In missione nell’epoca del Covid – Mons. Piero Pigollo ci scrive da Cuba

Come va la missione a Cuba? E’ arrivato anche lì il coronavirus? Purtroppo, da metà marzo, insieme al turismo è entrato il “coronavirus” e ha contagiato lentamente tutte le provincie dell’Isola; e anche a Cuba sono state prese decisioni da parte del Governo per tutelare i cittadini, per prevenire il contagio e per curare i contagiati.
Dal punto di vista “ecclesiale” anche i vescovi cubani hanno deciso di favorire la preghiera in famiglia nelle proprie case e di sospendere tutte quelle attività pastorali – gli incontri di catechesi, le celebrazioni delle messe, gli incontri nelle piccole comunità – che faciliterebbero la trasmissione del virus.
Le mense Caritas delle nostre parrocchie, con tutte le attenzioni possibili in questa situazione, distribuiscono direttamente nelle case gli alimenti alle persone che già prima usufruivano di questo servizio, anche se purtroppo, a causa della grave difficoltà economica in cui ci troviamo e dello scarseggiare degli alimenti, abbiamo dovuto ridimensionare il numero degli assistiti, privilegiando quanti non hanno una famiglia alle spalle e quanti non ricevono un aiuto da altri enti.
Nei primi mesi della pandemia ai fedeli delle nostre parrocchie era stato chiesto di unirsi spiritualmente negli orari in cui si celebrava l’Eucaristia – ad ogni ora del giorno e della notte i sacerdoti della nostra diocesi di Santa Clara hanno fatto una “catena di messe”, cosi come alle Comunità Religiose era stata affidata una “catena di preghiera”-; i vescovi cubani hanno anche ottenuto dal Governo la possibilità di trasmettere la celebrazione dell’Eucaristia ogni domenica alle 7.30 su uno dei canali della televisione di Stato, e anche la possibilità di trasmettere un radiomessaggio ogni domenica a mezzogiorno nelle rispettive diocesi.

Fintanto che non si poteva celebrare con la mia gente, io facevo settimanalmente il giro di tutte le Comunità almeno per incontrare i responsabili, informarmi della situazione e far sentire in qualche modo la nostra vicinanza e mantenerci in comunione.

Purtroppo abbiamo dovuto sospendere alcune attività nuove che avevamo iniziato lo scorso autunno, come l’incontro settimanale degli Alcolisti Anonimi che la nostra Comunità Parrocchiale cerca di sostenere e incoraggiare, visto che il problema dell’alcol è abbastanza diffuso e di non facile soluzione; l’incontro mensile in parrocchia per persone diversamente abili, per lo più bambini e ragazzi (circa 25) e per i loro familiari è stato sostituito dalla visita a domicilio da parte di alcuni volontari.

Da metà giugno, migliorando leggermente la situazione e con le dovute precauzioni, anche in Parrocchia abbiamo ripreso le celebrazioni e gli incontri nelle Comunità, e ultimamente sono iniziate nuovamente alcune attività settimanali, come il catechismo dei bambini, i due gruppi Emaus per uomini e donne che vogliono crescere nella fede e nel servizio agli altri, il laboratorio di cucito di un gruppo di signore a sostegno della Caritas Parrocchiale, e gli incontri degli Alcolisti Anonimi.

Da quando è iniziato in Italia il propagarsi del coronavirus abbiamo pregato e continuiamo a farlo per chi si ammala, per chi ci lascia, per i medici e gli infermieri e per quanti si occupano degli altri in questa situazione; chiedo anche a voi in Italia, certo che lo state già facendo, di continuare a pregare anche per noi qui a Cuba, per far crescere quella comunione che è il modo di rivelarsi di Dio Provvidenza anche in mezzo al mare in tempesta.
Un fuerte abrazo para todos… y que Dios los bendiga!

Padre Pedro