Mons. Tasca alle celebrazioni per il sesto anniversario del crollo di Ponte Morandi: “Un ricordo che deve essere memoria orientatrice per il futuro”

Nel sesto anniversario del crollo del Ponte Morandi, mercoledì 14 agosto 2024 l’Arcivescovo ha celebrato la S. Messa di suffragio nella parrocchia di San Bartolomeo alla Certosa, concelebrata da alcuni sacerdoti della zona.

Nell’omelia Mons. Tasca ha fatto riferimento alla memoria liturgica del giorno riprendendo l’esempio di padre Maria Kolbe, il quale «si è affidato al Signore certo che sempre lo accompagnava, da lui dobbiamo imparare a lasciarci accompagnare nella nostra vita». Dalle parole del Vangelo ha poi tratto un invito sulla necessità di prendersi cura l’uno dell’altro: «Come comunità cristiana dobbiamo fare sentire la nostra vicinanza, il nostro supporto, il prenderci cura di chi vive il dolore. La nostra società sarà sempre più umana se saprà sempre più prendersi cura dell’altro».

Durante la commemorazione alla Radura della Memoria, sotto il ponte San Giorgio, l’Arcivescovo ha ripreso il significato del luogo spiegando che «la radura è un luogo in cui si trova spazio per incontrarsi, non in un deserto, ma su un prato, dono della bontà di Dio e del lavoro dell’uomo, circondati, protetti e custoditi dagli alberi. Questi alberi lo sappiamo bene tengono vivo il ricordo di chi, sul ponte, cercava la vita e ha trovato la morte. Un ricordo che non è solo di tipo storico, ma che è e deve essere memoria orientatrice per il futuro».

Ha aggiunto anche che «possiamo dire sicuramente che le vittime di questo disastro si trovavano sul ponte perché cercavano la vita nelle diverse forme della vita quotidiana di ognuno di noi: chi si muoveva per lavoro, chi per turismo, chi per incontrare un familiare, un amico, una persona cara, chi pieno di entusiasmo, chi appesantito da dolori e preoccupazioni. Il crollo del ponte ha interrotto tutto questo movimento di vita. Farne memoria oggi ci addolora, ma ci ricorda, con drammatica e semplice verità, la bellezza della vita umana, dono di Dio, da godere insieme vivendo insieme come amici e fratelli».

Il discorso integrale pronunciato alla Radura della Memoria

 

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