Quali sono gli elementi che fondano il matrimonio cristiano e permettono ad esso di durare nel tempo? Per rispondere a questa domanda l’Arcivescovo si basa anche sulla testimonianza di una coppia di nonni che racconta la sua esperienza di coppa che ha vissuto l’amore coniugale, la grazia dei figli e la gioia di diventare nonni.
Tra gioie e difficoltà.
L’Arcivescovo ha sottolineato tre elementi: la forza della preghiera, la grazia dei sacramenti e l’amicizia: “Come faremmo senza Dio? La preghiera deve essere al centro della vita della coppia; così come accostarsi ai sacramenti aiuta a vivere la vita di coppia come una grazia: eucarestia, confessione ma soprattutto il matrimonio. Chi è sposato, infatti, non usa sempre il tesoro sacrmentale del matrimonio che porta con sé una grazia particolare. Mi chiedo se gli sposi oggi si riferiscano abbastanza ad esso, tutti i giorni. Infine, la presenza di validi amici che accompagnano nel cammino coniugale e familiare. La comunità cristiana vuole essere amica di tutti in particolare di chi in coppia e in famiglia si trova in difficoltà. Al suo interno nessuno si deve sentire abbandonato, l’abbraccio della comunità cristiana deve essere costante e deve essere un segno di Dio tra noi”.
Infine un riflessione e un monito sulle ‘scorciatoie’ che oggi troppo spesso si scelgono nella ricerca dei figli e nella scelta matrimoniale: “Si ha diritto sulle cose e non sulle persone, per questo i figli non devono mai essere pretesi, così come scegliere scorciatoie anziché la sfida del matrimonio rappresenta un impoverimento dell’umano; ci deve essere rispetto per tutti, ma nella consapevolezza che ciò che è individuale tale rimane, non così per tutto ciò che ha una ricaduta sociale. Nulla può sostituire il matrimonio come scelta, è una realtà umana che tocca l’esperienza universale”.