L’Arcivescovo nella Veglia pasquale: “Gesù risorto è l’Amore che non tramonta”

Sabato 20 aprile in Cattedrale il Cardinale Arcivescovo ha presieduto la Veglia pasquale, la solenne celebrazione della Risurrezione del Signore, che celebra la vittoria sul peccato e sulla morte da parte di Gesù Cristo. La funzione é cominciata con la benedizione del fuoco. Dalle braci messe nel turibolo si accende il Cero pasquale; l'Arcivescovo, benedicendolo, vi ha tracciato una croce, le lettere greche Alfa e Omega e le cifre dell'anno; prendendo poi cinque grani di incenso li ha conficcati alle quattro estremità e al centro della croce disegnata, a simboleggiare le cinque piaghe gloriose di Cristo, delle mani, dei piedi e del costato. Quindi il diacono, portando il cero pasquale, ha cominciato la processione che, entrando in chiesa, ha intonato il “Lumen Christi”. Dopo la ricca Liturgia della Parola della Veglia di Pasqua che ripercorre storia della redenzione dall'origine della vita in Dio, l'Arcivescovo nell'omelia ha sottolineato che Gesù risorto è il bene assoluto e definitivo, l’Amore che non tramonta, la vita piena, la bellezza senza confini, la libertà della verità. “Egli è venuto fino a noi – ha detto – ci ha parlato per rivelarci il volto di Dio che è Padre, per dirci che ognuno è prezioso ai suoi occhi, per darci dignità, per svelarci il nostro destino e quindi e il senso e l’orientamento del nostro vivere”.
“Con Lui – ha proseguito – l’ oscurità si fa giorno, le nostre notti sono salvate dallo smarrimento e dall’angoscia. La luce di Gesù separa il bene dal male, indica la via della vita, mostra la verità, e conduce all’amore. La luce del cero è unita al fuoco, e il fuoco è luce e calore: luce e fiamma, verità e amore sono inseparabili. Il cero pasquale arde e con ciò si consuma: la croce consuma il corpo di Cristo e con ciò Egli diventa fiamma che illumina i nostri smarrimenti e riscalda i nostri cuori”.
Durante la celebrazione alcuni catecumeni hanno ricevuto per mano del Cardinale i sacramenti di Battesimo, Eucaristia e Confermazione.
 
Leggi il testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo 
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