Venerdì Santo si è celebrata la Liturgia della Passione e Morte del Signore presieduta dal Cardinale Bagnasco dinnanzi all’assemblea, profondamente raccolta e silente, riunita nell’aula della Cattedrale di S. Lorenzo.
L’uomo riesce ancora a sentire il bisogno di essere guariti? Con questa domanda, il Cardinale ha aperto l’omelia invitando alla riflessione personale.
“Da che cosa ci ha salvati il Figlio di Dio? Ci ha salvati –ha proseguito l’Arcivescovo – innanzitutto, dall’indegnità morale che insidia la nostra esistenza e che deturpa la nostra bellezza interiore. Ci ha salvati dall’assurdità di vivere e di morire senza significato perché senza futuro”.
“Gesù che si consegna nella mani degli uomini, ma consegnandosi, ci prende in consegna. E’ questa l’eccedenza di Dio, la sua sovrana sovrabbondanza.”
Nulla guardando a Gesù Crocifisso fu più uguale a prima di esso nella storia e nella storia di ogni singolo uomo. Infatti, “Contemplando il crocifisso, noi scorgiamo un’umanità nuova quella che Gesù inaugura: in Lui, la diffidenza verso Dio è sostituita dal perfetto abbandono”
Oggi nella cultura diffusa che allontana dall’essenza dell’uomo, in cui si sta perdendo l’alfabeto umano, guardare al Crocifisso significa riscoprire la nostra umanità. Il Crocifisso svela il volto vero di Dio e il volto vero dell’uomo: guardarlo significa risalire alle origini. “Significa – ha aggiunto – ritrovare il vero senso delle cose, del mondo, della nostra vita”.
Un ricordo ai tantissimi fratelli nella fede che perseguitati ed uccisi per Cristo e per la Chiesa uniscono il sangue versato a quello di Cristo Crocifisso, dinnanzi a questa tragedia dalle parole del Cardinale lo sprone a non essere tiepidi o indifferenti ma ancora una volta a riscoprire l’ABC umano, difendendolo con chiarezza.
In allegato il testo integrale dell'omelia