Fin dall’inizio del suo ministero pubblico Gesù ha reso chiara la missione dei suoi discepoli:
Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. (Mc 3,14-15)
Risorto dai morti, Gesù rinnova il mandato missionario:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».(Mc 16,15-18)
L’evangelista ha cura di farci capire che spiega come il mandato di Gesèu diventa subito realtà:
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. (Mc 16,20)
La Chiesa è quindi missionaria, da sempre. Lo ha ribadito con forza San Giovanni Paolo II:
La missione di Cristo redentore, affidata alla Chiesa, è ancora ben lontana dal suo compimento. Al termine del secondo millennio dalla sua venuta uno sguardo d’insieme all’umanità dimostra che tale missione è ancora agli inizi e che dobbiamo impegnarci con tutte le forze al suo servizio. (Redemptoris Missio, n. 1)