«Sotto lo sguardo della Madonna della Guardia poniamo Genova e il futuro della società»
Guarda il video della solennità del 29 agosto al santuario
La novena
La Festa della Madonna della Guardia anche quest'anno è stata preceduta dalla novena guidata dal Rettore, Mons. Marco Granara, e articolata in Lodi, Messa e Rosario. Quest'anno, per di più, il tema del giorno, che ha fatto riferimento in ogni preghiera e omelia a un problema di attualità, è stato condiviso e dibattuto in un incontro serale per coloro che durante la giornata erano impegnati al lavoro. Lo slogan era: “Una sfida alla buona volontà di tutti”.
La processione della sera della Vigilia
Giovedì 28 agosto, la sera della Vigilia, l'Arcivescovo di Genova, Card. Angelo Bagnasco, ha presieduto la tradizionale processione lunga quattro chilometri dal luogo denominato delle Acque Minerali fino al Santuario e alla quale hanno partecipato moltissimi fedeli. Durante il suo svolgimento, la recita del Rosario è stata intervallata dalle riflessioni sull'itinerario spirituale di Benedetto Pareto, un po' simile a quello di molti cristiani, spesso increduli prima di giungere alla maturazione della fede. La recita del Rosario è stata inoltre intervallata dalle intenzioni dell'Arcivescovo: per i cristiani perseguitati nel mondo, perché il loro grido di pace sia ascoltato; per i malati, spesso soli e abbandonati, perché il loro sacrificio sia gradito al Signore; per i giovani, perché orientino la loro vita verso ideali alti; per le famiglie, perché siano dei focolai dove l'amore cresce; per le intenzioni di ognuno per l'altro, perché la preghiera alla Madonna della Guardia sia davvero più ricca.
La Messa della Vigilia “Se tutto si equivale nulla vale”.
Terminata la processione, ormai fattosi buio, il Card. Bagnasco ha presieduto nel Santuario gremito di fedeli la Messa della Vigilia, concelebrata con molti sacerdoti.
Nell'omelia, egli ha osservato con compiacimento che la strada che tanti hanno ora percorso per salire al Santuario è l'antica via maestra che conduce al bene: “E' la strada che la gente umile conosce: forse – più che averla appresa dai libri – l'ha vista nei propri genitori, in buoni amici, l'ha intuita e ha provato a percorrerla. E' la via segnata dalla luce fioca delle candele che si accendono nelle umili dimore per affidarsi a Maria”.
Ha quindi rilevato, per contrasto, che esiste un'altra strada, quella che la cultura moderna propone, ma che conduce al vuoto: “Viviamo nella fiera delle vanità: si fanno carte false pur di essere visti e sentiti importanti. Ma l'uomo non può sempre vivere nel vuoto. Se tutto si equivale – qualunque scelta e azione – allora annaspiamo nel nulla: laddove tutto è possibile, nulla esiste”.
Il Cardinale ha aggiunto che così l'uomo può resistere per un po' di tempo, facendo finta di essere felice: “Quando siamo soli con noi stessi, costretti a togliere la maschera, quando gli anni, le delusioni, soprattutto gli affetti malconci si sciolgono e impietosamente ci slegano lasciandoci liberi e soli, allora la cultura dell'apparenza e della menzogna svela se stessa e ride di noi”.
Ha concluso l'omelia con un accorato invito a resistere alle lusinghe delle cose facili: ” Facili forse; ma deludenti certo. E ricordiamo: non siamo qui solo per noi, i nostri cari, i nostri problemi seri. Siamo qui anche per quanti – nostri fratelli e sorelle – hanno bisogno della nostra preghiera. Tra questi, soni in prima fila i cristiani perseguitati con ferocia in Iraq e Nigeria”.
La Messa Pontificale “Resistere e insistere”
Venerdì 29 agosto, puntualmente alle ore 10, l'ora dell'Apparizione, in una bella mattinata di fine estate, al suono delle campane e in comunione spirituale con tutti i Santuari della Guardia del mondo, alla presenza dell'Arcivescovo, Card. Angelo Bagnasco, e del Vicario Generale, Mons. Marco Doldi, delle autorità cittadine, della Banda di Ceranesi, delle Confraternite coi colossali Cristi, di numerosi sacerdoti e di migliaia di fedeli, il Rettore, Mons. Marco Granara, ha letto davanti alla Cappella dell'Apparizione la Memoria del principio, l'atto del Notaio Badaracco che attesta l'evento. Dopo la supplica recitata dall'Arcivescovo, è iniziata la processione al Santuario con l'arca e lo stendardo della Madonna della Guardia, tra canti mariani e la recita del Rosario.
Ha fatto seguito la Messa Pontificale presieduta dall'Arcivescovo e con la partecipazione del Vicario Generale: al suo termine, il Rettore ha ricordato che otto anni fa proprio in questo Santuario fu annunciata la nomina ad Arcivescovo di Genova dell'allora Mons. Angelo Bagnasco, che, commosso, ha ringraziato la Madonna.
Nell'omelia, l'Arcivescovo ha ancora messo in evidenza il contrasto tra un mondo che, come appare dalle notizie di cronaca, talora sembra addirittura impazzire e la vita buona che invece esiste quasi nascosta. Ha perciò fatto riferimento alla Visita Pastorale ormai conclusa e durata quasi sei anni: “Ho visto la bontà dei volti e dei gesti, la sincerità umile della fede che ora nuovamente voi esprimete, la dedizione fino all'eroismo nelle famiglie”.
Ha indicato poi i rimedi per non cedere alle lusinghe del mondo, che spesso annuncia una società al tramonto: “Dobbiamo uscire dall'indifferenza, da una fede stanca e sofisticata, uscire allo scoperto con la gioia del Vangelo”.
Due sono stati i temi fondamentali affrontati dal Cardinale: la crudele persecuzione di tanti cristiani nel mondo e la crisi economica.
Sul primo punto ha detto: “Se pensiamo alla crudele persecuzione che tormenta e uccide tanti cristiani e altre minoranze religiose in Iraq, Nigeria e in altre parti della terra, allora la nostra coscienza deve ribellarsi: dobbiamo a una voce gridare che sono crimini contro l'umanità. Non possiamo tacere davanti al progetto in atto di cancellare la presenza cristiana dalla Terra Santa: sarebbe abbandonare l'umanità alla barbarie”.
Sul secondo punto ha detto: “La crisi si sta prolungando anche se – come si sente dire – qualche segnale di ripresa sembra esserci. Ma – se così fosse, e ce lo auguriamo – la ricaduta occupazionale, nella vita reale, non si vede”. E davanti alla Madonna della Guardia ha espresso qualche preoccupazione per la sua città, che si è fatta preghiera: “Vedo una lunga fila che cammina ogni giorno e bussa a tante porte: è una fila che cresce ogni giorno. Sono coloro che perdono il lavoro, coloro che lo cercano, coloro che il lavoro non l'hanno mai trovato: giovani e adulti accomunati dalla medesima angoscia”.
Un pensiero particolare è andato al porto: “E ora affidiamo alla Madonna il luogo simbolo di Genova: il porto. Esso ha bisogno di acqua, di terra e di sbocchi. Bisogna resistere e insistere: il coraggio non manca le vie si trovano”.
La Messa del pomeriggio “Il bene vince perché più forte”
Il bel tempo ha consentito l'afflusso di molti fedeli anche alla Messa del pomeriggio. In un clima semplice e raccolto, nell'omelia, l'Arcivescovo ha rilevato che il pellegrinaggio al Santuario della Guardia in questi giorni di Festa riconferma la vita brulicante del Popolo di Dio: “Il Popolo di Dio ha un istinto interiore verso Dio, pur in mezzo a difficoltà, contraddizioni e peccati “. E ha aggiunto: “E' il volto della fede, che non ha bisogno di teologia ma ha bisogno di cuore”.
Ha poi detto, riagganciandosi all'omelia del mattino: “Il bene vince perché è più grande, anche se silenzioso e spesso nascosto”.
“Ma ora dobbiamo fare un passo avanti” – ha osservato a questo punto il Card. Bagnasco. Ha quindi considerato che l'uomo occidentale, che ha voluto emanciparsi da tutto, compreso Dio, vive in un clima artificioso e malato: “Ma una civiltà non può svuotarsi dei suoi valori e della sua identità impunemente, perché il vuoto non sta in piedi: è una legge della fisica”.
Il Cardinale ha osservato poi che il patrimonio culturale e civile dell'Occidente, ispirato e segnato dal Vangelo, è stato sostituito da un folle indìvidualismo, senza storia e senza futuro: “Il godimento, l'interesse immediato, ciò che mi piace, senza prospettiva, senza un domani, l'attimo fuggente, da spremere e buttare”. Conseguenza – ha aggiunto – è il vuoto di valori comuni, di ideali perenni, di una visione che generi un senso gioioso di appartenenza: “I burattinai occulti vogliono annullare le appartenenze e farci vivere in una poltiglia uniforme e incolore: bello essere cittadini del mondo! Suona bene, è moderno, può suscitare qualche movimento interiore; ma, se questo significa diventare senza patria, senza casa, senza famiglia, senza volto, vuol dire inseguire il vuoto”.
Il Cardinale ha inoltre constatato che l'estrema debolezza interiore rende reattivi e insofferenti di fronte a prove e disagi: “E lo vediamo sulle nostre cronache, incapaci sempre di più di stare dentro i conflitti della vita, di accettare le prove, senza reagire in modo violento”.
Un suo pensiero è ancora andato ai tanti cristiani perseguitati e con loro alle altre minoranze: “E come tacere la sistematica eliminazione dalla Terra Santa e da altri luoghi del mondo della presenza cristiana? In nome di che cosa? Di quale cultura? E' questo essere universali?”.
Il Card. Bagnasco ha concluso l'omelia con un accorato invito ai fedeli a non conformarsi alla mentalità del mondo: ” Non lasciamoci rubare la fede … Non lasciamoci rubare la nostra storia. Essa è scritta nelle nostre strade con le innumerevoli edicole religiose, è scritta nelle nostre chiese, è scolpita in questo caro Santuario della Guardia, costruito con il sudore e la fede dei nostri padri. Erano poveri di denaro, ma ricchi di bontà e di fede. E felici!”.
PierLuigi Pastorino