legate all’emergenza sanitaria, quest’anno non si è potuta svolgere la tradizionale e suggestiva processione dell’Arca con la Santa Eucaristia portata a braccia dalla Basilica di San Siro fino a San Lorenzo, percorrendo Via Garibaldi, Via XXV Aprile, Piazza De Ferrari. Un momento intenso di fede vissuto insieme sacerdoti, religiosi, religiose, associazioni, movimenti, istituzioni, forze armate e molti fedeli. La S. Messa in Cattedrale, animata dal Coro della Cappella Musicale, è stata comunque intensa e partecipata con i posti dedicati tutti esauriti e con la possibilità di poter seguire la funzione anche da casa grazie alla diretta streaming realizzata dall’Ufficio Comunicazioni Sociali diocesano.
Nell’omelia, il Cardinale Bagnasco si è soffermato su alcuni passaggi del passo del Vangelo di San Giovanni del giorno, sottolineando che l’Eucaristia è un ritornare alla vita vera che tende all’eternità, la quale è il cuore della nostra fede. “La vita eterna – ha detto – che ci introduce nell’infinità beata che è la nostra meta e il nostro destino è una verità assente dall’orizzonte della sensibilità comune, ma è di questo messaggio che l’uomo moderno ha un bisogno estremo”. Senza l’eternità, la vita terrena apparirebbe senza senso e lo stesso amare chi ci sta vicino sarebbe più difficile, “perché l’amore non avrebbe prospettive durature, e tutto sarebbe schiacciato e soffocato sul presente”.
Mangiare ‘il pane della vita’ nella Santa Comunione è l’inizio di un cammino. La vita cristiana è vivere per Gesù; ognuno di noi è chiamato a vivere ogni giorno le sue azioni quotidiane per Lui. “Vivere per Dio – ha sottolineato il Cardinale Bagnasco – non è solo un’intenzione o un semplice pio desiderio, ma significa vivere secondo la Sua volontà, fidandosi di Lui, farne legge della nostra vita nonostante le nostre fragilità e i nostri peccati”. Oggi sembra che la fede sia un concetto individuale, soggetto a sondaggi generali e alle proprie capacità, ma conoscere il pensiero di Cristo nei Vangeli “vuol dire obbedire alla Sua volontà, sapendo molto bene che la sensibilità moderna aborrisce la parola ‘legge’ perché nessuno vuole essere normato” Ma è nell’obbedienza alla Parola di Dio che l’uomo si realizza e si prepara all’eterno: solo allora sarà libero.
“Nutrirci dell’Eucaristia – ha proseguito – è vivere e lasciare che Cristo viva in noi; è questo il punto di forza della vita cristiana che la terminologia della Chiesa chiama ‘Grazia’”.
La vita cristiana è vivere per Lui grazie a Lui, allora “non possiamo sfiduciarci di fronte ai nostri limiti e ai nostri peccati, perché Egli vive in noi e ci dice di non temere”.
“Ritornare a questa consapevolezza – ha concluso il Cardinale – significa vivere la nostra fede e percorrere un cammino che non è una semplice emozione: la via della vita è la via della Grazia, della gioia vera; è l’eternità che inizia nel tempo”.
Al termine della celebrazione, si è svolto un momento di Adorazione Eucaristica, e la processione all’interno dalla Cattedrale.
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