“Quando la fame della grande felicità, dell'amore permanente, della gioia piena, non trova sbocco, allora quella fame si trasforma in rabbia e istinto di morte. Dio solo è la risposta a questa fame, e l'Eucaristia è Dio che si dona nella forma del pane consacrato.”. Questo un passaggio del discorso che il Cardinale Angelo Bagnasco ha pronunciato al termine della tradizionale processione del Corpus Domini che si è svolta sabato 17 giugno.
Dopo il canto dei vespri solenni, la processione dell’Arca con la Santa Eucaristia portata a braccia, è partita dalla chiesa di San Siro nel Centro Storico e, partecipata da sacerdoti, religiosi, religiose, associazioni, movimenti, istituzioni, forze armate e molti fedeli, ha concluso il suo tragitto in Cattedrale dopo aver percorso Via Garibaldi, Via XXV Aprile, Piazza De Ferarri e Via San Lorenzo. La processione è passata davanti a Palazzo Tursi e ad accoglierla è stato il presidente del Consiglio comunale Giorgio Guerello
Si sono alternati, nel sorreggere sulle spalle l’Arca con l’ostensorio, le Confraternite, gli alpini, i sacerdoti. Durante il tragitto, anche una delegazione di lavoratori, tra cui lavoratori di Iren, Ilva, Ansaldo Energia che hanno portato sulle spalle l'Arca processionale, rinnovando una tradizione che si verifica ormai da alcuni anni. Inoltre anche un gruppo di aderenti alla formazione socio politica curata dalla Diocesi.
All’arrivo in Cattedrale, dove ad attendere la processione c’era un bel gruppo di bambini che quest’anno hanno ricevuto la Prima Comunione, la preghiera è proseguita con l’adorazione eucaristica.
“Le Confraternite e i lavoratori della città hanno portato l'arca del Santissimo Sacramento – ha detto il Cardinale – L'hanno portata con la forza delle loro braccia, ma soprattutto con la forza del cuore. Solo Dio vede il cuore, e sa che anche l'amore per la famiglia, i figli, gli amici, la solidarietà per i colleghi di lavoro, sono un segno dell'amore per Dio, un'eco della fede”.
L’Arcivescovo ha ricordato poi la recente visita del Santo Padre a Genova, definendola un grande onore e un grande dono: “La nostra naturale riservatezza – ha sottolineato – non ci ha impedito di farci popolo in festa e di stingerci attorno al Successore di Pietro. Genova gli ha aperto il cuore ed egli – visibilmente commosso e felice – è entrato, e si è trovato a casa”.
Molti sono i messaggi del Papa. Su tutti emergono tre parole: orizzonte, andare allargo con coraggio, ancorarci in Dio. “Sono parole – ha concluso il Card. Bagnasco – da declinare in ogni ambiente di vita, nella Chiesa e nella Città. Tocca a noi, insieme, non perdere quota. Porre ogni giorno l'ancora dell'anima nel mare eucaristico è la condizione per avere coraggio di andare allargo con la rotta verso la meta alta ma possibile”.
Dopo il canto dei vespri solenni, la processione dell’Arca con la Santa Eucaristia portata a braccia, è partita dalla chiesa di San Siro nel Centro Storico e, partecipata da sacerdoti, religiosi, religiose, associazioni, movimenti, istituzioni, forze armate e molti fedeli, ha concluso il suo tragitto in Cattedrale dopo aver percorso Via Garibaldi, Via XXV Aprile, Piazza De Ferarri e Via San Lorenzo. La processione è passata davanti a Palazzo Tursi e ad accoglierla è stato il presidente del Consiglio comunale Giorgio Guerello
Si sono alternati, nel sorreggere sulle spalle l’Arca con l’ostensorio, le Confraternite, gli alpini, i sacerdoti. Durante il tragitto, anche una delegazione di lavoratori, tra cui lavoratori di Iren, Ilva, Ansaldo Energia che hanno portato sulle spalle l'Arca processionale, rinnovando una tradizione che si verifica ormai da alcuni anni. Inoltre anche un gruppo di aderenti alla formazione socio politica curata dalla Diocesi.
All’arrivo in Cattedrale, dove ad attendere la processione c’era un bel gruppo di bambini che quest’anno hanno ricevuto la Prima Comunione, la preghiera è proseguita con l’adorazione eucaristica.
“Le Confraternite e i lavoratori della città hanno portato l'arca del Santissimo Sacramento – ha detto il Cardinale – L'hanno portata con la forza delle loro braccia, ma soprattutto con la forza del cuore. Solo Dio vede il cuore, e sa che anche l'amore per la famiglia, i figli, gli amici, la solidarietà per i colleghi di lavoro, sono un segno dell'amore per Dio, un'eco della fede”.
L’Arcivescovo ha ricordato poi la recente visita del Santo Padre a Genova, definendola un grande onore e un grande dono: “La nostra naturale riservatezza – ha sottolineato – non ci ha impedito di farci popolo in festa e di stingerci attorno al Successore di Pietro. Genova gli ha aperto il cuore ed egli – visibilmente commosso e felice – è entrato, e si è trovato a casa”.
Molti sono i messaggi del Papa. Su tutti emergono tre parole: orizzonte, andare allargo con coraggio, ancorarci in Dio. “Sono parole – ha concluso il Card. Bagnasco – da declinare in ogni ambiente di vita, nella Chiesa e nella Città. Tocca a noi, insieme, non perdere quota. Porre ogni giorno l'ancora dell'anima nel mare eucaristico è la condizione per avere coraggio di andare allargo con la rotta verso la meta alta ma possibile”.
Leggi il testo integrale del discorso pronunciato dall'Arcivescovo