Venerdì 16 ottobre l’Arcivescovo ha presieduto in Cattedrale la Veglia Missionaria diocesana. Nonostante il covid e l’aggravarsi progressivo della situazione sanitaria, erano presenti alla celebrazione un bel gruppo di preti, di religiose e di laici, che, come ha concluso don Paolo Benvenuto, direttore dell’Ufficio missionario, hanno creduto nella forza della preghiera e della vita della nostra comunità diocesana. La Veglia è stata trasmessa anche in diretta streaming sui canali diocesani.
La Veglia, ispirata al messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2020 “Eccomi, manda me” (Is. 6, 8), si è articolata in tre momenti: la chiamata, la tempesta, la salvezza.
All’inizio a ciascun partecipante è stato consegnato un filo, simbolo dell’impegno a essere missionari “tessitori di fraternità”.
Nel corso della celebrazione, dopo ogni momento proposto, ciascuno ha fatto un nodo al filo, accorciandolo, segno della volontà di rendere più brevi le distanze tra di noi, diventando insieme tessitori della trama del Regno di Dio nel mondo.
Molto significative sono state le testimonianze missionarie: la prima, letta da una suora infermiera indiana, di Albina Poshapir, assistente caposala al Nair Hospital, la più grande struttura Covid-19 di Mumbai, che ha raccontato la sua esperienza ai tempi della pandemia.
La seconda di padre Carlos Bazzara, della Società Missioni Africane, missionario in Niger per quattro anni e compagno di padre Gigi Maccalli, che è stato recentemente liberato dopo due anni di prigionia. Padre Carlos ha ripercorso alcuni momenti della sua esperienza in un contesto, il Sahel, in cui oggi l’opera missionaria è molto limitata dal diffondersi degli attacchi jihadisti.
Ciò nonostante ha poi espresso la sua personale disponibilità a essere inviato nuovamente nelle missioni per compiere, ha detto, “il mestiere più bello del mondo”.
Nell’omelia, Mons. Marco Tasca ha sottolineato il parallelismo tra l’esperienza della figura di Giona e la nostra nell’attuale scenario della pandemia. Le sensazioni che viviamo in questo periodo di pericolo, mancanza di certezze e paura dovrebbero favorire tra noi la solidarietà. Dovrebbe tornarci alle orecchie il ritornello: “O ci
si salva tutti o si perisce”.
Però, come abbiamo avuto modo di constatare più volte proprio in questi mesi, qualcosa non funziona, in ciò che ci pesa sprechiamo tempo ed energie per cercare sempre il colpevole. E la solidarietà viene meno.
Come credenti, la risposta più bella, ha ricordato l’Arcivescovo, resta quell’Eccomi manda me, che non è la via del quieto vivere, ma rimane la strada meno comoda, quella del mettersi in gioco, quella appunto della solidarietà. Siamo chiamati a crescere in essa diventando tessitori di fraternità, “è il più bel regalo che possiamo
fare a questo mondo”.
La Veglia si è conclusa come di consueto con il mandato e la consegna della croce ai missionari partenti: suor Sabina e suor Paolina, due religiose della congregazione delle suore del Rifugio in Monte Calvario di Genova (Brignoline), inviate rispettivamente nelle missioni in Kerala (India) e in Repubblica Dominicana; padre Carlos Bazzara in partenza invece per la Liberia (Africa).
Il mandato missionario è stato infine esteso a tutti i presenti con la lettura delle parole del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale che ci esortano a essere strumenti del suo amore nel mondo.
Tornati a casa abbiamo ritrovato nelle nostre tasche quel filo annodato che accorcia le distanze tra noi: un bel segno che, quest’anno particolarmente, ci resta per testimoniare il nostro sì alla missione e si incarna ogni giorno dove siamo nel tessere fraternità.
Lara Cavezarsi
Ass. MESì MESì onlus
IL VIDEO DELLA VEGLIA