“Convertitevi. Cambiate vita”. Con questo ammonimento, ripetuto per tre volte, Papa Francesco ha concluso il suo breve ma intenso discorso, pronunciato al termine della veglia di preghiera per le vittime di tutte le mafie, svoltasi, Venerdì 21 marzo, nella chiesa di San Gregorio VII, di fronte ad un’assemblea gremita. Tra i presenti Don Luigi Ciotti, Presidente della Fondazione Libera, Pietro Grasso, Presidente del Senato, Maria Falcone, sorella del giudice, vittima di mafia.
Rivolto ai familiari delle vittime della mafia, il Santo Padre ha espresso questo auspicio: “Il desiderio che sento è di condividere con voi una speranza: che il senso di responsabilità che abbiamo vinca sulla corruzione”. Alle “ coscienze” bisogna parlare come luogo dove “deve risuonare” tale senso di responsabilità: “I comportamenti, le relazioni, le scelte, il tessuto sociale così che la giustizia guadagni spazio, si allarghi, si radichi e prenda il posto dell’iniquità”. “So che voi sentite forte questa speranza e voglio condividerla con voi”, ha detto Papa Francesco, invitando i tanti presenti ad un “ cammino che richiede tenacia e perseveranza”.
“Sento che non posso finire senza dire una parola ai grandi assenti, ai protagonisti, agli uomini e alle donne mafiosi”, ha detto il Santo Padre nella fase finale del suo intervento, pronunciato interamente a braccio: “Per favore, cambiate vita!”, il suo appello: “Convertitevi, fermatevi di fare il male!”. “Convertitevi”, ha ripetuto il Papa: “Ve lo chiedo in ginocchio, per il vostro bene!”. “La vita che avete fatto fino adesso – ha denunciato il Pontefice – non vi darà piacere, gioia, felicità. Il potere, il denaro che avete adesso, tanti affari sporchi, tanti crimini mafiosi… Il potere sterminato non potrete portarlo nell’altra vita”. “Convertitevi, per non finire nell’inferno!”, il terzo appello del Papa: “È quello che vi aspetta se continuate su questa strada”. “Avete avuto un padre e una padre, pensate a loro.”
Sabato 22 marzo invece, per le vie di Latina, si sono ritrovate migliaia di persone, oltre ai familiari delle vittime di mafia, soprattutto giovani, provenienti da tutta Italia che dopo il corteo e la lettura dei nomi dal palco, hanno partecipato ai 25 seminari, laboratori e spettacoli sui temi della legalità e dell'impegno civile contro le mafie.