È un volto che si sorprende quello di Mons. Giampio Devasini quando, poco prima della S. Messa di ordinazione episcopale, i suoi occhi incrociano quelli di don Georges Akotia, sacerdote togolese venuto apposta dall’Africa per salutarlo e accompagnarlo. Una sorpresa che dice tutto il bene seminato negli anni dal futuro Vescovo di Chiavari, e in un solo giorno presente ovunque tra le cinque navate della storica chiesa, scolpito nei volti delle persone, riflesso negli occhi lucidi sopra le mascherine. La Messa di sabato 29 maggio nella Cattedrale di S. Evasio a Casale Monferrato è stata davvero una festa dell’amicizia, “dono essenziale – dirà Mons. Devasini a fine celebrazione – per una vita buona, vera e bella”. Sono gli amici di sempre che hanno curato e pulito il Duomo per renderlo accogliente, che hanno organizzato la celebrazione in ogni dettaglio, che gli si sono stretti accanto nel saluto di commiato, un po’ gioioso un po’ nostalgico. Cinquecento i posti a sedere occupati per l’ordinazione, distribuiti secondo le normative anti-Covid dentro il Duomo e nell’atrio medievale.
Tra questi c’erano anche i fedeli di Chiavari. Ventitre invece i Vescovi presenti, tra questi l’Arcivescovo di Genova Mons. Marco Tasca, oltre al Cardinale Severino Poletto, Arcivescovo emerito di Torino – ultimo Parroco di Casale a diventare Vescovo ben 41 anni fa. La Messa è stata presieduta dal titolare di Casale Monferrato, Mons. Gianni Sacchi, e concelebrata dal Vescovo emerito Alceste Catella e dall’amministratore apostolico della Diocesi di Chiavari Mons. Alberto Tanasini. “Ti viene affidata una Chiesa di persone, un tesoro inestimabile agli occhi di Dio”, sono le parole iniziali che Mons. Sacchi rivolge a Mons. Giampio all’omelia. Gli rammenta poi le parole pronunciate da Papa Francesco nel 2016 e gli ricorda come siano attuali, oggi, dopo gli esiti della pandemia. In quell’occasione, il Pontefice disse ai Vescovi: “Vi prego di non aver altra prospettiva a cui guardare i vostri fedeli che quella della loro unicità, di non lasciare nulla di intentato per raggiungerli, non risparmiare nessun sforzo. Nessun ambito della vita degli uomini va escluso dall’interesse del pastore. Non rinunciate agli incontri, invitate tutti alla missione”. Quindi l’invito di Mons. Gianni Sacchi ad essere luce per tutti gli uomini, come chiedeva Papa Paolo VI, uno dei santi più amati da Giampio Devasini (piccola curiosità, Paolo VI venne ordinato sacerdote nel 1920, proprio il 29 maggio). Forti le emozioni durante i passaggi più importanti dell’ordinazione: l’imposizione delle mani – avvenuta nel silenzio, “la nostra parola e i nostri rumori cessano – aveva spiegato Mons. Sacchi – perché c’è solo l’azione di Dio che prende possesso dell’uomo. Lo attira a sé e diventa strumento di comunione per i fratelli che incontrerà”. E infine il momento in cui il Vangelo, aperto, è stato tenuto sopra il capo di Mons. Devasini. “La suggestione che ho sempre avuto – sempre parole di Gianni Sacchi – è quella di un tetto che ti protegge. Che disegna idealmente una casa in cui dimorare, in cui rimanere in Lui”. Nei saluti finali, il neo Vescovo Devasini ha ringraziato tutti coloro che con “il comportamento prima ancora che con le parole” gli hanno trasmesso il dono della fede. E ha definito il suo nuovo incarico pastorale “un’opportunità, per amare di più”. Infine, una preghiera al Signore: “Aiutami ad essere un vescovo secondo il tuo cuore”. Sabato 20 giugno, alle ore 17.00, Mons. Giampio Devasini farà il suo ingresso come Vescovo di Chiavari nella Cattedrale di N.S. dell’Orto.