Varginha è una piccola comunità di circa 2.500 persone, che vive all’interno di Manguinhos, a nord di Rio, una favelas che, con i suoi 35mila abitanti, è una delle più note di Rio, incastrata tra una strada molto trafficata e una ex raffineria di petrolio, nei pressi dell’aeroporto principale e di basi militari. Alle spalle una lunga storia di violenza legata alla droga, ma un’offensiva della polizia, alla fine dell’anno scorso, ha estromesso i trafficanti di droga e di armi, riducendone di fatto la violenza. Prima della pacificazione era conosciuta anche come la “Striscia di Gaza” di Rio, per la guerra continua tra le diverse bande di trafficanti e le forze dell’ordine. È proprio a quest’area “normalizzata” di Varginha che Papa Francesco, 33 anni dopo Giovanni Paolo II che nel 1980 andò nella favelas di Vidigal nella zona Sud, farà visita il prossimo 25 luglio (ore 11). Un modo per abbracciare, ancora una volta, quelle “periferie del mondo” cui è particolarmente legato. A piedi nella favelas. Dopo aver appreso la notizia, nella comunità si sono messi subito all’opera per dare degna accoglienza al Pontefice. Lo scorso 18 maggio l’arcivescovo di Rio nonché presidente del Comitato organizzatore locale (Col), dom Orani João Tempesta, ha celebrato una messa nella cappella di san Girolamo Emiliani, la stessa che vedrà il Papa che al suo arrivo sarà accolto dal parroco, padre Márcio Queiroz e dai suoi collaboratori insieme alle Suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta, che qui è stata nel 1972. Nella cappella, costruita dai padri somaschi italiani, dopo un momento di preghiera, il Pontefice benedirà il nuovo altare e offrirà un dono per la comunità. Dalla cappella, poi, Papa Bergoglio farà a piedi i circa 300 metri che lo separano dal campo di calcio locale, dove il campione del mondo, Jairzinho, che nel 1970 ai Mondiali del Messico, sconfisse l’Italia in finale, allena i ragazzini della favelas. Nel campetto darà la benedizione agli abitanti della baraccopoli. Lungo il percorso, il Papa visiterà la casa di una famiglia e terrà un discorso.
L’arrivo del Pontefice ha indotto la Municipalità di Rio a inviare in loco squadre di operai per asfaltare la strada, la Rua Carlos Chagas, percorsa dal Papa, per ridare un po’ di colore ai muri della scuola e per sistemare il campo da gioco. Un maquillage che serve a nascondere la mancanza ultradecennale di manutenzione nella favelas. Non si nasconderanno dietro un’immagine di facciata i fedeli di Varginha come afferma deciso il loro parroco, padre Márcio Queiroz: “La comunità si mostrerà nel suo vero volto, come realmente è, senza nessun trucco, in tutta la sua semplicità. Vederlo visitare la mia comunità e passare lungo la strada in cui vivo equivale a dire che è entrato nella mia casa. Per questo stiamo preparando i cuori della comunità con la preghiera”.