Nel pomeriggio del Giovedì Santo, è stata celebrata in Cattedrale la S. Messa ‘ in Coena Domini’, presieduta dal Cardinale Arcivescovo. Durante l’omelia è stata proposta una riflessione tutta volta al tesoro prezioso della fede. Vivere senza fede? “Sarebbe come assistere allo spegnersi del sole e veder precipitare sulla terra l’oscurità – ha commentato il Cardinale – sarebbe come vivere senza quell’orizzonte che solo la fede può aprire e ci conduce alla vita eterna.” Si assecondi il desiderio imperioso di donare agli altri un tale prezioso tesoro; si diffonda un tale dono affinché si disponga il mondo nuovo che Cristo è venuto ad inaugurare.
“Questa sera nel cuore del Giovedì Santo con tutto il linguaggio simbolico di parole, di gesti, di armonie, dentro lo splendore della nostra cattedrale – ha commentato il Cardinale – ci proiettiamo come fossimo i Dodici, duemila anni fa, all’interno del cenacolo. E’ questo clima che, non è suggestione esterna, ma un mistero reale, consente di comprendere i misteri divini.”
Qualcosa di nuovo accadde nel Cenacolo; qualcosa di imprevisto che i Dodici apostoli non compresero ma intuirono; una novità palesata dalla parole di Cristo nel pasto liturgico, “questo è il corpo spezzato per voi”, in quel gesto di spezzare il pane, che fecero comprendere, ieri come oggi, che “il nuovo” coincideva con la persona di Cristo.
Gesù attraverso l’istituzione della Divina Eucaristia ha offerto la chiave perché percorressimo la vita di Dio.
“Questo Giovedì Santo riassume straordinariamente che Dio in Cristo ci dona la vita attraverso la morte, attraverso il figlio”. Si guardi ai nostri tabernacoli, senza farsi contaminare dalla trascuratezza del mondo occidentale, guardando all’Ospite che in esso si è fatto prigioniero per noi, per tenere fede a quelle parole “ Non temete sono con voi sino alla fine dei tempi”.
Durante la celebrazione, la tradizionale lavanda dei piedi cui hanno partecipato ammalati ed operatori volontari del settore.