Sabato 13 maggio si è svolta la Conferenza Stampa sulla presentazione della visita di Papa Francesco a Genova organizzata dall’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi e presieduta dal Cardinale Arcivescovo. Nell’occasione è stato presentato anche il nuovo Annuario Diocesano 2017. Mons. Marco Doldi, Vicario Generale, ha illustrato il programma delle tappe della Visita e ha confermato che sono oltre 57.000 i fedeli che parteciperanno alla S. Messa conclusiva in Piazzale Kennedy, ma il numero sta di giorno in giorno aumentando. E’ infatti possibile ancora iscriversi e ritirare il pass e il kit (una bandierina + un poncho) in 6 diversi Point della città.
“A Genova il Santo Padre troverà una chiesa discreta, umile e laboriosa come il carattere dei genovesi ossia riservato, a volte fin troppo, ma che opera e lo fa unita – ha detto il Cardinale Bagnasco – spesso siamo individualisti, ma nonostante i nostri limiti e i nostri difetti cerchiamo di camminare sempre più insieme”.
Papa Francesco incontrerà tra gli altri 3500 lavoratori allo stabilimento Ilva; 2700 giovani al Santuario N.S. della Guardia e diverse famiglie dei bambini ricoverati all’ospedale Gaslini.
Rispondendo alle domande dei giornalisti presenti, l’Arcivescovo si è soffermato anche sul tema dei migranti, ricordando che il Santo Padre pranzerà alla Guardia proprio con alcuni di loro: “I migranti – detto – sono il segno di Dio alla Chiesa. E dopo una fase dedicata alla prima accoglienza, ora stiamo vivendo la fase dell'integrazione fondata su tre voci: ‘cultura’, per comprendere dove si è arrivati e dove si vuol piantare la tenda, per capire la nuova patria, poi il ‘lavoro’ e la ‘casa’”.
Anche i familiari del Papa sono stati dei migranti, ha ricordato il Cardinale, e quindi per Francesco venire a Genova avrà un significato particolare: “I suoi familiari sono partiti da qui alla volta dell'Argentina e quando atterrerà e vedrà Genova e il nostro porto sono sicuro che sentirà una vibrazione nel cuore”.
“A Genova il Santo Padre troverà una chiesa discreta, umile e laboriosa come il carattere dei genovesi ossia riservato, a volte fin troppo, ma che opera e lo fa unita – ha detto il Cardinale Bagnasco – spesso siamo individualisti, ma nonostante i nostri limiti e i nostri difetti cerchiamo di camminare sempre più insieme”.
Papa Francesco incontrerà tra gli altri 3500 lavoratori allo stabilimento Ilva; 2700 giovani al Santuario N.S. della Guardia e diverse famiglie dei bambini ricoverati all’ospedale Gaslini.
Rispondendo alle domande dei giornalisti presenti, l’Arcivescovo si è soffermato anche sul tema dei migranti, ricordando che il Santo Padre pranzerà alla Guardia proprio con alcuni di loro: “I migranti – detto – sono il segno di Dio alla Chiesa. E dopo una fase dedicata alla prima accoglienza, ora stiamo vivendo la fase dell'integrazione fondata su tre voci: ‘cultura’, per comprendere dove si è arrivati e dove si vuol piantare la tenda, per capire la nuova patria, poi il ‘lavoro’ e la ‘casa’”.
Anche i familiari del Papa sono stati dei migranti, ha ricordato il Cardinale, e quindi per Francesco venire a Genova avrà un significato particolare: “I suoi familiari sono partiti da qui alla volta dell'Argentina e quando atterrerà e vedrà Genova e il nostro porto sono sicuro che sentirà una vibrazione nel cuore”.