Oltre 1.200 fedeli dai Vicariati di Marassi-Staglieno e Medio-Alto Bisagno per l’ultimo pellegrinaggio giubilare alla Porta Santa di San Lorenzo prima della conclusione dell’Anno Santo della Misericordia.
Ad accogliere i pellegrini, sabato 12 novembre scorso, Mons. Carlo Sobrero, Prefetto della Cattedrale, che ha guidato come per tutti gli altri pellegrinaggi la preghiera in preparazione al passaggio della Porta. Moltissimi i sacerdoti che hanno accompagnato i propri parrocchiani, e moltissimi anche i bambini del catechismo così come i gruppi giovani provenienti dalle numerose e popolose parrocchie dei due Vicariati della Val Bisagno. L’Arcivescovo ha celebrato la S. Messa, come avvenuto anche per gli altri 26 pellegrinaggi giubilari vicariali.
Iniziando l’omelia, il Cardinale Bagnasco ha dato il benvenuto ai fedeli nella Cattedrale, cuore della città e madre di tutte le chiese cittadine.
Inoltre, l’Arcivescovo ha ringraziato i parroci, i catechisti e gli educatori che hanno accompagnato così tanti fedeli in questo rito giubilare.
“Siete l'ultimo Vicariato che in questo anno santo compie il pellegrinaggio; domani si conclude l'Anno giubilare con la chiusura di tutte le Porte Sante del mondo”.
Riflettendo sul significato più profondo del passaggio della Porta, il Cardinale ha detto che la Porta Santa è Gesù, che ci introduce al cuore di Dio.
“La Porta è un simbolo di ciò che è Cristo; la porta domani si chiuderà ma essa in realtà rimane sempre aperta”.
Ancora, l’Arcivescovo ha fatto riferimento alla preghiera della colletta, all’inizio della celebrazione eucaristica: “Nella colletta abbiamo raccolto e offerto tutte le nostre preghiere, che il Signore ben conosce. In particolare abbiamo chiesto il dono della felicità, felicità che ciascuno di noi desidera poiché Dio ci ha creati perché vivessimo nella gioia e nella luce”.
Secondo l’Arcivescovo, la felicità che l’uomo desidera nel suo cuore è quella che deriva dall’alto: “La vera felicità del cuore non corrisponde alle soddisfazioni della vita. La felicità che riempie la vita e scalda l'anima corrisponde alla piena dedizione a Dio, all'obbedienza al Vangelo, alla capacità di affidarci alla sua volontà”.
Il volto di Dio – ha proseguito ancora l’Arcivescovo – potrà infatti essere riconosciuto attraverso i sacramenti, la partecipazione alla vita della Chiesa, attraverso la vicinanza con i più bisognosi nel corpo e nell'anima. “Servire Dio nel Vangelo, nella Chiesa, nella nostra vita, nei fratelli, è la via della felicità, del corpo e dell'anima”.
Commentando il Vangelo del giorno, il Cardinale ha riflettuto in conclusione sulla persecuzione ai Cristiani, che avviene anche oggi in tutto il mondo. “Oggi chi segue Gesù è perseguitato, così come avveniva alla nascita del Cristianesimo. In Occidente la persecuzione può presentarsi come derisione, isolamento o scherno, mentre altrove nel Mondo le persecuzioni avvengono barbaramente, con uccisioni ed esecuzioni sommarie”.
Da parte del popolo cristiano, ha detto in conclusione l’Arcivescovo, è necessario dare una risposta di fede, camminando serenamente insieme, seguendo la strada indicata da Gesù, e cercando di corrispondere alla volontà di Dio.
Al termine della celebrazione, tutti i fedeli hanno potuto salutare l’Arcivescovo e i propri sacerdoti prima di tornare alle proprie parrocchie.
Ad accogliere i pellegrini, sabato 12 novembre scorso, Mons. Carlo Sobrero, Prefetto della Cattedrale, che ha guidato come per tutti gli altri pellegrinaggi la preghiera in preparazione al passaggio della Porta. Moltissimi i sacerdoti che hanno accompagnato i propri parrocchiani, e moltissimi anche i bambini del catechismo così come i gruppi giovani provenienti dalle numerose e popolose parrocchie dei due Vicariati della Val Bisagno. L’Arcivescovo ha celebrato la S. Messa, come avvenuto anche per gli altri 26 pellegrinaggi giubilari vicariali.
Iniziando l’omelia, il Cardinale Bagnasco ha dato il benvenuto ai fedeli nella Cattedrale, cuore della città e madre di tutte le chiese cittadine.
Inoltre, l’Arcivescovo ha ringraziato i parroci, i catechisti e gli educatori che hanno accompagnato così tanti fedeli in questo rito giubilare.
“Siete l'ultimo Vicariato che in questo anno santo compie il pellegrinaggio; domani si conclude l'Anno giubilare con la chiusura di tutte le Porte Sante del mondo”.
Riflettendo sul significato più profondo del passaggio della Porta, il Cardinale ha detto che la Porta Santa è Gesù, che ci introduce al cuore di Dio.
“La Porta è un simbolo di ciò che è Cristo; la porta domani si chiuderà ma essa in realtà rimane sempre aperta”.
Ancora, l’Arcivescovo ha fatto riferimento alla preghiera della colletta, all’inizio della celebrazione eucaristica: “Nella colletta abbiamo raccolto e offerto tutte le nostre preghiere, che il Signore ben conosce. In particolare abbiamo chiesto il dono della felicità, felicità che ciascuno di noi desidera poiché Dio ci ha creati perché vivessimo nella gioia e nella luce”.
Secondo l’Arcivescovo, la felicità che l’uomo desidera nel suo cuore è quella che deriva dall’alto: “La vera felicità del cuore non corrisponde alle soddisfazioni della vita. La felicità che riempie la vita e scalda l'anima corrisponde alla piena dedizione a Dio, all'obbedienza al Vangelo, alla capacità di affidarci alla sua volontà”.
Il volto di Dio – ha proseguito ancora l’Arcivescovo – potrà infatti essere riconosciuto attraverso i sacramenti, la partecipazione alla vita della Chiesa, attraverso la vicinanza con i più bisognosi nel corpo e nell'anima. “Servire Dio nel Vangelo, nella Chiesa, nella nostra vita, nei fratelli, è la via della felicità, del corpo e dell'anima”.
Commentando il Vangelo del giorno, il Cardinale ha riflettuto in conclusione sulla persecuzione ai Cristiani, che avviene anche oggi in tutto il mondo. “Oggi chi segue Gesù è perseguitato, così come avveniva alla nascita del Cristianesimo. In Occidente la persecuzione può presentarsi come derisione, isolamento o scherno, mentre altrove nel Mondo le persecuzioni avvengono barbaramente, con uccisioni ed esecuzioni sommarie”.
Da parte del popolo cristiano, ha detto in conclusione l’Arcivescovo, è necessario dare una risposta di fede, camminando serenamente insieme, seguendo la strada indicata da Gesù, e cercando di corrispondere alla volontà di Dio.
Al termine della celebrazione, tutti i fedeli hanno potuto salutare l’Arcivescovo e i propri sacerdoti prima di tornare alle proprie parrocchie.
Francesca Di Palma
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